TESI DOTTORATO MICAELA RANIERI - DSpace - Tor Vergata
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visibile: le feci si presentano di consistenza poltacea o liquide, con<br />
aumento del numero delle evacuazioni, che possono verificarsi<br />
anche durante la notte, e/o aumento del volume fecale. Se il retto<br />
non è interessato dalla malattia non è presente tenesmo.<br />
La febbre suggerisce la presenza di una flogosi attiva con lesioni<br />
ulcerative, fistole o ascessi.<br />
Il calo ponderale è di circa il 10-20% del peso abituale e riconosce<br />
diversi meccanismi di insorgenza: in parte è legato all’anoressia<br />
dovuta al dolore addominale, in parte è riferibile al vomito e<br />
soprattutto al malassorbimento di nutrienti.<br />
Nelle forme coliche è presente diarrea di tipo acquoso associata ad<br />
emissione di sangue e dolore prevalentemente prevacuativo;<br />
possono insorgere complicanze anorettali quali fistole, ragadi e<br />
ascessi rettali.<br />
In caso di localizzazione ileale sono spesso riferite febbricola,<br />
anoressia, nausea e vomito; la diarrea può non essere presente e, se<br />
lo è, si presenta con feci semiformate ed untuose, senza sangue né<br />
muco. L’esame obiettivo può mettere in evidenza una dolorabilità<br />
in fossa iliaca destra, associata al reperto di una “massa” dovuto<br />
alla presenza di anse intestinali distese e reciprocamente adese.<br />
La definizione ed il monitoraggio dell’attività clinica nei pazienti<br />
con malattia di Crohn risulta fondamentale nella scelta della<br />
terapia, per valutare la risposta al trattamento, nel follow-up e nella<br />
valutazione dei risultati dei trial clinici.<br />
Il primo indice di attività applicato in clinica è stato il CDAI<br />
(Crohn’s Disease Activity Index) 60, ideato nel 1976 per il National<br />
Cooperative Crohn’s Disease Study e successivamente utilizzato<br />
per la valutazione standardizzata dei pazienti coinvolti in trial<br />
controllati. Il valore del CDAI è determinato da 8 variabili 61: il<br />
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