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TESI DOTTORATO MICAELA RANIERI - DSpace - Tor Vergata

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osservati con maggiore frequenza nei soggetti con malattia di<br />

Crohn, rispetto a quelli con una colite ulcerosa, forse in relazione al<br />

malassorbimento di calcio e di vitamina D che si verifica nel Crohn<br />

a livello del tenue; potrebbero inoltre contribuire a realizzare tale<br />

effetto la riduzione dell’assorbimento calcico dovuta a deficit della<br />

lattasi e le stenosi intestinali. Un’altra possibilità è che i soggetti<br />

affetti da questa patologia abbiano maggiori probabilità di essere<br />

trattati cronicamente con glucocorticoidi, sostanze che riducono la<br />

BMD. Altri farmaci sono notoriamente associati a riduzione della<br />

densità minerale ossea, come il metotrexate e la Ciclosporina A. Le<br />

differenze osservate potrebbero essere dovute al diverso effetto<br />

sulle citochine riscontrabile nelle due patologie.<br />

Complicanze<br />

Il rischio di sviluppare una complicanza, locale o sistemica,<br />

aumenta progressivamente con la durata della malattia, passando<br />

dal 19% del primo anno al 60% nell’ottavo anno.<br />

L’occlusione intestinale si manifesta nel 20-30% dei pazienti con<br />

malattia di Crohn, più frequentemente in caso di localizzazione<br />

ileale delle lesioni. L’iniziale riduzione del diametro luminale è<br />

dovuta alla flogosi acuta e all’edema del segmento interessato,<br />

spesso rappresentato dall’ileo terminale: con il progredire della<br />

malattia si assiste all’evoluzione fibrotica dell’infiammazione, con<br />

conseguente formazione di tratti stabilmente stenotici. Le stenosi<br />

rappresentano un’indicazione all’intervento chirurgico quando sono<br />

causa di ripetuti episodi subocclusivi.<br />

Lo sviluppo di fistole è più frequente nelle localizzazioni ileo-<br />

coliche: i tramiti fistolosi possono aprirsi tra segmenti intestinali<br />

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