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1 UCLA Giovanni Pico della Mirandola non scrisse mai un' Orazione ...

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Riguardiamo anche i memoriali dei Caldei, dove vedremo (se si crede in loro) che una<br />

via alla felicità sia data ai mortali attraverso la loro stessa arte. Gli interpreti caldaici<br />

scrivono di una storia di Zoroastro dove si dice che l’anima è dotata di ali, e quando<br />

queste ali cadono, l’anima cade a dirotto nel corpo, ma quando queste crescono, essa vola<br />

di nuovo verso gli dei. I suoi discepoli gli chiesero come prendere questi agili spiriti<br />

colle ali così ben piumate, e lui disse, “Bagnate le vostre ali colle acque <strong>della</strong> vita.”<br />

Allora vollero sapere dove cercare queste acque, ed egli rispose loro con una parabola<br />

(secondo la sua abitudine): “Il paradiso di Dio è lavato ed irrorato da quattro fiumi, ed<br />

io vi ho concesso di bere le acque salvifiche. Il nome di quello che viene dal nord è<br />

Qesciot, che significa ‘diritto’; quello che viene dall’ovest è Chaphron, che indica<br />

‘espiazione’; dall’est viene Nehora, che significa ‘luce’; e dal sud viene Rahamanut, che<br />

possiamo rendere con ‘pietà.’”<br />

Ascoltate, padri, e contemplate attentamente quel che questi precetti di Zoroastro<br />

potrebbero essere dati a significare. Di certo <strong>non</strong> vogliono dire molto più che il pulire la<br />

sporcizia dai nostri occhi colla conoscenza morale, colle acque dall’estremo ovest, e poi<br />

raddrizzare la nostra vista e correggerla colla dialettica, come con una riga retta dal<br />

nord. Allora, nel contemplare la natura, possiamo imparare ad abituarci alla luce <strong>della</strong><br />

verità mentre è ancora debole, <strong>non</strong> appena il nuovo sole sorge, in modo che più tardi,<br />

colla pietà teologica ed il più sacro culto divino, possiamo, come aquile del cielo,<br />

resistere con valore allo splendore del sole fiammaggiante meridiano. Queste sono,<br />

forse, le conoscenze mattutine, di mezzogiorno e serale cantate prima da Davide, e<br />

spiegate in modo più completo da Agostino. Questa è la luce meridiana che brilla diretta<br />

sui Serafini per incendiarli e sui Cherubini per illuminarli. Questa è la regione verso cui<br />

il vecchio padre Abramo sempre si dirigeva, cioè il posto dove gli spiriti maligni <strong>non</strong><br />

hanno posto, come ci dicono le dottrine dei Mori e Cabalisti.<br />

E se è giusto rivelare qualche parte dei misteri più segreti, persino in un indovinello,<br />

considerate questo: Dopo che una caduta rapida dal cielo ha stordito il nostro uomo in<br />

testa, e (secondo Geremia) dopo che la morte è entrata dalla finestra per affliggere il<br />

cuore e fegato nostri, dovremmo invitare Raffaele, il medico celeste, che usa la morale<br />

e la dialettica come farmaci salutari per liberarci. Una volta che siamo ritornati in buona<br />

salute, Gabriele – la forza di Dio – vorrà rimanere con noi, e guidarci attraverso le<br />

meraviglie <strong>della</strong> natura, mostrarci la virtù e la potenza di Dio che risiede tutt’intorno a<br />

noi, ed infine consegnarci al sommo sacerdote Michele, che ci conferirà, dopo che<br />

avremo adempiuto il nostro tempo colla filosofia, il sacerdozio <strong>della</strong> teologia, come una<br />

corona di gemme preziose.<br />

<strong>Pico</strong> su Zoroastro, i Caldei e Abramo<br />

caelestem medicum advocemus, qui nos morali et dialectica uti pharmacis salutaribus<br />

liberet. Tum ad valitudinem bonam restitutos, jam Dei robur Gabriel inhabitabit, qui nos<br />

per naturae ducens miracula, ubique Dei virtutem potestatemque indicans, tandem<br />

sacerdoti summo Michaeli nos tradet qui, sub stipendiis philosophiae emeritos, theologiae<br />

sacerdotio quasi corona preciosi lapidis insignet.» Per la trascrizione delle quattro parole<br />

‘caldaiche’ (i.e., ara<strong>mai</strong>che o ebraiche) in questo brano, si veda WIRSZUBSKI, <strong>Pico</strong>, p.<br />

242, che ha emendato il testo di Garin.<br />

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