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L'ottica e il ray tracing dei telescopi - Inaf

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L’ottica e <strong>il</strong> <strong>ray</strong> <strong>tracing</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>telescopi</strong><br />

Dr.ssa Marra Gabriella<br />

Technology Working Group<br />

OAC-INAF<br />

Progetto “L’astrofisica va a scuola”<br />

11 Novembre 2004


Funzioni principali di un <strong>telescopi</strong>o<br />

Le funzioni principali di un <strong>telescopi</strong>o sono :<br />

•Aumentare la quantità di luce che raggiunge<br />

l’osservatore per poter osservare anche gli oggetti più<br />

deboli e meno luminosi<br />

•Ingrandire l’angolo di vista di un oggetto lontano per<br />

poter distinguere meglio i dettagli di oggetti vicini fra loro<br />

•L’immagine di un pianeta appare più grande e quella di<br />

una stella più luminosa<br />

•Tali proprietà sono ottenute mediante la combinazione di<br />

elementi ottici, quali lenti, specchi o lenti e specchi<br />

insieme


Componenti ottici principali di un<br />

<strong>telescopi</strong>o<br />

I principali componenti di un <strong>telescopi</strong>o sono :<br />

Obiettivo (lente o sistema di lenti o specchio)<br />

Un sistema ottico che raccoglie e focalizza un fascio di<br />

raggi di luce parallelo (proveniente da un oggetto all’<br />

infinito) in un punto e ne fornisce l’immagine reale<br />

+<br />

Un sistema ottico che ingrandisce l’immagine prodotta<br />

dall’obiettivo (lente o sistema di lenti o specchio)


Obiettivo<br />

Specchio Lente


Sistema di focalizzazione + ingrandimento<br />

Specchi<br />

Lenti


Caratteristiche principali di un <strong>telescopi</strong>o<br />

Apertura (mm o cm)<br />

E’ <strong>il</strong> diametro dell’elemento ottico principale detto<br />

obiettivo. Maggiore è l’apertura, maggiore è la capacità<br />

di raccogliere luce. E’ <strong>il</strong> fattore più importante nella scelta<br />

di un <strong>telescopi</strong>o<br />

I ∝<br />

Potere risolutivo angolare<br />

Minima separazione angolare con cui si riesce a distinguere tra due<br />

sorgenti separate (al limite di diffrazione: <strong>il</strong> picco di diffrazione dell'una<br />

coincida con <strong>il</strong> primo anello scuro (minimo) dell'altra.)<br />

D<br />

λ<br />

α =<br />

1. 22 206265(<br />

ar<br />

D<br />

2<br />

csec)


Gli effetti della diffrazione sulla qualità<br />

dell’ immagine: Disco di Airy<br />

Gli effetti diffrattivi compaiono quando l'onda sferica incidente<br />

incontra un ostacolo, nel nostro caso l'apertura di un <strong>telescopi</strong>o. Tali<br />

effetti saranno tanto più evidenti quanto più <strong>il</strong> diametro è<br />

confrontab<strong>il</strong>e in termini di ordini di grandezza con la lunghezza<br />

d'onda della luce incidente. L’effetto della diffrazione è la comparsa,<br />

al fuoco del <strong>telescopi</strong>o, della figura di diffrazione nota come "Disco<br />

di Airy" e degli anelli concentrici che lo circondano detti "Anelli di<br />

Fresnel”.


L’immagine perfetta di una<br />

sorgente puntiforme: PSF<br />

l grafico descrive la distribuzione di energia (intensità del flusso luminoso)<br />

ell’immagine sul piano focale dalla figura di diffrazione. Questa figura è<br />

ota come PSF, ovvero Point Spread Function, e l'intensità luminosa al<br />

entro viene normalmente normalizzata ad 1. Per un’apertura circolare<br />

erfetta ed immagine stellare all'infinito, pur in assenza di aberrazioni, la<br />

uce proveniente da un punto all'infinito e raccolta da un <strong>telescopi</strong>o non<br />

otrà mai convergere in un punto ma si disperderà attorno a quel punto<br />

ideale) medesimo.


