G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici
G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici G. Salomone - La preparazione dei prodotti chimici inorganici
2 CaCl2O —► Ca(ClO) 2 + CaCl2 Il prodotto commerciale contiene sempre della calce allo stato libero per cui è parzialmente solubile in acqua con reazione alcalina. La sua preparazione secondo il procedimento applicato nell'industria, cioè facendo reagire cloro con calce spenta asciutta, può essere realizzata nel modo seguente: Si spegne della buona calce viva con acqua in modo da avere la calce sfiorita (vedi n. 164); si dispone questa in un vaso di vetro o di porcellana mettendola in strato dello spessore di 4-5 cm e non oltre, poi si chiude il vaso con una lastra di vetro, di cemento, di eternit od anche con un foglio di cartone di amianto in cui sono stati praticati due fori. Si fa passare in uno di questi il tubo adduttore del cloro che penetra sin quasi a toccare la calce spenta, nell'altro un tubo per l'uscita dell'aria. I due tubi si assicurano con un po' di gesso. Quando tutto è pronto si fa penetrare del cloro secco (vedi n. 5) sino a riempire totalmente il vaso, poi si chiudono i tubi e si lascia in riposo. Non appena la massima parte del cloro è stata assorbita (se il vaso è di vetro si può seguire l'assorbimento con la diminuzione del colore giallo verdastro caratteristico del cloro), si scuote il vaso per rimuovere la calce spenta, si torna a lasciarla depositare e si introduce una nuova quantità di cloro, ripetendo più volte l'operazione sino a che il cloro non è più assorbito. È bene raffreddare il vaso immergendolo in un bagno di acqua onde evitare che il calore di reazione possa dare origine a clorato di calcio. 169. Ipoclorito di calcio. - 1. La soluzione di questo composto, sempre associato a cloruro di calcio, si prepara facendo agire il cloro su latte di calce mantenuto sotto i 30°: 2 Ca(OH)2 + 2 Cl2 —► Ca(ClO)2 + CaCl2 + 2 H2O Ad es. si trasformano 25 gr di calce viva in latte di calce impiegando 250 cm 3 circa di acqua; si colloca il recipiente che lo contiene in un bagno di acqua fredda e vi si fa gorgogliare una lenta corrente di cloro, il cui passaggio si arresta prima che tutta la calce abbia reagito. Si filtra e si conserva la soluzione in flaconi chiusi, da tenere al buio ed in luogo fresco. II. Si può anche prepararla sciogliendo in acqua il cloruro di calce. Questo si tritura in un mortaio di vetro o di porcellana con una piccola quantità di acqua in modo da avere una poltiglia fluida, priva di grumi, alla quale si aggiunge dell'acqua agitando bene; si lascia in riposo, si decanta la parte limpida, si rimescola il residuo con dell'altra acqua e dopo nuovo riposo si 104
torna a decantare la soluzione limpida riunendola alla precedente. Si ripete ancora il trattamento per esaurire totalmente il prodotto. Si ottiene così una soluzione di ipoclorito di calcio più o meno concentrata, vale a dire più o meno ricca in cloro attivo, a seconda della quantità adoperata di acqua e del titolo clorometrico del cloruro di calce. 170. Clorato di calcio. - Il clorato di calcio Ca(ClO3)2 si prepara facendo gorgogliare un eccesso di cloro su latte di calce; si forma dapprima l'ipoclorito, ma poi questo si trasforma in clorato ed in cloruro: 3 Ca(ClO) 2 —► Ca(ClO3)2 + 2 CaCl2 per cui il clorato di calcio è associato a notevoli quantità di cloruro di calcio, difficilmente separabile. Si impiega preferibilmente un latte di calce contenente 150 gr di calce spenta per 1. e si mantiene la temperatura fra 30 e 40°. La soluzione filtrata si concentra poi sino a pellicola; per raffreddamento il clorato di calcio si depone allo stato di cristalli biidrati assieme ad una certa quantità di cloruro. 