G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici

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02.04.2013 Views

cloruri metallici. La soluzione di color rosso cremisi si concentra sino a pellicola superficiale, poi si lascia raffreddare affinché il cloruro di cobalto cristallizzi. Per riscaldamento prolungato a 35-40° il sale idratato diventa anidro ed è allora colorato in blu; va conservato al riparo dalla umidità. 386. Cloruro luteocobaltico. - Tra i vari complessi cobaltiamminici il sale esamminico Co(CN3)6Cl3, chiamato comunemente cloruro luteocobaltico, è uno dei più importanti. Lo si ottiene riscaldando a bagnomaria in un pallone munito di refrigerante a ricadere una soluzione di cloruro di cobalto al 10% addizionata di 2/3 del suo volume di cloruro ammonico e di un egual volume di ammoniaca concentrata alla quale si aggiunge del biossido di piombo in eccesso, che agisce da ossidante: 2 CoCl2, + 2 NH4Cl + 10 NH4OH + O —► 2 Co(NH3)6Cl3 + 11 H2O Quando il liquido ha preso una tinta aranciata si filtra e si addiziona il filtrato ancora caldo di acido cloridrico concentrato sino a debole reazione acida. Precipita una miscela di cloruro di cobaltiesammina e di cloruro di acquocobaltipentammina (cloruro roseo-cobaltico). Portando il tutto alla ebollizione quest'ultimo si trasforma in cloruro di cobalticloropentammina (cloruro purpureocobaltico) poco solubile e quindi separabile dal sale esamminico per cristallizzazione frazionata. Il cloruro luteocobaltico si presenta in cristalli aranciati; la sua soluzione è adoperata come reattivo per differenziare i pirofosfati dagli orto e dai metafosfati. 387. Solfato di cobalto. - I. Il solfato cobaltoso CoSO4.7H2O si ottiene in prismi monoclini di color rosso granato solubilissimi in acqua attaccando il cobalto metallico con acido solforico, preferibilmente in presenza di acido nitrico, procedendo come è stato detto per il solfato di nichel (vedi n. 377- I). II. Lo si può ottenere più facilmente sciogliendo l'ossido od il carbonato di cobalto nella quantità occorrente di acido solforico e poi concentrando la soluzione sino a che il sale cristallizza per raffreddamento. 388. Nitrato di cobalto. - Si attacca il metallo con acido nitrico. A tale scopo ad es. a 50 gr di cobalto in lastra, tagliato in piccoli pezzi, si aggiungono 300 cm 3 di acido nitrico della densità 1,14 e si riscalda dolcemente sino a soluzione completa del metallo; la soluzione rossa risultante si concentra sino a formazione di pellicola superficiale e si lascia raffreddare. Si raccolgono i cristallini rossi di nitrato di cobalto Co(NO3)2.6H2O, si lavano 196

con pochissima acqua e dopo gocciolamento si conservano in recipienti chiusi essendo deliquescenti. 389. Cobaltinitrito sodico. - Adoperato nella ricerca qualitativa e nel dosaggio del potassio, del cesio e del rubidio il cobaltinitrito sodico Na3Co(NO2)6 si ottiene sciogliendo 150 gr di nitrito sodico in altrettanta quantità di acqua e aggiungendo 50 gr di nitrato di cobalto cristallizzato; quando questo sale si è sciolto si introducono 25 cm 3 di acido acetico glaciale. Si produce un forte sviluppo di ossido di azoto e la colorazione del liquido passa dal rosso al giallastro: Co(NO3)2 + 7 NaNO2 + 2 CH3CO2H —► Na3Co(NO2)6 + 2 NaNO3 + 2 NaCH3CO2 + H2O + NO Poiché il nitrito di sodio del commercio può contenere delle piccole quantità di nitrito potassico si lascia in riposo per tutta la notte in un luogo fresco, si separa per filtrazione il precipitato giallo cristallino di cobaltinitrito potassico eventualmente formatosi e alla soluzione limpida si aggiungono 150 cm 3 di alcol. Dopo qualche ora di riposo si raccoglie il cobaltinitrito sodico che si è separato, lo si lava due o tre volte con una piccola quantità di alcol e lo si asciuga fra fogli di carta assorbente. 390. Fosfato di cobalto. - Il fosfato di cobalto Co3(PO4)2 si ottiene come precipitato di color rosso chiaro trattando una soluzione di nitrato di cobalto con fosfato sodico. Si sciolgono ad es. 10 gr di nitrato di cobalto cristallizzato in 100 cm 3 di acqua e nella soluzione si versa quella preparata sciogliendo 15 gr di fosfato bisodico in 100 cm 3 di acqua addizionata di alcuni cm 3 di soda caustica. Il precipitato si raccoglie, si lava con acqua e si fa asciugare all'aria. 391. Blu di Thénard. - Si ottiene questo colore minerale calcinando al rosso in un crogiolo una miscela di allumina (vedi n. 268) e di fosfato di cobalto presi in proporzioni diverse a seconda della intensità della tinta che si vuole ottenere; quando la massa è uniformemente colorata in azzurro, la si toglie dal crogiolo, la si polverizza e dopo lavaggio con acqua si fa essiccare all'aria od in stufa. 392. Verde di Rinman. Si considera come zincato di cobalto CoZnO2 e si prepara impastando omogeneamente 15-20 p. di ossido di zinco con 2 p. di una soluzione concentrata di nitrato di cobalto, la pasta è essiccata e poi calcinata al rosso ciliegia in un crogiolo. La massa di color verde alquanto 197