Caratteristiche principali di un <strong>telescopi</strong>o<br />

Rapporto focale<br />

F =<br />

#<br />

f<br />

D<br />

Focale<br />

f= lunghezza focale del <strong>telescopi</strong>o o distanza focale (mm)<br />

Può essere maggiore o minore della lunghezza fisica del<br />

sistema ottico. Essa è data dalla combinazione delle focali<br />

degli elementi ottici che la compongono e della distanza<br />

fra di essi, per i <strong>telescopi</strong> riflettori. Esistono alcune<br />

configurazioni ottiche di <strong>telescopi</strong>, compatte in cui f > L<br />

f<br />

=<br />

f<br />

1<br />

f<br />

+<br />

1<br />

f<br />

f<br />

2<br />

2<br />

−<br />

d


D<br />

D<br />

D Airy<br />

Da quali parametri dipende la dimensione del<br />

Disco di Airy<br />

Airy<br />

Airy<br />

=<br />

λ<br />

= 2 * 1.<br />

22 * ( rad)<br />

Diametro angolare<br />

D<br />

λ<br />

= 2 * 1.<br />

22 * 206265(<br />

ar csec)<br />

D<br />

f<br />

2 * 1.<br />

22 * λ * = 2 * 1.<br />

22 * λ * F<br />

D<br />

#<br />

Diametro lineare<br />

(si moltiplica <strong>il</strong><br />

diametro angolare<br />

per la focale del<br />

<strong>telescopi</strong>o)<br />

Con un <strong>telescopi</strong>o avente un'apertura di diametro infinito <strong>il</strong> diametro<br />

angolare del disco di Airy sarebbe effettivamente nullo e gli effetti<br />

diffrattivi assenti. Le dimensioni lineari dipendono solo dal rapporto<br />

focale che è dunque un parametro fondamentale per la<br />

progettazione del <strong>telescopi</strong>o. Scelta F# bassi


Caratteristiche principali di un <strong>telescopi</strong>o<br />

I =<br />

S =<br />

f<br />

f<br />

f<br />

ob<br />

oc<br />

tel<br />

I M 2 = =<br />

f M 1<br />

Scala<br />

206265 / f ( ar csec/ mm)<br />

F<br />

F<br />

# tel<br />

# M 1<br />

Ingrandimento<br />

Telescopi con oculare rifrattivo<br />

Per aumentare l’ingrandimento e<br />

mantenere lo stesso campo corretto, o si<br />

aumentava la focale dell’obiettivo, e <strong>il</strong><br />

<strong>telescopi</strong>o diventava lunghissimo, o si<br />

riduceva la focale dell’oculare<br />

Telescopi a due specchi


Caratteristiche principali di un <strong>telescopi</strong>o<br />

Campo di vista del <strong>telescopi</strong>o<br />

Distanza dell’oggetto dall’asse ottico espressa in gradi,<br />

primi o arcosecondi θ<br />

Campo di vista sul piano immagine<br />

Dimensione del campo sul piano immagine<br />

b(<br />

mm)<br />

=<br />

ϑ(<br />

ar csec)<br />

S(<br />

ar csec/ mm)


Telescopi rifrattori<br />

Lenti<br />

(leggi della rifrazione)<br />

Tipi di Telescopi:<br />

rifrattori e riflettori<br />

Telescopi<br />

Riflettori / Catadiottrici<br />

Specchi<br />

(leggi della<br />

riflessione)<br />

Specchi<br />

+ lenti<br />

(rifrazione+<br />

riflessione)


Telescopi rifrattori<br />

La luce proveniente da una stella attraversa un sistema ottico<br />

costituito da più lenti. L’immagine è generalmente capovolta,<br />

ma la si può raddrizzare inserendo un’opportuna lente<br />

divergente o un prisma raddrizzatore<br />

L'obiettivo deve essere composto da almeno due lenti (positiva a<br />

bassa dispersione e basso indice di rifrazione+negativa ad alta<br />

dispersione e elevato indice di rifrazione, entrambe piegate e non<br />

cementate per limitare la cosiddetta aberrazione “cromatica”, ovvero<br />

un alone colorato spurio attorno ai soggetti br<strong>il</strong>lanti e <strong>il</strong> “coma”


