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#monasterocatania

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@igerscatania @ivo71<br />

Chiostro di Levante<br />

Iniziato nel 1702 dall’architetto Battaglia, il Chiostro di Levante è il moderno chiostro del cenobio. Al suo interno<br />

custodisce il giardino e l’eclettica edicola centrale opera dell’ingegnere Musumeci con funzione di Caffeaos.<br />

Plausibilmente viene utilizzato dai monaci per accogliere il pellegrino o il viaggiatore del Grand Tour.<br />

Brydone scrive del Monastero «è più bello della Regia di Versailles, ma abitato da lascivi e panciuti monaci».<br />

Biblioteca Domus Romana<br />

La Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia è realizzata nei suggestivi “sotterranei” del Monastero cinquecentesco,<br />

a circa 2,5 mt al di sotto del piano di calpestio.<br />

Questi ambienti, realizzati per volere dei monaci con lo scopo di accogliere le derrate alimentari, la cantina e<br />

probabilmente anche la distilleria, sono rimasti intatti nonostante il terremoto del 1693.<br />

È ancora visibile nella Sala dello Schedario il forno e lo sfiatatoio della cucine dal primo impianto.<br />

Durante i lavori di recupero, sotto le pavimentazioni fortemente compromesse dagli usi civili (utilizzati durante<br />

la Seconda Guerra Mondiale come rifugi antiaerei e come deposito del Comune di Catania) viene rinvenuta<br />

una Domus romana del II secolo d.C.<br />

@alexis_ekag @igerscatania<br />

La domus presenta un lungo peristilio caratterizzato dai motivi geometrici in bianco e nero su cui si affacciano<br />

le stanze delle quali molte conservano i mosaici e pregiati marmi policromatici.<br />

Lo scavo procede fino al rinvenimento di una porzione più bassa che presenta un affresco vivacissimo. Si tratta<br />

di una vale su cui si poggiano dei tripodi grigi, plausibilmente candelabri o saliere.<br />

Definita la Domus dalla Tavola Imbandita, proprio per la presenza dell’affresco, risale al periodo tardo-ellenistico<br />

catanese: è stata datata II a.C.<br />

La Domus è incastonata tra gli archi ogivali del Monastero e visibile attraverso un sistema di strutture sospese<br />

e reversibili ideate da Giancarlo De Carlo.<br />

In questo ambiente si respira tutta la profondità del progetto di De Carlo che puntava ad integrare e a far dialogare<br />

l’antichità e la contemporaneità, al riuso dei beni culturali e alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti<br />

di un architettura che cura e preserva il progetti per il loro futuro.

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