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Alice in Wonderland - Bruno Osimo, traduzioni, semiotica della ...

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spagnola, B. Conejo non è coerente con Conejo Blanco. Gli spagnoli usano<br />

due cognomi, quello del padre e quello <strong>della</strong> madre, perciò l’<strong>in</strong>tera<br />

espressione Conejo Blanco sarebbe un cognome perfetto, magari con<br />

l’aggiunta di un’<strong>in</strong>iziale qualsiasi per il primo nome, per esempio F. Conejo<br />

Blanco. Questa è la soluzione scelta dalla traduttrice brasiliana, che è<br />

fortunata perché Coelho Branco è effettivamente un cognome diffuso.<br />

4.3. Nomi riferiti a personaggi <strong>in</strong>ventati<br />

È tipico di <strong>Alice</strong> <strong>in</strong> <strong>Wonderland</strong> che, tranne pochissime eccezioni (come <strong>Alice</strong>,<br />

Pat, Bill), i personaggi <strong>in</strong>ventati non abbiano nomi nel senso convenzionale<br />

del term<strong>in</strong>e. I personaggi, per lo più animali o creature di fantasia, vengono<br />

solitamente presentati con una descrizione che più avanti viene usata come<br />

nome proprio semplicemente scrivendola con la lettera maiuscola. Per<br />

esempio, alla f<strong>in</strong>e del IV capitolo si legge: «Si alzò <strong>in</strong> punta di piedi e<br />

guardò oltre il bordo del fungo, e subito i suoi occhi <strong>in</strong>contrarono quelli di un<br />

grosso millepiedi blu, che se ne stava seduto lassù con le braccia conserte,<br />

fumando placido un lungo narghilé, senza prestare la m<strong>in</strong>ima attenzione a<br />

lei e a tutto il resto». Il capitolo successivo <strong>in</strong>izia con la seguente frase: «Il<br />

Millepiedi e <strong>Alice</strong> si squadrarono <strong>in</strong> silenzio per un po’ di tempo [...]»<br />

(corsivo di C.N.).<br />

Coniglio Bianco (White Rabbit) è uno dei numerosi nomi comuni<br />

trasformati <strong>in</strong> nomi propri: il Coniglio Bianco, il Topo, la Duchessa, il Grifone.<br />

Traducendo verso l<strong>in</strong>gue romanze è facile seguire semplicemente la<br />

strategia dell’autore di utilizzare la lettera maiuscola per i nomi comuni. In<br />

tedesco, però, tutti i sostantivi si scrivono con l’<strong>in</strong>iziale maiuscola, perciò<br />

non la si può usare per contrassegnarli come nomi propri. L’unica soluzione<br />

al dilemma sarebbe stata di usare i nomi senza l’articolo determ<strong>in</strong>ativo, ma<br />

nelle <strong>traduzioni</strong> tedesche del corpus questo metodo non viene utilizzato.<br />

Oltre a questo gruppo di nomi troviamo la personificazione delle carte<br />

da gioco: C<strong>in</strong>que, Due e Tre, <strong>in</strong>sieme a Re, Reg<strong>in</strong>a e Fante. Qui non ci sono<br />

problemi di traduzione, e le illustrazioni facilitano la comprensione del testo,<br />

specialmente per i lettori appartenenti a culture <strong>in</strong> cui si usano tipi diversi di<br />

carte da gioco.<br />

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