Telescopi rifrattori<br />

I <strong>telescopi</strong> rifrattori, sono afocali, cioè non producono<br />

un’immagine reale, esterna,poiché la distanza fra oculare<br />

e obiettivo è pari alla somma delle loro focali, quindi<br />

producono un’immagine virtuale, interna. La messa a fuoco<br />

avviene spostando l’oculare lungo l’asse ottico del sistema<br />

f<br />

=<br />

f<br />

ob<br />

f<br />

+<br />

ob<br />

f<br />

f<br />

oc<br />

oc<br />

−<br />

d<br />

→<br />


Telescopi rifrattori acromatici e apocromatici<br />

Con un obiettivo a due lenti si riesce<br />

a far convergere nello stesso fuoco 2<br />

lunghezze d’onda (rosso e blu). La<br />

differenza fra <strong>il</strong> fuoco del verde e del<br />

rosso e blu è detto spettro secondario<br />

Df= ∼ 5x10^-4 f.<br />

Con tre lenti di vetri diversi si fanno<br />

convergere nello stesso fuoco 3 -4<br />

lunghezze d’onda (rosso, blu, verde e<br />

violetto) e si riesce a correggere<br />

anche astigmatismo e curvatura di<br />

campo. Un vetro con bassa<br />

dispersione (alto numero di Abbe<br />

V=0-100), e bassa dispersione<br />

relativa (di un colore rispetto agli altri<br />

P=0.45-0.49) due con elevata<br />

dispersione e alta dispersione relativa


Limiti <strong>dei</strong> <strong>telescopi</strong> rifrattori<br />

La focale di un rifrattore deve essere sufficientemente lunga,con<br />

rapporti focali superiori ad F/10, se ut<strong>il</strong>izza un doppietto<br />

acromatico per minimizzare l’aberrazione cromatica. A queste<br />

condizioni, però, raggiungano grandi dimensioni anche per<br />

diametri relativamente piccoli. Se invece si usa un tripletto con<br />

Fluorite, si possono avere F# anche dell’ordine di 7-8.<br />

D airy verde∼ 280/D (arcsec)= 280/D x f/206265= F#/737<br />

D/ dblu = f/∆f<br />

dblu= ∆f/f D= 5x10^-4D<br />

D airy blu = 3 D airy verde per minimizzare l’aberrazione cromatica<br />

da cui F# min =0.122D<br />

Con D= 100 mm, F# min = 12.2 f=1220 mm<br />

D= 200 mm, F# min = 24.4 f=4880 mm


Telescopi moderni: riflettori<br />

Consentono di avere un’immagine esterna reale, quindi<br />

accessib<strong>il</strong>e per l’acquisizione mediante rivelatori (camere CCD)<br />

<strong>il</strong> numero di superfici da lavorare nei riflettori è inferiore a quello<br />

<strong>dei</strong> rifrattori (2 per lente).<br />

Sono più compatti.<br />

Se sono costituiti da soli specchi non hanno aberrazione<br />

cromatica.<br />

Inoltre nei rifrattori per eliminare le perdite per riflessione<br />

all’interfaccia aria-vetro, si ut<strong>il</strong>izzano <strong>dei</strong> trattamenti antiriflesso,<br />

multistrato che sono costosi, soprattutto se la banda è larga.<br />

I rifrattori hanno però <strong>il</strong> vantaggio di avere <strong>il</strong> tubo chiuso sia in<br />

ingresso che in uscita, riducendo le turbolenze lungo l’asse ottico


Configurazioni ottiche <strong>dei</strong><br />

Telescopi riflettori<br />

La luce incide sull’obiettivo costituito da uno specchio, (specchio<br />

principale) superficie lavorata otticamente ad alta riflessione (0.99%),<br />

convergente, quindi concavo. Prima di essere focalizzata viene<br />

riflessa su un secondo specchio (secondario). che a sua volta la<br />

riflette e la fa convergere sul piano focale. A seconda del tipo di<br />

specchio secondario e quindi del sistema di focalizzazione si hanno<br />

le configurazioni ottiche più tipiche riportate di seguito:<br />

Cassegrain e Newtoniana<br />

Newtoniana<br />

Cassegrain


Configurazione ottica Newtoniana<br />

La configurazione Newtoniana, è costituita da uno specchio<br />

primario parabolico (in origine era sferico) e da un secondario,<br />

piano ellittico montato a 45°, di rinvio della luce prima che<br />

venga focalizzata dal primario, verso un oculare esterno al tubo<br />

del <strong>telescopi</strong>o. f∼L ( L=lunghezza tubo)<br />

f = f M<br />

d<br />

d<br />

min<br />

=<br />

( M<br />

a<br />

F<br />

#<br />

1<br />

2)<br />

=<br />

a<br />

F<br />

#<br />

ab<br />

+ b −<br />

f<br />

dmin (asse minore) è <strong>il</strong> diametro minimo del secondario ellittico, per<br />

raccogliere la luce di un oggetto in asse riflessa dal primario ed a è<br />

l’estrazione focale, cioè la distanza dello specchio secondario dal piano<br />

focale. Per coprire <strong>il</strong> campo richiesto di dimensione b (mm) sul piano<br />

immagine) occorre un diametro d> dmin


Configurazione ottica Newtoniana<br />

M2 va spostato avanti e indietro rispetto al primario, affinchè <strong>il</strong><br />

piano focale sia <strong>il</strong>luminato simmetricamente rispetto all’asse<br />

ottico.


