Alice in Wonderland - Bruno Osimo, traduzioni, semiotica della ...

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24.03.2013 Views

Le neutralizzazioni sono casi in cui un nome culturospecifico viene trasformato in uno non culturospecifico o in un riferimento “transculturale”. Non rimandano né alla cultura emittente né a quella ricevente, ma è empiricamente dimostrabile che il lettore tende ad “addomesticare” questo tipo di riferimenti. I calchi sono traduzioni letterali di nomi della lingua di partenza nella lingua d’arrivo, e in quanto tali essi conservano la stranezza semantica ma perdono l’aspetto straniero. Sono rari, nel corpus, sia gli esempi di neutralizzazione che i calchi. Tornando alla questione iniziale, ovvero se esista un collegamento tra il numero di procedure di adattamento e l’orientamento al destinatario, possiamo affermare che l’analisi del corpus non conferma il presupposto che le strategie di adattamento siano più frequenti nei libri per bambini che nelle traduzioni per adulti. Sia DE-REM che FR utilizzano per lo più tecniche di riproduzione pur avendo come destinatari i bambini, mentre DE-ENZ utilizza strategie di adattamento sebbene traduca per gli adulti. In diversi casi non è possibile ricorrere all’adattamento poiché le illustrazioni mostrano i referenti del testo della cultura emittente (cfr. «Gatto del Cheshire»). L’esempio di W. Rabbit dimostra che a volte le immagini possono causare ulteriori problemi traduttivi quando il testo in sé non sarebbe difficile da tradurre. Se il traduttore potesse modificare le illustrazioni a sua discrezione, certi problemi di traduzione sarebbero più facili da risolvere. 66

The last aspect I would like to mention is annotation. Notes are meta- texts, and meta-texts are usually referential. In Alice in Wonderland, the notes inform the reader about the appellative function(s) of the original. The problem with the explanation of puns or jokes is that it kills them: a joke that has to be explained is as dead as a Dodo. Moreover, the reader receives two texts, i.e., a text where the names seem to be purely identifying or referential, and another text that explains why these names are not purely referential. This procedure will necessarily change the whole communicative effect of a text. To my view, the decision for, or against, annotations must be guided by addressee-orientation. For an adult readership, it may be interesting to read the two texts, either “side by side” or one after the other. For children, one text will probably be sufficient. Consequently, in our corpus, annotations and translators’ commentaries are only found in the translations for adults (DE-ENZ and ES). 67

Le neutralizzazioni sono casi <strong>in</strong> cui un nome culturospecifico viene<br />

trasformato <strong>in</strong> uno non culturospecifico o <strong>in</strong> un riferimento “transculturale”.<br />

Non rimandano né alla cultura emittente né a quella ricevente, ma è<br />

empiricamente dimostrabile che il lettore tende ad “addomesticare” questo<br />

tipo di riferimenti. I calchi sono <strong>traduzioni</strong> letterali di nomi <strong>della</strong> l<strong>in</strong>gua di<br />

partenza nella l<strong>in</strong>gua d’arrivo, e <strong>in</strong> quanto tali essi conservano la stranezza<br />

semantica ma perdono l’aspetto straniero. Sono rari, nel corpus, sia gli<br />

esempi di neutralizzazione che i calchi.<br />

Tornando alla questione <strong>in</strong>iziale, ovvero se esista un collegamento tra il<br />

numero di procedure di adattamento e l’orientamento al dest<strong>in</strong>atario,<br />

possiamo affermare che l’analisi del corpus non conferma il presupposto che<br />

le strategie di adattamento siano più frequenti nei libri per bamb<strong>in</strong>i che<br />

nelle <strong>traduzioni</strong> per adulti. Sia DE-REM che FR utilizzano per lo più tecniche<br />

di riproduzione pur avendo come dest<strong>in</strong>atari i bamb<strong>in</strong>i, mentre DE-ENZ<br />

utilizza strategie di adattamento sebbene traduca per gli adulti.<br />

In diversi casi non è possibile ricorrere all’adattamento poiché le<br />

illustrazioni mostrano i referenti del testo <strong>della</strong> cultura emittente (cfr.<br />

«Gatto del Cheshire»). L’esempio di W. Rabbit dimostra che a volte le<br />

immag<strong>in</strong>i possono causare ulteriori problemi traduttivi quando il testo <strong>in</strong> sé<br />

non sarebbe difficile da tradurre. Se il traduttore potesse modificare le<br />

illustrazioni a sua discrezione, certi problemi di traduzione sarebbero più<br />

facili da risolvere.<br />

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