ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Il serpentino della cava Mauri, al Monte Motta in Valmalenco, è solcato da una vena di rondingite a vesuvianite, granato e diopside. Foto C. Bedogné. seo Civico di Storia Naturale di Morbegno», una rivista di alto contenuto scientifico curata da F. Penati, che ripropone dopo oltre un secolo l’iniziativa del Cermenati; altri negli Atti dei convegni di studiosi di scienze della terra che sempre più frequentemente hanno sede in provincia. Le indagini petrografiche compiute da ricercatori italiani e svizzeri, sotto la guida di A. Montrasio e V. Trommsdorf, portano alla definizione di una nuova roccia, la minestronite, e alla determinazione di minerali microscopici non attraenti per il collezionista, ma di rilevante interesse scientifico ai fini di una ricostruzione sempre più dettagliata della storia geologica delle Alpi Retiche. Alcuni ricercatori locali hanno, con pazienza ed entusiasmo, costruito collezioni di grande pregio; si ricordano soprattutto la collezione G. Guicciardi, ora esposta al Museo di Morbegno, e la collezione F. Grazioli, ricca di oltre 10.000 campioni di incomparabile valore sistematico ed estetico. Poco dopo la scomparsa dell’amico Fulvio Grazioli, è stato pubblicato per iniziativa della famiglia un volume che raccoglie le sue acute dissertazioni sul cercar sassi e le sue precise annotazioni, integrate da una descrizione della raccolta, attualmente esposta, con il contributo dell’Amministrazione Comunale di Sondrio, a Palazzo Martinengo. A F. Grazioli è stato intitolato l’Istituto Valtellinese di Mineralogia, sorto nel 1992 con lo scopo di fornire il necessario supporto scientifico per la sistemazione della collezione. L’I.V.M. costituisce un punto di riferimento per i collezionisti, svolge una funzione culturale e didattica e cura la redazione di un Bollettino semestrale. L’interesse, in verità un po’ sopito, per i minerali di Sondalo e dell’alta valle è stato risvegliato da due articoli di B. Bianchi Potenza sulla dumortierite della Val Dombastone e sul pararealgar di Valle dell’Alpe e da un volume, riccamente illustrato, a firma di E. Romani di Bormio. Nel 1992, esaminata tutta la bibliografia esistente, si poteva trarre la conclusione che i minerali della provincia di Sondrio sicuramente documentati erano circa 220, quasi il doppio di quelli segnalati dal Sigismund nel 1953. Si avvertiva però la mancanza di una indagine condotta in modo sistematico su tutto il materiale raccolto. È stato perciò avviato, insieme con A. Montrasio ed E. Sciesa, ricercatori del C.N.R. di Milano, un ambizioso programma di studio, che ha consentito di analizzare più di 1000 campioni diversi, utilizzando la microsonda elettronica e le apparecchiature a raggi X. Le sorprese sono state molte: sono state individuate numerose specie nuove per la provincia, talora anche per l’Italia o in assoluto. L’Associazione internazionale competente in materia ha già approvato con il nome sigismundite in onore di P. Sigismund (DEMARTIN et al., 1997) un quarto minerale sconosciuto alla scienza, scoperto vicino a Madesimo. Inoltre alcune specie segnalate, anche più volte, in letteratura hanno, per così dire, cambiato nome. Ad esempio gli aghi bianchi, riuniti in ciuffi, impiantati nelle fessure delle anfiboliti affioranti al Monte del Forno, ritenuti tradizionalmente natrolite, sono risultati scolecite; i cristalli neri di abito prismatico allungato annidati nelle cavità dei marmi del Monte Motta, attribuiti al rutilo, sono invece i migliori esistenti in natura di un minerale rarissimo, la redledgeite. I dati raccolti sono stati pubblicati nei primi due volumi della collana «I minerali della Provincia di Sondrio», dedicati il 98
La cascata che esce dal ghiacciaio della Miniera, in alta Val Zebrù, supera un bastione costituito da rocce di contatto ricche di interessanti minerali. Foto C. Bedogné. primo alla Valmalenco, il secondo alla Val Bregaglia, alla Val Masino, alla Val Codera ed alla Valle Spluga. Su richiesta del Cantone dei Grigioni e della Pro Grigioni Italiano e con la collaborazione del dott. R. Maurizio di Vicosoprano, la trattazione è stata estesa alla Val Bregaglia, in considerazione della omogeneità geologica del territorio. A seguito di questo studio e pur restando ancora parecchio lavoro da svolgere, si può trarre la conclusione che i minerali della provincia determinati con sicurezza assommino attualmente a ben 386. Questo dato consente di considerare la provincia di Sondrio come il settore più ricco di minerali dell’intero arco alpino e di candidare Sondrio al ruolo di capitale geologica delle Alpi. Recentemente il C.N.R. ha firmato una convenzione con l’Amministrazione Provinciale ed alcuni altri enti locali che consentirà di allestire in Sondrio un Museo di Scienze della Terra e di attivare un centro di studio e di ricerca. 99
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Una curiosa spaccatura nelle rocce
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