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Telescopi

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102 CAPITOLO 7. TELESCOPI<br />

lineare sul piano focale del telescopio. Come si vede dalla Fig. 7.1 :<br />

h<br />

F = tanα ∼ = α ⇒ h = F α ⇒ α 1<br />

=<br />

h F<br />

con α in radianti. Definiamo scala del telescopio la quantità S = θ<br />

h , dove θ =<br />

α · 206265 è la dimensione angolare della sorgente in secondi d’arco. Per cui:<br />

S = θ 206265<br />

=<br />

h F<br />

(7.1)<br />

La lunghezza focale si esprime in mm e la scala in unità di arcsec/mm.<br />

Quindi, nota la dimensione angolare di una sorgente e la focale del telescopio, è facilmente<br />

calcolabile la dimensione lineare dell’immagine che si forma sul piano focale.<br />

Consideriamo come esempio la Luna piena che ha un diametro angolare di circa 30’. Il<br />

telescopio di Asiago ha una scala di circa 17 ′′ /mm, e quindi la Luna ha un diametro<br />

di circa 106 mm sul piano focale. Il telescopio di Cima Ekar ha una scala di circa<br />

12.6 ′′ /mm e quindi la Luna ha un diametro lineare di circa 143 mm.<br />

Un telescopio con obiettivo più grande raccoglie una maggior quantità di luce, questa<br />

in particolare cresce con l’area della lente o dello specchio, quindi con il quadrato del<br />

raggio o del diametro. Quindi il 182 cm raccoglie 2.22 volte la luce raccolta dal 120 cm.<br />

D’altra parte, il 182 cm ha una lunghezza focale superiore al 120 cm, e questo implica<br />

che ogni mm 2 sul piano focale dei due telescopi corrisponde ad un’area di cielo minore<br />

nel caso del 182 cm (12.6×12.6 arcsec 2 ) rispetto al 120 cm (17×17 arcsec 2 ), e quindi<br />

minore quantià di luce raccolta. In particolare, dal rapporto (elevato al quadrato) fra<br />

le due lunghezze focali si ottiene un fattore circa 1.8 a favore del 120 cm, e quindi<br />

in definitiva il telescopio di Cima Ekar è appena 1.2 volte più luminoso del telescopio<br />

Galileo.<br />

Questi calcoli non sono in realtà corretti perché non tengono conto della presenza in<br />

entrambi i telescopi dello specchio secondario, che causa ostruzione. In particolare, il<br />

secondario del 182 cm ha un diametro di 58 cm, mentre il secondario del 120 cm ha un<br />

diametro di 52 cm. Per cui il rapporto fra la quantità di luce raccolta dallo specchio<br />

primario del 182 cm e quella raccolta dal 120 cm, vale (182 2 − 58 2 )/(120 2 − 52 2 )=2.54.<br />

In definitiva, il 180 cm è pi‘u luminoso del 120 cm di un fattore circa 1.4.<br />

Se accoppiamo due sistemi ottici, ad esempio due lenti, di cui una sarà l’obiettivo e<br />

l’altra l’oculare, in modo tale che i loro piani focali coincidano, possiamo calcolare l’ingrandimento<br />

prodotto da questo telescopio (Fig. 7.2):<br />

tanα = h<br />

F1<br />

tanβ = h<br />

F2

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