G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici

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02.04.2013 Views

II. Si prepara della farina fossile impregnata di nichel ridotto prendendo della farina fossile purificata, saturandola con una soluzione concentrata di solfato di nichel, poi trattandola con un idrossido alcalino onde determinare la formazione dell'idrossido nicheloso; dopo essiccamento si calcina, si lava con acqua calda per allontanare i sali solubili, si essicca ed infine si riduce l'ossido di nichel procedendo come è detto al n. I. Il prodolto risultante si impiega egualmente come catalizzatore. III. Un tipo particolare di nichel ridotto utilizzato come catalizzatore di riduzione è quello ottenuto da Raney attaccando con soda caustica una lega di alluminio e nichel: l'alluminio viene disciolto allo stato di alluminato sodico e il nichel rimane allo stato di polvere fina, che deve essere lavata con acqua bollente e con alcol. 372. Ossido di nichel. - L'ossido nicheloso NiO, che è il comune ossido di nichel, si ottiene calcinando l'idrossido od il carbonato di nichel; da quest'ultimo, come pure dal nitrato, se la calcinazione non è effettuata a temperatura elevata si ottiene una polvere verde grigiastra per la presenza di ossido nichelico Ni2O3, di color nero. L'ossido nicheloso è invece di color verde. 373. Idrossido nicheloso. - Si ottiene l'idrossido nicheloso Ni(OH)2 come precipitato di color verde pomo aggiungendo alla soluzione di un sale di nichel un leggero eccesso di idrossido di sodio; lo si raccoglie e lo si lava con acqua calda sino a che le acque di lavaggio risultano neutre al tornasole, poi lo si fa asciugare all'aria. 374. Idrossido nichelico. - Se al precipitato di idrossido nicheloso ottenuto come è detto al II precedente si aggiunge una quantità sufficiente di acqua di bromo (vedi n. 11) o di ipoclorito di sodio e si riscalda, l'idrossido nicheloso viene trasformato in idrossido nichelico Ni(OH)3: 2 Ni(OH)2 + NaClO + H2O —► 2 Ni(OH)3 + Na Br il quale ha color nero. Prende origine anche quando si fa l'elettrolisi di un sale di nichel in ambiente fortemente alcalino; si deposita allora sull'anodo. 375. Cloruro di nichel. - I. Lo si ottiene allo stato cristallizzato NiCl2.6H2O in prismi monoclini verdi trattando il nichel con acqua regia. Si trattano ad es. 50 gr di limatura di nichel con 200 cm 3 di acido cloridrico concentrato e 100 cm 3 di acido nitrico pur esso concentrato; si lascia reagire a freddo finché non si osserva più sviluppo gassoso poi si riscalda grada- 192

tamente sino alla ebollizione. Successivamente si concentra, dapprima a fuoco diretto poi su bagnomaria, spingendo la concentrazione sino a residuo secco, il quale si riprende con poca acqua bollente in modo da avere una soluzione satura a caldo, dalla quale il cloruro di nichel cristallizza per raffreddamento. I cristalli sono deliquescenti. II. Se il cloruro di nichel idratato è riscaldato a temperatura superiore ai 100° perde l'acqua di cristallizzazione e diventa anidro; ha allora un color giallo bruno. 376. Solfuro di nichel. - I. Il solfuro di nichel allo stato idrato si ottiene aggiungendo goccia a goccia del solfuro di ammonio ad una soluzione di cloruro o di solfato di nichel resa leggermente ammoniacale; il solfuro ammonico deve essere preparato di recente (vedi n. 156) affinché sia privo di polisolfuro, altrimenti una parte del solfuro di nichel rimane in soluzione colloidale. Il precipitato nero amorfo viene raccolto su un filtro, lavato con acqua contenente disciolto un po' di idrogeno solforato (acqua solfidrica) e successivamente fatto asciugare rapidamente onde evitare la sua ossidazione. II. Aggiungendo del polisolfuro di ammonio in leggero eccesso ad una soluzione molto diluita di un sale di nichel risulta una idrosola di solfuro di nichel colorata in bruno nero, la quale si conserva a lungo se viene addizionata di glicerina. 377. Solfato di nichel. - I. L'acido solforico attacca lentamente il nichel anche a caldo, per cui si preferisce far agire sul metallo una miscela di acido solforico e di acido nitrico. Si pongono ad es. in una capsula 100 gr di nichel metallico (limatura, pezzi di lastra, monete di nichel puro), si aggiungono circa 150 gr di acido solforico concentrato, 120 gr di acido nitrico pure concentrato e un 1. di acqua; si riscalda dapprima a piccola fiamma aftinché la reazione avvenga lentamente. Quando tutto il metallo è disciolto si fa bollire per eliminare l'acido nitrico e saturare la soluzione in modo che raffreddando il solfato di nichel si separi in cristalli. Questi hanno color verde smeraldo e corrispondono alla formula NiSO4.7H2O; sfioriscono alquanto all'aria. Si purificano poi con una seconda cristallizzazione. II. Dalle leghe con il ferro si ricupera il solfato di nichel procedendo come segue: si attacca la lega ridotta in limatura od in piccoli pezzi con acido cloridrico della densità 1,12 riscaldando leggermente; compiuto l'attacco si aggiunge un po' di acido nitrico concentrato per ossidare il cloruro ferroso, si fa bollire per alcuni minuti poi si aggiunge un leggero eccesso di acido solforico concentrato e si evapora a secchezza. Il residuo viene riscaldato su bagno di sabbia per eliminare l'eccesso di acidi e spoetare l'aci- 193

