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TESI DOTTORATO MICAELA RANIERI - DSpace - Tor Vergata

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del pattern della malattia, riferendoci alla classificazione di Vienna<br />

della malattia di Crohn 1 si possono identificare tre sottogruppi<br />

principali: lesione di tipo prevalentemente fibrostenosante, lesione<br />

fistolizzante o penetrante e lesione non fibrostenosante e non<br />

penetrante (infiammatoria). Tali caratteristiche possono coesistere<br />

o meglio evolvere l’una nell’altra nel corso della malattia. Lo<br />

sviluppo di stenosi singole o multiple deriva dalla flogosi della<br />

parete e più frequentemente, quale esito fibrotico della flogosi<br />

cronica e delle ulcerazioni. Il restringimento del lume fino alla<br />

stenosi è più frequente nell’ileo terminale o nel neo ileo terminale.<br />

L’interessamento a tutto spessore delle lesioni è responsabile della<br />

formazione di tramiti fistolosi che possono mettere in<br />

comunicazione tra loro le anse (fistole entero-enteriche), la cute<br />

(fistole entero-cutanee), la vescica (fistole entero-vescicali),<br />

l’uretere (fistole entero-ureterali) o la vagina (fistole entero-<br />

vaginali); possono inoltre svilupparsi fistole che mettono in<br />

comunicazione le anse intestinali con il peritoneo con possibile<br />

formazione di raccolte ascessuali. Il pattern non stenosante non<br />

penetrante (infiammatorio) è caratterizzato da lesioni ulcerative<br />

diffuse interposte ad aree indenni, in assenza sia di stenosi che di<br />

fistole; questa caratteristica prevalentemente infiammatoria delle<br />

lesioni si associa a fissurazioni intercomunicanti, circondate da aree<br />

di mucosa sollevata dall’edema che determina il tipico aspetto a<br />

selciato (cobblestone) del tratto interessato. Le lesioni<br />

infiammatorie possono evolvere in stenosi o fistole o persistere<br />

come tali per tutto il decorso della malattia. L’uso della<br />

classificazione di Vienna 65 ha dimostrato che il pattern delle<br />

lesioni cambia durante il decorso della malattia e l’ 80% delle<br />

lesioni infiammatorie evolve successivamente nel pattern<br />

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