Configurazione ottica Cassegrain<br />

La configurazione Cassegrain è più compatta di quella<br />

Newtoniana, a parità di focale del primario, poiché la focale del<br />

sistema è data dalla combinazione delle focali <strong>dei</strong> due specchi.<br />

f1 >0 perché M1 è concavo f2 <br />

L


Aberrazioni cromatiche<br />

(solo per i sistemi rifrattivi)<br />

Aberrazioni ottiche<br />

Aberrazioni geometriche<br />

(monocromatiche, riguardano sia<br />

i sistemi a riflessione che quelli<br />

rifrattivi). Furono analizzate dal<br />

matematico tedesco Seidel nel<br />

1850 e prendono <strong>il</strong> suo nome.<br />

•Aberrazione sferica (assiale)<br />

•Coma<br />

Aberrrazioni<br />

•astigmatismo<br />

di campo<br />

•curvatura di campo<br />

•distorsione<br />

(influenza la scala, non la<br />

dimensione)


Aberrazioni geometriche: Sferica<br />

Si verifica per un oggetto i cui raggi incidono parallelamente all’asse ottico<br />

di un sistema ottico che ha una curvature sferica (lente) o non parabolica<br />

(specchi sferici, iperbolici). I raggi che incidono più esternamente, sono<br />

focalizzati prima, di quelli che incidono più internamente, perché l’angolo<br />

d’incidenza (rispetto alla normale) non è costante, ma è maggiore, per cui,<br />

non si ha un solo piano focale, ma due, “fuoco parassiale” e fuoco<br />

“marginale”(raggi più esterni). Nella zona intermedia, c’e’ un piano focale in<br />

cui la dimensione dell’immagine è minima detta “cerchio di minima<br />

confusione”, o miglior fuoco. Tutta la regione di focalizzazione è detta<br />

“caustica”. TSA = aberr. Sferica transversa L’altezza <strong>dei</strong> raggi, nel fuoco<br />

parassiale ci da la dimensione dell’allargamento dell’immagine<br />

ASA =<br />

f −<br />

p<br />

f<br />

m


Aberrazioni Sferica intrafocale ed extrafocale<br />

Anello esterno<br />

dell'immagine<br />

intrafocale<br />

in<br />

(destra) e' molto<br />

piu' luminoso<br />

degli altri, mentre<br />

quello esterno<br />

extrafocale<br />

(sinistra) e' piu'<br />

diffuso se la<br />

sferica è positiva


Coma<br />

Si verifica per oggetti che si trovano fuori<br />

asse. I raggi incidono obliqui sull’apertura del<br />

sistema ottico. L’intersezione <strong>dei</strong> raggi che<br />

sono focalizzati, non è quindi simmetrica,<br />

come per la sferica, rispetto all’asse ottico. Si<br />

produce un’immagine a forma di cometa, con<br />

<strong>il</strong> nucleo più luminoso e la coda più sfumata


Coma<br />

Esempio di<br />

coma, per un<br />

un Newtoniano


Astigmatismo<br />

Si verifica quando uno specchio sferico o parabolico presenta curvature<br />

diverse lungo la direzione orizzontale e verticale. I raggi che incidono fuori<br />

asse sullo specchio in un piano verticale vanno a fuoco prima di quelli che<br />

incidono su un piano orizzontale. L'immagine stellare prima di questi due<br />

fuochi apparirà allungata in senso orizzontale. L’immagine dopo <strong>il</strong> 2° fuoco<br />

