2011_FP_01_ITA_CCDR_FondazionePrada

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12.03.2013 Views

evento speciale alla Tate Modern di Londra. Nel frattempo sono emerse altre due “storie segrete”: nel 2005 “La storia segreta del cinema asiatico”, dedicata ai film giapponesi e cinesi, e l’anno seguente “La storia segreta del cinema russo”, entrambe presentate al Festival del Cinema di Venezia e negli spazi milanesi della Fondazione. Nel 2004 il programma dedicato alle arti visive include “Trilogia della Morte” di Francesco Vezzoli, progetto composto da un’installazione e da un reality show televisivo – entrambi ispirati al cinema di Pier Paolo Pasolini – che vede la partecipazione di stelle del cinema come Catherine Deneuve, Marianne Faithfull, Antonella Lualdi e Jeanne Moreau. Nel 2005 la Fondazione Prada presenta la prima personale italiana di Steve McQueen, artista noto per il suo raffinato uso del film, in cui alterna momenti di grande intensità ad altri di alienante disperazione. L’anno seguente, in primavera, gli spazi della Fondazione ospitano una mostra di Tom Sachs, che propone una provocatoria parodia del consumismo e del mercato dei prodotti di lusso. Nella primavera del 2007 la Fondazione Prada presenta la personale di Tobias Rehberger “On Otto”, con un progetto appositamente concepito. Commissionato dalla Fondazione, “On Otto” prevede la produzione di un film – con la partecipazione di Kim Basinger, Willem Dafoe, Emmy Rossum, Justin Henry e Danny DeVito, con musiche di Ennio Morricone – e un’installazione architettonica. Nel giugno dello stesso anno la Fondazione espone un progetto di Thomas Demand alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La mostra comprende due grandi installazioni: Yellowcake, composta da una serie di fotografie recenti, le quali esplorano un luogo di Roma che ebbe un ruolo determinante nell’intervento militare degli Stati Uniti in Iraq, e Processo grottesco, che indaga alcuni aspetti del metodo di lavoro con cui Demand ha realizzato una delle sue opere più importanti, Grotto (2006). Nella primavera del 2008, l’artista Nathalie Djurberg propone “Turn into Me”, un progetto composto da una serie di costruzioni che evocano frammenti del corpo umano, inseriti in proiezioni video. Nell’estate del 2009 “Turn into Me” è riallestita, con elementi nuovi, al Prada Transformer di Seoul. Dopo oltre 15 anni di attività, la Fondazione Prada sente il bisogno di espandere il suo spazio espositivo e di ampliare la sua prospettiva culturale. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli commissionano all’Office of Metropolitan Architecture (OMA), guidato da Rem Koolhaas, la riprogettazione e la trasformazione di un sito industriale dei primi del Novecento nella zona sud di Milano per creare nuovi spazi per la Fondazione. Dal novembre 2008 al giugno 2009, la Fondazione Prada gestisce The Double Club a Londra, un progetto temporaneo concepito dall’artista tedesco Carsten Höller come occasione di dialogo tra la musica, lo stile di vita, le arti e il design occidentali e congolesi. Nel giugno del 2009, negli spazi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Fondazione Prada organizza un’antologica dell’artista americano John Wesley, curata da Germano Celant. È la mostra più completa mai dedicata all’arte di Wesley. Nell’ottobre del 2010 la Fondazione presenta “Variations”, un allestimento concepito dall’artista americano John Baldessari, che comprende nove sculture vestite. Nell’aprile del 2011 gli spazi della Fondazione Prada accolgono “Ex Limbo”, un progetto del collettivo Rotor che si concentra sugli elementi architettonici e scenografici realizzati per le sfilate di moda ideate da Prada e OMA nell’arco di un decennio. Nello stesso periodo, la Fondazione annuncia l’apertura di un nuovo spazio espositivo a Ca’ Corner della Regina, prestigioso palazzo settecentesco affacciato sul Canal Grande a Venezia. Questo importante edificio storico, che la Fondazione Musei Civici di Venezia ha reso disponibile per un periodo di 6-12 anni, s’inaugura con una mostra complessa e articolata che rispecchia l’attività multiforme della Fondazione Prada.

