#monasterocatania
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oldboycris @igerscatania @gra011 @peppejc<br />
Il Museo della Fabbrica – La cucina e il Suo Ventre<br />
Istituito nel 2000 con i fondi del Piano Coordinato “Catania – Lecce”, si sviluppa su due livelli, attorno agli spazi<br />
che un tempo erano la Cucina e i sottostanti scantinati del Monastero dei Benedettini.<br />
L’idea dell’Arch. Giancarlo De Carlo e dell’Ufficio Tecnico d’Ateneo era quella di realizzare un museo partendo<br />
dalle vicende storico-architettoniche dell’ex plesso monastico, legandole al contesto ed al tessuto urbano.<br />
Il Museo della Fabbrica è dunque il museo dei Benedettini, luogo che parla di se stesso, in quanto custodisce la<br />
memoria delle ingegnose tecniche e dei materiali di costruzione.<br />
Le cucine vengono costruite dall’architetto Vaccarini su due livelli: il superiore con i forni e il sottostante con<br />
destinazione di dispensa.<br />
Al piano superiore la stanza finemente decorata con vivacissime ceramiche è caratterizzata da una tribuna<br />
centrale che conteneva il piano cottura.<br />
Nel seminterrato sottostante si trovano invece i magazzini esempio di come l’architettura vince sulla colata<br />
lavica. Vaccarini infatti sfrutta il banco lavico del 1669 per realizzare un sistema reticolare e coerente senza fondazioni.<br />
Questa tecnica di costruzione lo rende resistente alle scosse sismiche.<br />
Ma non solo: trovandosi seminterrati e nord il sistema di circolo dell’aria diveniva il luogo indicato per tenere<br />
freschi gli alimenti. Tra le suggestive forme della pietra lavica si vede poi il pozzo profondo circa 32 metri.<br />
La fonte che lo alimenta è quella dell’ importante fiume Amenano, aggrottato dalle colate laviche e che scorre<br />
placido e silenziosi sotto Catania. A partire dal 1890, le cucine diventano sede dell’Osservatorio Astrofisico con<br />
il conseguente stravolgimento degli spazi.<br />
L’Osservatorio catanese, unico italiano, era stato invitato a partecipare all’attuazione del grande progetto promosso<br />
dall’ Acadèmie des Sciences de l’Istitut de France, coordinato dall’Osservatorio nazionale di Parigi; si<br />
trattava di redigere la “Carta del cielo”, un lavoro al quale parteciparono diciotto Osservatori sparsi in tutto il<br />
mondo. Azeglio Bemporad, astrofisico ebreo lavora al progetto a progetto a partire dagli trenta.<br />
Alla fine del 1938, il 14 dicembre, mentre lavora al completamento del Catalogo Astrofotografico, viene esonerato<br />
da ogni incarico in applicazione delle leggi razziali promulgate dal Governo fascista.<br />
Il Ministero rifiuta anche la sua richiesta di continuare il lavoro del Catalogo senza alcuna retribuzione. Forse è<br />
troppo tardi. Dopo l’8 settembre del ’43 Azeglio Bemporad sarà riammesso nel ruolo di direttore dell’Osservatorio<br />
catanese. Deluso e amareggiato rimane a Catania, dove muore l’11 febbraio 1945.<br />
Percorsi a cura di Officine Culturali<br />
www.officineculturali.net