171. Solfuri di calcio. - I. Il solfidrato di calcio è ottenuto facendo passare una corrente di idrogeno solforato in latte di calce: Ca(OH)2 + 2 H2S — ► Ca(HS)2+ H2O Si fa una poltiglia di 1 p. di calce spenta e non più di 4 p. di acqua e vi si fa passare dell'idrogeno solforato sino a che la massa è diventata liquida; si aggiunge allora una nuova quantità di calce spenta e così via sino a che prendendo una piccola porzione del liquido e raffreddandolo con ghiaccio si vedono separarsi dei cristalli. Si lascia allora in riposo in un recipiente chiuso, si decanta la parte limpida e si fa cristallizzare immergendo il recipiente in ghiaccio pesto. I cristalli hanno forma di prismi incolori, contenenti 5 molecole di acqua di cristallizzazione e vanno conservati al riparo dall'aria. Di solito si impiega la sua soluzione acquosa ottenuta facendo semplicemente gorgogliare l'idrogeno solforato in latte di calce al 10% sino a saturazione; a reazione terminata si filtra. II. Il solfuro di calcio CaS si prepara riducendo il solfato di calcio con 30 gr di carbone di legna ridotto in polvere impalpabile e 5 gr di colofonia macinata; si impasta la miscela con salda di amido (preparata gelatinizzando a caldo 2 p. di amido in 50 cm 3 di acqua) e si foggia la massa pastosa in piccole biglie che si fanno asciugare all'aria od in stufa. Si introducono successivamente in un crogiolo di terra refrattaria che si chiude con 105
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torna a decantare la soluzione limpida riunendola alla precedente. Si ripete<br />
ancora il trattamento per esaurire totalmente il prodotto. Si ottiene così una<br />
soluzione di ipoclorito di calcio più o meno concentrata, vale a dire più o<br />
meno ricca in cloro attivo, a seconda della quantità adoperata di acqua e del<br />
titolo clorometrico del cloruro di calce.<br />
170. Clorato di calcio. - Il clorato di calcio Ca(ClO3)2 si prepara facendo<br />
gorgogliare un eccesso di cloro su latte di calce; si forma dapprima l'ipoclorito,<br />
ma poi questo si trasforma in clorato ed in cloruro:<br />
3 Ca(ClO) 2 —► Ca(ClO3)2 + 2 CaCl2<br />
per cui il clorato di calcio è associato a notevoli quantità di cloruro di calcio,<br />
difficilmente separabile. Si impiega preferibilmente un latte di calce<br />
contenente 150 gr di calce spenta per 1. e si mantiene la temperatura fra 30<br />
e 40°. <strong>La</strong> soluzione filtrata si concentra poi sino a pellicola; per raffreddamento<br />
il clorato di calcio si depone allo stato di cristalli biidrati assieme ad<br />
una certa quantità di cloruro.<br />
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Ca(OH)2 + 2 H2S — ► Ca(HS)2+ H2O<br />
Si fa una poltiglia di 1 p. di calce spenta e non più di 4 p. di acqua e vi si<br />
fa passare dell'idrogeno solforato sino a che la massa è diventata liquida; si<br />
aggiunge allora una nuova quantità di calce spenta e così via sino a che<br />
prendendo una piccola porzione del liquido e raffreddandolo con ghiaccio<br />
si vedono separarsi <strong>dei</strong> cristalli. Si lascia allora in riposo in un recipiente<br />
chiuso, si decanta la parte limpida e si fa cristallizzare immergendo il recipiente<br />
in ghiaccio pesto. I cristalli hanno forma di prismi incolori, contenenti<br />
5 molecole di acqua di cristallizzazione e vanno conservati al riparo<br />
dall'aria. Di solito si impiega la sua soluzione acquosa ottenuta facendo<br />
semplicemente gorgogliare l'idrogeno solforato in latte di calce al 10% sino<br />
a saturazione; a reazione terminata si filtra.<br />
II. Il solfuro di calcio CaS si prepara riducendo il solfato di calcio con<br />
30 gr di carbone di legna ridotto in polvere impalpabile e 5 gr di colofonia<br />
macinata; si impasta la miscela con salda di amido (preparata gelatinizzando<br />
a caldo 2 p. di amido in 50 cm 3 di acqua) e si foggia la massa<br />
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