cloruri metallici. <strong>La</strong> soluzione di color rosso cremisi si concentra sino a<br />

pellicola superficiale, poi si lascia raffreddare affinché il cloruro di cobalto<br />

cristallizzi. Per riscaldamento prolungato a 35-40° il sale idratato diventa<br />

anidro ed è allora colorato in blu; va conservato al riparo dalla umidità.<br />

386. Cloruro luteocobaltico. - Tra i vari complessi cobaltiamminici il<br />

sale esamminico Co(CN3)6Cl3, chiamato comunemente cloruro luteocobaltico,<br />

è uno <strong>dei</strong> più importanti. Lo si ottiene riscaldando a bagnomaria in un<br />

pallone munito di refrigerante a ricadere una soluzione di cloruro di cobalto<br />

al 10% addizionata di 2/3 del suo volume di cloruro ammonico e di un egual<br />

volume di ammoniaca concentrata alla quale si aggiunge del biossido<br />

di piombo in eccesso, che agisce da ossidante:<br />

2 CoCl2, + 2 NH4Cl + 10 NH4OH + O —► 2 Co(NH3)6Cl3 + 11 H2O<br />

Quando il liquido ha preso una tinta aranciata si filtra e si addiziona il<br />

filtrato ancora caldo di acido cloridrico concentrato sino a debole reazione<br />

acida. Precipita una miscela di cloruro di cobaltiesammina e di cloruro di<br />

acquocobaltipentammina (cloruro roseo-cobaltico). Portando il tutto alla<br />

ebollizione quest'ultimo si trasforma in cloruro di cobalticloropentammina<br />

(cloruro purpureocobaltico) poco solubile e quindi separabile dal sale esamminico<br />

per cristallizzazione frazionata. Il cloruro luteocobaltico si presenta<br />

in cristalli aranciati; la sua soluzione è adoperata come reattivo per<br />

differenziare i pirofosfati dagli orto e dai metafosfati.<br />

387. Solfato di cobalto. - I. Il solfato cobaltoso CoSO4.7H2O si ottiene in<br />

prismi monoclini di color rosso granato solubilissimi in acqua attaccando il<br />

cobalto metallico con acido solforico, preferibilmente in presenza di acido<br />

nitrico, procedendo come è stato detto per il solfato di nichel (vedi n. 377-<br />

I).<br />

II. Lo si può ottenere più facilmente sciogliendo l'ossido od il carbonato<br />

di cobalto nella quantità occorrente di acido solforico e poi concentrando la<br />

soluzione sino a che il sale cristallizza per raffreddamento.<br />

388. Nitrato di cobalto. - Si attacca il metallo con acido nitrico. A tale<br />

scopo ad es. a 50 gr di cobalto in lastra, tagliato in piccoli pezzi, si aggiungono<br />

300 cm 3 di acido nitrico della densità 1,14 e si riscalda dolcemente sino<br />

a soluzione completa del metallo; la soluzione rossa risultante si concentra<br />

sino a formazione di pellicola superficiale e si lascia raffreddare. Si raccolgono<br />

i cristallini rossi di nitrato di cobalto Co(NO3)2.6H2O, si lavano<br />

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