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1 UCLA Giovanni Pico della Mirandola non scrisse mai un' Orazione ...

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vittorioso, che evoca dalla magia la scienza moderna. <strong>Pico</strong>, secondo la Yates, era un<br />

mago ancora più potente di Marsilio Ficino, perché rinforzò la magia di Ficino colla<br />

saggezza giudaica e creò una Cabala cristiana che fu nello stesso tempo ermetica. Egli<br />

insegnò che la magia <strong>non</strong> demonica poteva essere praticata giustamente, ma che la magia<br />

aveva bisogno <strong>della</strong> Cabala per essere efficace. Secondo la Yates, l’<strong>Orazione</strong> di <strong>Pico</strong> è<br />

da considerarsi estremamente importante soprattutto per questa nuova, efficace e potente<br />

fusione di magia ebraica e ellenica. 4<br />

Il saluto iniziale di <strong>Pico</strong> rivolto al miracolo umano, preso dall’ Asclepius ermetico,<br />

conduce subito, secondo la Yates, al suo «elogio <strong>della</strong> magia naturale,» che è considerata<br />

dalla studiosa come la magia dell’ Asclepius. 5 Su questo punto basilare, tuttavia, la Yates<br />

si sbaglia. La magia cui <strong>Pico</strong> si riferisce è neoplatonica e cabalistica piuttosto che<br />

ermetica. Se intendiamo con ‘testi ermetici’ i testi greci tradotti da Ficino e l’Asclepius<br />

latino già conosciuto da Agostino, questo fatto <strong>non</strong> dovrebbe sorprenderci visto che<br />

questi scritti <strong>non</strong> trattano di magia – e questo è un altro punto a svantaggio <strong>della</strong> Yates.<br />

La loro tematica infatti è la teologia nel senso più ampio. Per essere più precisi sarebbe<br />

più opportuno parlare di spiritualità piuttosto che di teologia poiché i libri Ermetici <strong>non</strong><br />

raggiungono <strong>mai</strong> la chiarezza filosofica che è il requisito fondamentale dalla teologia nel<br />

senso stretto <strong>della</strong> parola. 6<br />

<strong>Pico</strong> utilizza brevemente l’Asclepius per introdurre il suo discorso – si attesta solo<br />

uno dei due cenni nell’ <strong>Orazione</strong> ad Ermete o ai suoi seguaci – ma questo <strong>non</strong> lo<br />

impegna minimamente in alcuna parte del suo contenuto equivoco, e tanto meno nel suo<br />

incipit carico di retorica. Se la debolezza dell’<strong>Orazione</strong> consiste nella sua resa oratoria,<br />

4 F. YATES, Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, London, 1964, p. 448;<br />

COPENHAVER, Dignity of Man, pp. 312-14.<br />

5 YATES, Bruno, pp. 103-6; COPENHAVER, Dignity of Man, pp. 313-14.<br />

6 COPENHAVER, Hermes Theologus: The Sienese Mercury and Ficino’s Hermetic Demons,<br />

nel J.W. O’MALLEY et al., eds., Humanity and Divinity in Renaissance and Reformation:<br />

Essays in Honor of Charles Trinkaus, Leiden, 1993, pp. 149-82; Lorenzo de’ Medici,<br />

Marsilio Ficino and the Domesticated Hermes, nel G.C. GARFAGNINI, ed., Lorenzo il<br />

Magnifico e il suo mondo: Convegno internazionale di studi, Firenze 9-13 giugno 1992,<br />

Firenze, 1994, pp. 225-57.<br />

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