G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici

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02.04.2013 Views

do cloridrico. Quando cessa lo sviluppo dei fumi di questo acido si scioglie il residuo in acqua bollente e nella soluzione mantenuta in piena ebollizione si introduce un leggero eccesso di ammoniaca, per cui il ferro precipita allo stato di idrossido mentre il nichel rimane in soluzione allo stato di solfato di nichelesammina Ni(NH3)6SO4 colorato in azzurro. Dopo filtrazione si torna ad evaporare il liquido a secchezza, si riscalda il residuo per eliminare l'ammoniaca; si lascia poi raffreddare, si riprende il residuo con poca acqua calda e si fa cristallizzare. 378. Solfato doppio di nichel e ammonio. - Corrisponde alla formula NiSO4.(NH4)2SO4.6H2O ma viene anche considerato come un sale complesso. Per ottenerlo si sciolgono ad es. 54 gr di solfato di nichel cristallizzato in 60 cm 3 di acqua calda ed a parte 25 gr di solfato di ammonio in 35 cm 3 di acqua anch'essa calda; si mescolano le due soluzioni. Per raffreddamento lento si depone il sale doppio in cristalli verdi azzurrognoli che si raccolgono, si lavano con poco alcol e si fanno asciugare all'aria. 379 Carbonato di nichel. - I. Aggiungendo alla soluzione di un sale di nichel una soluzione di carbonato sodico si separano dei carbonati basici di nichel aventi una composizione variabile a seconda della concentrazione delle soluzioni e della loro temperatura; il precipitato di color verde chiaro viene raccolto, lavato con acqua sino a reazione neutra, asciugato all'aria e polverizzato. II. Per avere il vero carbonato NiCO3 si deve precipitare a caldo la soluzione del sale di nichel con quella di bicarbonato sodico; ma è un sale poco stabile. 380. Nicheltetracarbonile. - I. Questo composto Ni(CO)4 si ottiene facendo reagire ossido di carbonio con nichel ridotto a una temperatura di circa 100°. Si comincia a preparare il nichel ridotto procedendo come è stato indicato al n. 371-I, ma effettuando la riduzione in un tubo di vetro duro piegato ad U e tenuto quasi completamente immerso in un bagno di sabbia che si riscalda a 200-250°. Quando tutto l'ossido di nichel è stato ridotto, senza interrompere il passaggio dell'idrogeno, si sostituisce il bagno di sabbia con un bagnomaria riscaldato a 80-100° e si collega il tubo contenente il nichel ad un secondo tubo ad U immerso in una miscela di ghiaccio e sale. È bene chiudere l'estremità libera di questo secondo tubo con un tappo attraversato da un tubetto di vetro lungo 20-23 cm a punta affilata. Non appena tutto è pronto si sostituisce rapidamente la corrente di idrogeno con quella di ossido di carbonio (vedi n. 73) che sarà stato disidratato per passaggio su cloruro di calcio fuso e si accende l'eccesso di ossido di carbonio 194

all'estremità affilata del tubetto. In breve si forma del nicheltetracarbonile che si condensa nel tubo raffreddato come liquido incoloro, bollente a 43°. Nella preparazione si abbia cura di evitare la presenza di aria nell' apparecchio poiché l'ossigeno ossida rapidamente il nicheltetracarbonile e si possono avere esplosioni. II. Sostituendo il secondo tubo ad U con una bottiglia di lavaggio contenente dell' alcol o dell'acetone o del benzene, il nicheltetracarbonile si scioglie in questi solventi e si ha una soluzione di maneggio più comodo. Quando essa è satura il composto del nichel non più assorbito brucia assieme all'ossido di carbonio all'estremità del tubetto affilato e la piccola fiamma azzurrognola dell'ossido di carbonio diventa brillante. 381. Nichelcianuro potassico. - Questo sale complesso K2NiCy4 viene considerato anche come un cianuro doppio di nichel e potassio. Si prepara aggiungendo ad una soluzione di 100 gr di solfato di nichel cristallizzato in 300 cm 3 circa di acqua un leggero eccesso di cianuro potassico, circa 95 gr, sciolto in presso a poco 200 cm 3 di acqua; subito precipita il cianuro di nichel NiCy2 di color verde pomo, il quale poi si scioglie continuando a versare, sotto agitazione, la soluzione del cianuro alcalino. Per evaporazione sino a cristallizzazione incipiente si ottiene il sale complesso in cristalli giallastri. 382. Cobalto metallico. - Lo si ottiene per riduzione del suo ossido in una corrente di idrogeno procedendo come è indicato per il nichel (vedi n. 371); quello risultante dalla riduzione a bassa temperatura è una polvere grigio nera piroforica che si accende spontaneamente all'aria. 383. Ossido Cobaltoso. - L'ossido cobaltoso CoO od ossidulo di cobalto si ottiene allo stato di polvere grigio verdognola insolubile in acqua riscaldando in un crogiolo chiuso l'idrossido cobaltoso Co(OH)2 che proviene dalla precipitazione effettuata alla ebollizione di una soluzione di un sale cobaltoso mediante idrossido di sodio. 384. Ossido Cobaltico. - Il sesquiossido di cobalto Co2O3 od ossido nero di cobalto si ottiene calcinando all'aria ad una temperatura moderala il nitrato di cobalto; se la temperatura è troppo elevata si forma dell'ossido cobaltoso-cobaltico Co3O4 come polvere grigia con riflessi metallici. 385. Cloruro di cobalto. - Lo si ottiene in cristalli prismatici rossi CoCl2.6H2O sciogliendo il metallo o l'ossido od il carbonato di cobalto nell'acido cloridrico diluito, procedendo come più volte è stato descritto per i 195