II. Si prepara della farina fossile impregnata di nichel ridotto prendendo<br />

della farina fossile purificata, saturandola con una soluzione concentrata di<br />

solfato di nichel, poi trattandola con un idrossido alcalino onde determinare<br />

la formazione dell'idrossido nicheloso; dopo essiccamento si calcina, si lava<br />

con acqua calda per allontanare i sali solubili, si essicca ed infine si riduce<br />

l'ossido di nichel procedendo come è detto al n. I. Il prodolto risultante<br />

si impiega egualmente come catalizzatore.<br />

III. Un tipo particolare di nichel ridotto utilizzato come catalizzatore di<br />

riduzione è quello ottenuto da Raney attaccando con soda caustica una lega<br />

di alluminio e nichel: l'alluminio viene disciolto allo stato di alluminato sodico<br />

e il nichel rimane allo stato di polvere fina, che deve essere lavata con<br />

acqua bollente e con alcol.<br />

372. Ossido di nichel. - L'ossido nicheloso NiO, che è il comune ossido<br />

di nichel, si ottiene calcinando l'idrossido od il carbonato di nichel; da quest'ultimo,<br />

come pure dal nitrato, se la calcinazione non è effettuata a temperatura<br />

elevata si ottiene una polvere verde grigiastra per la presenza di ossido<br />

nichelico Ni2O3, di color nero. L'ossido nicheloso è invece di color verde.<br />

373. Idrossido nicheloso. - Si ottiene l'idrossido nicheloso Ni(OH)2<br />

come precipitato di color verde pomo aggiungendo alla soluzione di un sale<br />

di nichel un leggero eccesso di idrossido di sodio; lo si raccoglie e lo si lava<br />

con acqua calda sino a che le acque di lavaggio risultano neutre al tornasole,<br />

poi lo si fa asciugare all'aria.<br />

374. Idrossido nichelico. - Se al precipitato di idrossido nicheloso ottenuto<br />

come è detto al II precedente si aggiunge una quantità sufficiente di<br />

acqua di bromo (vedi n. 11) o di ipoclorito di sodio e si riscalda, l'idrossido<br />

nicheloso viene trasformato in idrossido nichelico Ni(OH)3:<br />

2 Ni(OH)2 + NaClO + H2O —► 2 Ni(OH)3 + Na Br<br />

il quale ha color nero. Prende origine anche quando si fa l'elettrolisi di un<br />

sale di nichel in ambiente fortemente alcalino; si deposita allora sull'anodo.<br />

375. Cloruro di nichel. - I. Lo si ottiene allo stato cristallizzato<br />

NiCl2.6H2O in prismi monoclini verdi trattando il nichel con acqua regia.<br />

Si trattano ad es. 50 gr di limatura di nichel con 200 cm 3 di acido cloridrico<br />

concentrato e 100 cm 3 di acido nitrico pur esso concentrato; si lascia reagire<br />

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