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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Le ricerche si svolgono nelle cave, nelle <strong>di</strong>scariche, tra i detriti morenici e <strong>di</strong><br />

falda, ovunque affiorino materiali rocciosi.<br />

I minerali più pregevoli sono però legati a particolari formazioni litologiche<br />

come le rocce ver<strong>di</strong>, le pegmatiti e le metamorfiti <strong>di</strong> contatto.<br />

a) Rocce ver<strong>di</strong>. Le serpentine e i cloritoscisti che affiorano in Valmalenco presentano<br />

talvolta delle spaccature colme <strong>di</strong> amianto o <strong>di</strong> calcite spatica. Scalzando<br />

l’amianto o sciogliendo la calcite con acido cloridrico, possono emergere<br />

cristalli anche molto rari altrove e <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria bellezza.<br />

b) Pegmatiti. Attraversano in filoni bianchi le rocce granitiche <strong>di</strong> Val Codera,<br />

Val Masino, Val Sissone e del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Sondalo. I cristalli sono inclusi nella<br />

roccia ed occorre perciò una certa abilità e fortuna per ricavare campioni esenti<br />

da rotture.<br />

c) Metamorfiti <strong>di</strong> contatto. I calcefiri e i marmi, le anfiboliti e le ro<strong>di</strong>ngiti che<br />

hanno subito gli effetti termici del metamorfismo <strong>di</strong> contatto con rocce plutoniche,<br />

affioranti in Val Sissone, in Val Zebrù, in Val Chiavenna ed in molte altre<br />

località presentano spesso cavità o fen<strong>di</strong>ture sulle quali sono impiantati cristalli<br />

appartenenti ad un grande numero <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse.<br />

Sono appunto la varietà e la complessità <strong>di</strong> queste formazioni litologiche che<br />

spiegano il grande numero <strong>di</strong> minerali <strong>di</strong>versi, oltre 350, che sono stati rinvenuti<br />

in provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>.<br />

Quattro minerali, artinite, brugnatellite, chiavennite e sigismun<strong>di</strong>te, sono stati<br />

rinvenuti in provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> per la prima volta al mondo; numerosi altri,<br />

al momento del ritrovamento, erano nuovi per l’Italia. In queste note non<br />

è tuttavia possibile descrivere, e nemmeno elencare, tutte queste specie, ma<br />

solo fornire qualche ragguaglio sui cristalli più richiesti dai collezionisti e dagli<br />

Istituti <strong>di</strong> Mineralogia.<br />

L’essonite, varietà ferrifera <strong>di</strong> granato grossularia, è <strong>di</strong>scretamente <strong>di</strong>ffusa in<br />

Valmalenco ed anche in Val Zebrù nel Parco dello Stelvio, come probabile prodotto<br />

<strong>di</strong> reazione tra rocce calcaree e silicee dovuto a metamorfismo <strong>di</strong> contatto.<br />

I cristalli rivestono cavità o fessure <strong>di</strong> una roccia costituita da granato compatto<br />

e sono immersi nel quarzo o nella calcite spatica. Si presentano sotto<br />

forma <strong>di</strong> rombododecaedri <strong>di</strong> 1-10 mm, sui toni del rosso aranciato e del rosso<br />

ciliegia, trasluci<strong>di</strong> e molto brillanti. Alcuni campioni, in verità piuttosto rari,<br />

meritano senz’altro <strong>di</strong> figurare accanto a quelli ricercatissimi della Val d’Ala in<br />

Piemonte.<br />

In provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> sono però presenti quasi tutti i granati conosciuti, tranne<br />

l’urarovite, che pure viene segnalata in alcune vecchie pubblicazioni.<br />

Non è infrequente rinvenire il berillo, ciclosilicato <strong>di</strong> alluminio e berillio, nelle<br />

pegmatiti del massiccio granitico noto come «Masino-Bregaglia», anche in corrispondenza<br />

delle propaggini affioranti in Val Chiavenna e Valmalenco.<br />

Alcuni campioni, conservati in musei italiani e svizzeri o esposti in collezioni<br />

private, sono i più spettacolari mai rinvenuti nell’intero arco alpino.<br />

Il minerale si presenta in prismi allungati, a lucentezza vitrea, <strong>di</strong> colore celeste<br />

chiaro fino ad azzurro oltremare, più raramente giallo verdastro. Sembra che<br />

la caratteristica tinta azzurro-verde dell’acquamarina sia legata alla presenza<br />

<strong>di</strong> atomi <strong>di</strong> ferro ferroso alloggiati entro un sistema <strong>di</strong> canalicoli vuoti del reticolo<br />

cristallino.<br />

In Val Codera sono stati trovati cristalli giganteschi, <strong>di</strong> 15 e più centimetri secondo<br />

l’allungamento, però in genere opachi e <strong>di</strong> colore piuttosto scialbo.<br />

Ricercatissimi dai collezionisti sono soprattutto i cristalli trasparenti o trasluci<strong>di</strong>,<br />

ben terminati e <strong>di</strong> colore intenso.<br />

Insieme con il berillo si possono rinvenire numerosi altri minerali, come il granato<br />

in cristalli <strong>di</strong> un bel rosso cupo e la tormalina in prismi neri lucenti. Un<br />

particolare interesse rivestono alcuni cristalli più minuscoli, contenenti elementi<br />

chimici estremamente rari come il lantanio e il columbio.<br />

La perovskite, ossido <strong>di</strong> titanio e calcio, si rinviene con una certa frequenza<br />

come costituente microscopico <strong>di</strong> alcune rocce basiche. Cristalli ben formati<br />

e facilmente riconoscibili ad occhio nudo sono tuttavia decisamente rari: nelle<br />

vecchie collezioni si possono talvolta ammirare campioni provenienti da<br />

Achmatovsk negli Urali e da Magnet Cove nell’Arkansas.<br />

È quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> particolare interesse osservare come bei cristalli <strong>di</strong> perovskite<br />

vengano segnalati in ben 27 località <strong>di</strong>verse della Valmalenco.<br />

Il primo ritrovamento risale al 1880, quando alcuni ottaedri raccolti sopra il<br />

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