do cloridrico. Quando cessa lo sviluppo <strong>dei</strong> fumi di questo acido si scioglie<br />

il residuo in acqua bollente e nella soluzione mantenuta in piena ebollizione<br />

si introduce un leggero eccesso di ammoniaca, per cui il ferro precipita allo<br />

stato di idrossido mentre il nichel rimane in soluzione allo stato di solfato<br />

di nichelesammina Ni(NH3)6SO4 colorato in azzurro. Dopo filtrazione si<br />

torna ad evaporare il liquido a secchezza, si riscalda il residuo per eliminare<br />

l'ammoniaca; si lascia poi raffreddare, si riprende il residuo con poca acqua<br />

calda e si fa cristallizzare.<br />

378. Solfato doppio di nichel e ammonio. - Corrisponde alla formula<br />

NiSO4.(NH4)2SO4.6H2O ma viene anche considerato come un sale complesso.<br />

Per ottenerlo si sciolgono ad es. 54 gr di solfato di nichel cristallizzato<br />

in 60 cm 3 di acqua calda ed a parte 25 gr di solfato di ammonio in 35 cm 3<br />

di acqua anch'essa calda; si mescolano le due soluzioni. Per raffreddamento<br />

lento si depone il sale doppio in cristalli verdi azzurrognoli che si raccolgono,<br />

si lavano con poco alcol e si fanno asciugare all'aria.<br />

379 Carbonato di nichel. - I. Aggiungendo alla soluzione di un sale di<br />

nichel una soluzione di carbonato sodico si separano <strong>dei</strong> carbonati basici di<br />

nichel aventi una composizione variabile a seconda della concentrazione<br />

delle soluzioni e della loro temperatura; il precipitato di color verde chiaro<br />

viene raccolto, lavato con acqua sino a reazione neutra, asciugato all'aria e<br />

polverizzato.<br />

II. Per avere il vero carbonato NiCO3 si deve precipitare a caldo la soluzione<br />

del sale di nichel con quella di bicarbonato sodico; ma è un sale poco<br />

stabile.<br />

380. Nicheltetracarbonile. - I. Questo composto Ni(CO)4 si ottiene facendo<br />

reagire ossido di carbonio con nichel ridotto a una temperatura di<br />

circa 100°. Si comincia a preparare il nichel ridotto procedendo come è stato<br />

indicato al n. 371-I, ma effettuando la riduzione in un tubo di vetro duro<br />

piegato ad U e tenuto quasi completamente immerso in un bagno di sabbia<br />

che si riscalda a 200-250°. Quando tutto l'ossido di nichel è stato ridotto,<br />

senza interrompere il passaggio dell'idrogeno, si sostituisce il bagno di sabbia<br />

con un bagnomaria riscaldato a 80-100° e si collega il tubo contenente<br />

il nichel ad un secondo tubo ad U immerso in una miscela di ghiaccio e sale.<br />

È bene chiudere l'estremità libera di questo secondo tubo con un tappo<br />

attraversato da un tubetto di vetro lungo 20-23 cm a punta affilata. Non appena<br />

tutto è pronto si sostituisce rapidamente la corrente di idrogeno con<br />

quella di ossido di carbonio (vedi n. 73) che sarà stato disidratato per passaggio<br />

su cloruro di calcio fuso e si accende l'eccesso di ossido di carbonio<br />

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