(quello più esterno) apparirà allungata verticalmente. Istintivamente<br />

l'osservatore cercherà <strong>il</strong> miglior compromesso tra le 2 posizioni, col risultato<br />

che le stelle appariranno crocettate. L'astigmatismo si può individuare<br />

fac<strong>il</strong>mente sfocando l'immagine e posizionando alternativamente l'oculare in<br />

posizione intra ed extra focale


Astigmatismo e coma<br />

Nelle ottiche ben lavorate quest'aberrazione si nota solitamente con<br />

aperture modeste in strumenti a grande campo;<br />

l'astigmatismo ∝ Dθ2 , e al quadrato dell'inclinazione <strong>dei</strong> raggi<br />

diversamente dal coma ∝ D 2 θ.<br />

L'astigmatismo diventa preponderante solamente quando si osservano<br />

oggetti a grandi distanze dall'asse ottico, mentre a piccole distanze<br />

prevale <strong>il</strong> coma.<br />

Una delle cause frequenti di astigmatismo sono le tensioni indotte sulla<br />

superficie dello specchio. Se dovete inserire o rimuovere <strong>il</strong> primario per<br />

pulirlo assicuratevi, che la montatura non lo stringa.


Curvatura di campo<br />

I raggi provenienti da un oggetto fuori asse che attraversano <strong>il</strong> sistema<br />

ottico, non vanno a fuoco su un piano, ma su una superficie curva. Il<br />

fuoco migliore, per raggi provenienti da distanze diverse, si forma su<br />

piani diversi. Quindi se ci mettiamo su uno di questi piani, non tutti i raggi<br />

saranno a fuoco e l’immagine apparirà sfocata.<br />

Per correggere tale aberrazione si ut<strong>il</strong>izzano delle lenti dette spianatrici di<br />

campo


Distorsione<br />

Non è un’aberrazione dell’immagine, ma influisce sulla scala, cioè sulle distanze<br />

reciproche tra punti nell’immagine che sono espanse (Distorsione positiva a<br />

“cuscino”) o compresse (distorsione negativa a “bar<strong>il</strong>otto” come nell’immagine)<br />

rispetto alle distanze nell’oggetto. La scala dell’immagine e l’ingrandimento non<br />

è costante, ma varia con la distanza dall’asse ottico. Si presenta solo per le lenti<br />

e principalmente nei grandangolari


Aberrazioni, rapporto focale, angoli d’incidenza e<br />

campo di vista di un sistema ottico<br />

• Le aberrazioni crescono quando l’angolo d’incidenza di un raggio<br />

con la normale di una superficie ottica, aumenta. Ciò si verifica sia<br />

per i raggi che incidono al bordo di una lente, sia all’aumentare<br />

dell’angolo del campo di vista.<br />

• Al diminuire del rapporto focale (F/# ) di un sistema (aumentano gli<br />

angoli d’incidenza) e all’aumentare degli angoli di campo, la<br />

complessità del sistema ottico richiesto per mantenere una buona<br />

qualità dell’immagine cresce.<br />

• L’F/# dello strumento è definito dal campo che si vuole coprire<br />

• Un F/# più piccolo, implica un’apertura maggiore, quindi ottiche di<br />

diametri maggior


Criteri per <strong>il</strong> progetto ottico di<br />

un <strong>telescopi</strong>o<br />

•Il disegno ottico preliminare è ottimizzato per soddisfare non solo i<br />

principali requisiti scientifici, ma anche quelli legati all’integrazione<br />

dell’ottica con la meccanica e <strong>il</strong> rivelatore di piano focale.<br />

In base al campo da coprire, e della dimensione del rivelatore a<br />

isposizione si sceglie F/# e quindi la focale e l’apertura del primario


Diametro primario: 200 mm<br />

Focale: 1200 mm<br />

Rapporto focale: F/6<br />

Pixel CCD:9 µm<br />

Dimensione CCD :795 x 596 pixel<br />

Pixel videocamera :15 µm<br />

Parametri Newtoniano che<br />

ut<strong>il</strong>izzerete<br />

Scala: 171.89”/mm<br />

Campo di vista ut<strong>il</strong>e <strong>telescopi</strong>o: 43 arcmin<br />

Diametro secondario:?<br />

Dimensione campo sul piano immagine:?<br />

Campo coperto dal CCD :19’ x 13’<br />

Dimensione campo coperto dal CCD in mm:?<br />

Scala sul piano immagine CCD: 1.54 arcsec/pixel<br />

Campo coperto dalla videocamera: 34’ x 25’


Calcolo e disegno ottico<br />

•Si basa sulle leggi dell’ottica geometrica: la luce è costituita da<br />

raggi che seguono traiettorie rett<strong>il</strong>inee<br />

•uitlizza tecniche iterative.<br />

•Una funzione “di merito” che considera tutte le condizioni al<br />

contorno e le aberrazioni<br />

•Si possono mettere <strong>dei</strong> pesi diversi tra centro e bordo immagine.<br />

•La funzione di merito fornisce la somma <strong>dei</strong> quadrati <strong>dei</strong> vari errori<br />

nell’immagine. Quindi più grande è <strong>il</strong> valore che assume, peggiore è<br />

l’immagine.<br />

•Modiifcando i paramteri, la funzione varia di conseguenza e con<br />

tecniche di minimizzazione quadratica pesata ottimizza <strong>il</strong> sistema<br />

ottico, trovando un minimo.


