Alice in Wonderland - Bruno Osimo, traduzioni, semiotica della ...

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24.03.2013 Views

sortirebbe lo stesso effetto sul pubblico italiano. Quest’affermazione si basa sull’assenza, all’interno della parola «ghiro», di qualche suono che ricordi la parola «dormire» o qualche altra parola affine per significato (vedi esempio di Nord su «Dormouse»/«dormitory»). In realtà Nord non ha qui preso in considerazione proprio quei rimandi agli impliciti culturali che la parola «ghiro» evoca immediatamente a qualsiasi parlante italiano. Inoltre, leggendo la traduzione di Ruggero Bianchi, che Nord prende in considerazione nella sua analisi, troviamo addirittura l’esplicitazione di tale implicito culturale: «Ecco, ad ogni modo, il Ghiro ha detto...» proseguì il Cappellaio, guardandosi attorno con ansia per vedere se anche lui si sarebbe messo a negare. Ma il Ghiro non negò nulla, perché stava dormendo come un ghiro (Carroll 1993:110). Nell’originale invece compare soltanto il nome dell’animale e lo si descrive sì mentre dorme, ma senza fare rimandi culturali espliciti: ‘Well, at any rate, the Dormouse said—’ the Hatter went on, looking anxiously round to see if he would deny it too: but the Dormouse denied nothing, being fast asleep (Carroll 2002:101). L’analisi di Nord è comunque molto utile per chi si trova a tradurre testi, destinati a un pubblico adulto o infantile, che contengono nomi propri, siano essi nomi di personaggi storici, di luoghi, di persone conosciute dall’autore o nomi inventati, e nascondano o no informazioni sul personaggio o rimandi culturali. In particolare, come già detto, rimando al paragrafo 4.2. per l’analisi dei rimandi culturali impliciti nei nomi propri, che a loro volta danno luogo a giochi di parole. 22

Riferimenti bibliografici CAMMARATA, ADELE, La ricreazione di Alice, 2002, InTRAlinea – rivista online di traduttologia, disponibile in internet all’indirizzo http://www.intralinea.it/parallel/ita_more.php?id=138_0_31_0_C, consultato l’8 febbraio 2008. CARROLL, LEWIS, Alice’s Adventures in Wonderland, DjVu, 2002. CARROLL, LEWIS, Alice nel Paese delle Meraviglie, traduzione di Ruggero Bianchi, Milano, Mursia, 1993. DE MAURO, TULLIO, Il dizionario della lingua italiana per il terzo millennio, Torino, Paravia, 2007, disponibile in internet all’indirizzo http://www.demauroparavia.it/, consultato il 9 febbraio 2008. NORD, CHRISTIANE, Proper Names in Translations for Children – Alice in Wonderland as a Case in Point, Les Presses de l'Université de Montréal, 2003, volume 48, n. 1/2, mag. OSIMO, BRUNO, Manuale del traduttore, Milano, Hoepli, 2004. 23

sortirebbe lo stesso effetto sul pubblico italiano. Quest’affermazione si basa<br />

sull’assenza, all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> parola «ghiro», di qualche suono che ricordi la<br />

parola «dormire» o qualche altra parola aff<strong>in</strong>e per significato (vedi esempio<br />

di Nord su «Dormouse»/«dormitory»). In realtà Nord non ha qui preso <strong>in</strong><br />

considerazione proprio quei rimandi agli impliciti culturali che la parola<br />

«ghiro» evoca immediatamente a qualsiasi parlante italiano. Inoltre,<br />

leggendo la traduzione di Ruggero Bianchi, che Nord prende <strong>in</strong><br />

considerazione nella sua analisi, troviamo addirittura l’esplicitazione di tale<br />

implicito culturale:<br />

«Ecco, ad ogni modo, il Ghiro ha detto...» proseguì il Cappellaio,<br />

guardandosi attorno con ansia per vedere se anche lui si sarebbe messo<br />

a negare. Ma il Ghiro non negò nulla, perché stava dormendo come un<br />

ghiro (Carroll 1993:110).<br />

Nell’orig<strong>in</strong>ale <strong>in</strong>vece compare soltanto il nome dell’animale e lo si descrive sì<br />

mentre dorme, ma senza fare rimandi culturali espliciti:<br />

‘Well, at any rate, the Dormouse said—’ the Hatter went on, look<strong>in</strong>g<br />

anxiously round to see if he would deny it too: but the Dormouse<br />

denied noth<strong>in</strong>g, be<strong>in</strong>g fast asleep (Carroll 2002:101).<br />

L’analisi di Nord è comunque molto utile per chi si trova a tradurre testi,<br />

dest<strong>in</strong>ati a un pubblico adulto o <strong>in</strong>fantile, che contengono nomi propri, siano<br />

essi nomi di personaggi storici, di luoghi, di persone conosciute dall’autore o<br />

nomi <strong>in</strong>ventati, e nascondano o no <strong>in</strong>formazioni sul personaggio o rimandi<br />

culturali. In particolare, come già detto, rimando al paragrafo 4.2. per<br />

l’analisi dei rimandi culturali impliciti nei nomi propri, che a loro volta danno<br />

luogo a giochi di parole.<br />

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