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TESI DOTTORATO MICAELA RANIERI - DSpace - Tor Vergata

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L’Infliximab trova indicazione nel trattamento dei pazienti con<br />

malattia di Crohn in fase attiva di grado severo, steroido-dipendenti<br />

o refrattari alla terapia convenzionale.<br />

Alla prima positiva esperienza di utilizzo dell’Infliximab 79 nel<br />

trattamento di un paziente con malattia di Crohn sono seguiti due<br />

studi open-label, che ne hanno dimostrato l’efficacia nell’indurre<br />

una risposta clinica valutata come riduzione del valore del CDAI, e<br />

che la dose ottimale da somministrare doveva essere compresa tra 5<br />

e 10 mg/Kg. 80,81,82,83<br />

Recentemente un ampio studio multicentrico randomizzato<br />

(ACCENT I), in cui sono stati trattati 573 pazienti con malattia di<br />

Crohn in fase attiva, ha confermato questi risultati, mostrando la<br />

maggior efficacia del ritrattamento con Infliximab ogni 8 settimane<br />

rispetto al placebo nel mantenimento della remissione.84<br />

L'Infliximab si è dimostrato efficace anche nel trattamento dei<br />

pazienti con malattia di Crohn fistolizzante, determinando la<br />

chiusura delle fistole secernenti enterocutanee e perianali con<br />

effetto rapido e duraturo nel 68% dei pazienti (alla dose di 5<br />

mg/Kg). 85<br />

Lo studio ACCENT II ha dimostrato un’efficace chiusura delle<br />

fistole per un periodo complessivo di 54 settimane nel 36% dei<br />

pazienti che avevano effettuato terapia di mantenimento ogni 8<br />

settimane con Infliximab alla dose di 5 mg/Kg (dopo ciclo di<br />

induzione a 0,2 e 6 settimane), contro il 19% dei pazienti che<br />

avevano assunto placebo.<br />

Diversamente da quanto avviene nel trattamento con<br />

corticosteroidi, il miglioramento clinico determinato dall'infusione<br />

di Inliximab si associa direttamente alla riduzione<br />

dell'infiammazione della mucosa, valutata endoscopicamente.<br />

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