Zemax


Funzione di merito


Schema ottico Newtoniano con<br />

oculare acromatico


Schema ottico oculare


Analisi qualità dell’immagine<br />

Spot diagram = diagramma dell’immagine, ossia la<br />

distribuzione geometrica <strong>dei</strong> raggi sul piano immagine<br />

Encircled energy<br />

Modulation transfer function


Diagramma dell’immagine Newtoniano<br />

Campo 7.2’<br />

Un <strong>telescopi</strong>o newtoniano<br />

soffre di coma, e di<br />

astigmatismo all’aumentare<br />

del campo.<br />

Poichè lo specchio primario<br />

è parabolico, non soffre di<br />

sferica, e l’oculare, può<br />

essere ottimizzato, con vetri<br />

opportuni per correggerla.


Diagramma dell’immagine Newtoniano<br />

Campo 24’


Frazioni di energia nell’immagine<br />

Dalla PSF deriva la frazione<br />

di EE, cioè la frazione<br />

dell’energia totale<br />

dell’immagine contenuta in<br />

un cerchio di dato raggio,<br />

centrato sul picco della<br />

PSF. Se c’è un’ oscurazione,<br />

come nel caso dello<br />

specchio secondario, si<br />

trasferisce energia dal<br />

disco di Airy, al primo<br />

anello luminoso. Ciò<br />

avviene lentamente fino a<br />

rapporti di oscurazione<br />

dell’ordine di 0.35, ma<br />

cresce rapidamente per<br />

oscurazioni da 0.4 in sù


Sistemi ottici con ostruzione<br />

Se <strong>il</strong> sistema ottico presenta oscurazioni, diminuisce l'area sottesa<br />

dalla curva della PSF compresa entro <strong>il</strong> diametro di Airy, e quindi<br />

l'energia contenuta entro lo stesso diametro. Anche, <strong>il</strong> diametro del<br />

disco di Airy decresce e diventa più piccolo al crescere<br />

dell'ostruzione centrale. Inoltre aumenta l'altezza relativa del picco<br />

secondario. L'energia contenuta nel disco centrale viene dunque<br />

trasferita ai picchi secondari e complessivamente l'energia<br />

concentrata dall'ottica viene dispersa su un'area più grande.


Funzione di trasferimento:<br />

contrasto d’immagine<br />

La funzione di trasferimento<br />

rappresenta <strong>il</strong> rapporto fra<br />

<strong>il</strong> contrasto dell’immagine,<br />

rispetto al contrasto<br />

dell’oggetto.<br />

E’ fondamentale per avere<br />

immagini nitide. Il fattore di<br />

oscurazione, e quindi<br />

l’ostruzione dello specchio<br />

secondario, va ridottto, per<br />

garantire un buon<br />

contrasto. Generalmente<br />

l’oscurazione non<br />

dovrebbe essere superiore<br />

al 30%.


Schema ottico per <strong>il</strong> Cassegrain a<br />

grande campo Ritchey-Chretien<br />

F/5.5<br />

Per correggere sferica e<br />

coma, si ottimizzano i valori<br />

delle costanti coniche<br />

degli specchi. Una è scelta<br />

per avere sferica zero. Dal<br />

suo valore si ricava l’altra<br />

imponendo che <strong>il</strong> coma<br />

sia nullo.


Correttore di campo per <strong>il</strong> Ritchey-<br />

Chretien F/5.5<br />

Per correggere le<br />

aberrazioni di campo e, in<br />

particolare avere<br />

un’immagine piana e non<br />

curva è stato progettato<br />

un correttore a tre lenti,<br />

con uno spianatore di<br />

campo.


Spot per <strong>il</strong> Ritchey-Chretien F/5.5


EE per <strong>il</strong> Ritchey-Chretien F/5.5


Dal progetto ottico alla realizzazione


Dal progetto ottico alla realizzazione


La fine….<br />

è un nuovo inizio…..

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