evento speciale alla Tate Modern di Londra. Nel frattempo sono emerse altre due “storie segrete”: nel 2005 “La storia segreta<br />

del cinema asiatico”, dedicata ai film giapponesi e cinesi, e l’anno seguente “La storia segreta del cinema russo”, entrambe<br />

presentate al Festival del Cinema di Venezia e negli spazi milanesi della Fondazione.<br />

Nel 2004 il programma dedicato alle arti visive include “Trilogia della Morte” di Francesco Vezzoli, progetto composto da<br />

un’installazione e da un reality show televisivo – entrambi ispirati al cinema di Pier Paolo Pasolini – che vede la partecipazione<br />

di stelle del cinema come Catherine Deneuve, Marianne Faithfull, Antonella Lualdi e Jeanne Moreau.<br />

Nel 2005 la Fondazione Prada presenta la prima personale italiana di Steve McQueen, artista noto per il suo raffinato uso del<br />

film, in cui alterna momenti di grande intensità ad altri di alienante disperazione. L’anno seguente, in primavera, gli spazi della<br />

Fondazione ospitano una mostra di Tom Sachs, che propone una provocatoria parodia del consumismo e del mercato dei<br />

prodotti di lusso.<br />

Nella primavera del 2007 la Fondazione Prada presenta la personale di Tobias Rehberger “On Otto”, con un progetto<br />

appositamente concepito. Commissionato dalla Fondazione, “On Otto” prevede la produzione di un film – con la<br />

partecipazione di Kim Basinger, Willem Dafoe, Emmy Rossum, Justin Henry e Danny DeVito, con musiche di Ennio Morricone<br />

– e un’installazione architettonica. Nel giugno dello stesso anno la Fondazione espone un progetto di Thomas Demand alla<br />

Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La mostra comprende due grandi installazioni: Yellowcake, composta da una serie di<br />

fotografie recenti, le quali esplorano un luogo di Roma che ebbe un ruolo determinante nell’intervento militare degli Stati<br />

Uniti in Iraq, e Processo grottesco, che indaga alcuni aspetti del metodo di lavoro con cui Demand ha realizzato una delle sue<br />

opere più importanti, Grotto (2006).<br />

Nella primavera del 2008, l’artista Nathalie Djurberg propone “Turn into Me”, un progetto composto da una serie di<br />

costruzioni che evocano frammenti del corpo umano, inseriti in proiezioni video. Nell’estate del 2009 “Turn into Me” è<br />

riallestita, con elementi nuovi, al Prada Transformer di Seoul. Dopo oltre 15 anni di attività, la Fondazione Prada sente<br />

il bisogno di espandere il suo spazio espositivo e di ampliare la sua prospettiva culturale. Miuccia Prada e Patrizio<br />

Bertelli commissionano all’Office of Metropolitan Architecture (OMA), guidato da Rem Koolhaas, la riprogettazione e<br />

la trasformazione di un sito industriale dei primi del Novecento nella zona sud di Milano per creare nuovi spazi per la<br />

Fondazione.<br />

Dal novembre 2008 al giugno 2009, la Fondazione Prada gestisce The Double Club a Londra, un progetto temporaneo<br />

concepito dall’artista tedesco Carsten Höller come occasione di dialogo tra la musica, lo stile di vita, le arti e il design<br />

occidentali e congolesi. Nel giugno del 2009, negli spazi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Fondazione Prada<br />

organizza un’antologica dell’artista americano John Wesley, curata da Germano Celant. È la mostra più completa mai<br />

dedicata all’arte di Wesley.<br />

Nell’ottobre del 2<strong>01</strong>0 la Fondazione presenta “Variations”, un allestimento concepito dall’artista americano John Baldessari,<br />

che comprende nove sculture vestite.<br />

Nell’aprile del <strong>2<strong>01</strong>1</strong> gli spazi della Fondazione Prada accolgono “Ex Limbo”, un progetto del collettivo Rotor che si concentra<br />

sugli elementi architettonici e scenografici realizzati per le sfilate di moda ideate da Prada e OMA nell’arco di un decennio.<br />

Nello stesso periodo, la Fondazione annuncia l’apertura di un nuovo spazio espositivo a Ca’ Corner della Regina, prestigioso<br />

palazzo settecentesco affacciato sul Canal Grande a Venezia. Questo importante edificio storico, che la Fondazione Musei<br />

Civici di Venezia ha reso disponibile per un periodo di 6-12 anni, s’inaugura con una mostra complessa e articolata che<br />

rispecchia l’attività multiforme della Fondazione Prada.

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