G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici
G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici
incoloro, dal sapore dolciastro che respirato in piccola dose produce dapprima una certa ebbrezza (donde l'antico nome di « gas esilarante ») poi una anestesia di breve durata. Si prepara con il metodo indicato nel 1911 da Quartaroli, riscaldando a 40° dell'acido formico puro con nitrato potassico, oppure decomponendo con il calore il nitrato di ammonio: NH4NO3 —► N2O + 2 H2O Sotto l'azione del calore questo sale dapprima fonde, poi a circa 210° comincia a decomporsi in acqua ed ossidulo di azoto; a 250-300° la decomposizione conduce invece al biossido di azoto ed all'azoto libero e può essere anche esplosiva, per cui è necessario mantenere la temperatura non oltre i 230-240°. La reazione avviene con maggior regolarità se invece del nitrato ammonico si impiega una miscela formata di 17 p. di nitrato sodico e 14 p. di solfato ammonico, ma è preferibile riscaldare il nitrato di ammonio mescolato con il doppio del suo peso di glicerina addizionata di un po' di acido solforico concentrato, poiché in queste condizioni la liberazione dell'ossidulo di azoto si compie già a 160° e quindi senza pericolo. Il trattamento si fa in una storta unita ad un tubo di sviluppo e riscaldata in bagno di olio minerale; il gas si lava con una soluzione di soda caustica e volendolo essiccare lo si fa passare successivamente su acido solforico concentrato. Volendolo raccogliere in un gasometro, poiché l'ossidulo di azoto è alquanto solubile nell'acqua fredda, si impiega acqua riscaldata a 45° oppure acqua salata. 35. Ossido di azoto. - Questo composto dalla formula NO è un gas incoloro, poco solubile in acqua, che si combina rapidamente anche alla temperatura ordinaria con l'ossigeno passando allo stato di biossido NO2 di color rosso bruno. Ne deriva che quando viene prodotto cominciano a svolgersi dall'apparecchio dei vapori di biossido e solo quando tutta l'aria preesistente nell'apparecchio è stata allontanata il gas che effluisce è incoloro e può venir raccolto. Sono noti diversi metodi di preparazione fra cui ricordiamo i seguenti: I. Il procedimento classico consiste nel far agire acido nitrico su rame o mercurio. Si adopera il solito apparecchio costituito da un pallone chiuso da un tappo di sughero a due fori, in cui passano un tubo ad imbuto che scende sino al fondo del recipiente ad un tubo destinato a condurle il gas nella boccia di lavaggio, da cui va poi nel vaso raccoglitore, ad es. una campana piena di acqua tenuta capovolta in un bagno di acqua. Si introducono nella bottiglia circa 30 gr di ritagli o di tornitura di rame e si fanno scendere dal tubo ad imbuto 100 cm 3 di acido nitrico diluito ottenuto con 45 cm 3 di aci- 34
do nitrico d. 1,14 e 55 cm 3 di acqua. L'attacco del rame è dapprima lento, poi si ravviva e, come fu detto, comincia a formarsi del biossido di azoto; si constata che nell'interno del pallone vi è una diminuzione di pressione dovuta al fatto che la reazione: 2 NO + O2 —► 2 NO2 ha luogo con diminuzione di volume. Quando i vapori rossobruni sono stati eliminati totalmente solo allora si innesta il tubo di sviluppo alla boccia di lavaggio contenente acido solforico concentrato e si raccoglie quindi il gas. Se la reazione, rappresentata dalla equazione seguente: 3 Cu + 8 HNO3 —►3 Cu(NO3)2 + 2 NO + 4 H2O tende a rallentare si riscalda dolcemente. Come residuo si ottiene del nitrato di rame. Impiegando mercurio lo sviluppo dell'ossido di azoto è assai più regolare; invece di acido nitrico si può allora far uso di acido solforico concentrato al quale si aggiunge il 10% di nitrato sodico. II. Si ottiene altresì per azione dell'acido nitrico sul solfato ferroso; invece di acido nitrico si impiega comunemente una miscela di nitrato sodico e di acido solforico. Nel solito pallone per lo sviluppo dei gas (vedi n. 5) si introducono 435 gr di solfato ferroso cristallizzato macinato e 445 gr di acido solforico a 52° Bé. e riscaldando dolcemente si lascia scendere attraverso il tubo ad imbuto una soluzione acquosa concentrata di 45 gr di nitrato sodico. Il liquido assume una colorazione bruno rossastra quasi nera e comincia a svolgersi del biossido di azoto, sostituito ben presto dall'ossido di azoto. La reazione cessa quando la soluzione solforica del sale di ferro è gialla per formazione di solfato ferrico. 36. Cloruro di nitrosile. - I. Il cloruro di nitrosile NOCl, gas giallo condensabile in un liquido giallo rossastro bollente a 2°, si ottiene per sintesi diretta mettendo a contatto in un recipiente riscaldato a 50°-60° e contenente del carbone animale una miscela di ossido di azoto e di cloro secchi. II. Lo si prepara più semplicemente distillando in una storta collegata ad un recipiente collettore raffreddato con ghiaccio pesto e sale, una miscela di acido solforico concentralo, di acido nitrico fumante e di cloruro di sodio. 37. Anidride nitrosa. - In una soluzione acquosa al 20% di nitrito sodico si fa cadere goccia a goccia dell'acido solforico concentrato; il gas che si 35
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incoloro, dal sapore dolciastro che respirato in piccola dose produce dapprima<br />
una certa ebbrezza (donde l'antico nome di « gas esilarante ») poi<br />
una anestesia di breve durata. Si prepara con il metodo indicato nel 1911 da<br />
Quartaroli, riscaldando a 40° dell'acido formico puro con nitrato potassico,<br />
oppure decomponendo con il calore il nitrato di ammonio:<br />
NH4NO3 —► N2O + 2 H2O<br />
Sotto l'azione del calore questo sale dapprima fonde, poi a circa 210°<br />
comincia a decomporsi in acqua ed ossidulo di azoto; a 250-300° la decomposizione<br />
conduce invece al biossido di azoto ed all'azoto libero e può<br />
essere anche esplosiva, per cui è necessario mantenere la temperatura non<br />
oltre i 230-240°. <strong>La</strong> reazione avviene con maggior regolarità se invece del<br />
nitrato ammonico si impiega una miscela formata di 17 p. di nitrato sodico<br />
e 14 p. di solfato ammonico, ma è preferibile riscaldare il nitrato di ammonio<br />
mescolato con il doppio del suo peso di glicerina addizionata di un po'<br />
di acido solforico concentrato, poiché in queste condizioni la liberazione<br />
dell'ossidulo di azoto si compie già a 160° e quindi senza pericolo. Il trattamento<br />
si fa in una storta unita ad un tubo di sviluppo e riscaldata in bagno<br />
di olio minerale; il gas si lava con una soluzione di soda caustica e volendolo<br />
essiccare lo si fa passare successivamente su acido solforico concentrato.<br />
Volendolo raccogliere in un gasometro, poiché l'ossidulo di azoto è alquanto<br />
solubile nell'acqua fredda, si impiega acqua riscaldata a 45° oppure acqua<br />
salata.<br />
35. Ossido di azoto. - Questo composto dalla formula NO è un gas incoloro,<br />
poco solubile in acqua, che si combina rapidamente anche alla temperatura<br />
ordinaria con l'ossigeno passando allo stato di biossido NO2 di color<br />
rosso bruno. Ne deriva che quando viene prodotto cominciano a svolgersi<br />
dall'apparecchio <strong>dei</strong> vapori di biossido e solo quando tutta l'aria preesistente<br />
nell'apparecchio è stata allontanata il gas che effluisce è incoloro e<br />
può venir raccolto. Sono noti diversi metodi di <strong>preparazione</strong> fra cui ricordiamo<br />
i seguenti:<br />
I. Il procedimento classico consiste nel far agire acido nitrico su rame o<br />
mercurio. Si adopera il solito apparecchio costituito da un pallone chiuso da<br />
un tappo di sughero a due fori, in cui passano un tubo ad imbuto che scende<br />
sino al fondo del recipiente ad un tubo destinato a condurle il gas nella boccia<br />
di lavaggio, da cui va poi nel vaso raccoglitore, ad es. una campana piena<br />
di acqua tenuta capovolta in un bagno di acqua. Si introducono nella<br />
bottiglia circa 30 gr di ritagli o di tornitura di rame e si fanno scendere dal<br />
tubo ad imbuto 100 cm 3 di acido nitrico diluito ottenuto con 45 cm 3 di aci-<br />
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