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2011_FP_01_ITA_CCDR_FondazionePrada

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Fondazione Prada - Milano<br />

L’attenzione e l’interesse di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli per il mondo dell’arte contemporanea porta nel 1993 alla nascita<br />

di “PradaMilanoArte”, uno spazio espositivo dedicato alla scultura contemporanea. Il programma intende presentare ai<br />

milanesi e al pubblico internazionale “le più profonde provocazioni mentali dell’arte del nostro tempo,” come spiega Miuccia<br />

Prada. Le prime mostre, con opere di Eliseo Mattiacci, Nino Franchina (entrambe nel 1993) e David Smith (1995), presentano<br />

installazioni strettamente correlate allo spazio espositivo, un edificio industriale dismesso e recuperato. In occasione di ogni<br />

mostra PradaMilanoArte pubblica un catalogo con testi critici e contributi degli artisti stessi.<br />

Nel 1995, in seguito a una riorganizzazione, PradaMilanoArte diventa la Fondazione Prada. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli,<br />

insieme al curatore e storico dell’arte Germano Celant, pianificano il nuovo corso dell’istituzione, focalizzato sull’interesse<br />

condiviso per l’arte, la fotografia, il cinema, il design e l’architettura. Invece di esporre opere già presenti negli atelier,<br />

la Fondazione incoraggia la creazione di progetti che gli artisti hanno sempre sognato di realizzare e concepiranno<br />

appositamente per i suoi spazi.<br />

Il nuovo programma s’inaugura con una mostra dedicata ad Anish Kapoor (1995), cui segue la prima personale dedicata<br />

in Italia a Michael Heizer (1996). L’attività espositiva continua con Louise Bourgeois (1997) e con le prime personali italiane<br />

di Dan Flavin (1997) e Walter De Maria (1999). L’impegno editoriale si concentra su una serie di monografie degli artisti che<br />

espongono negli spazi della Fondazione, con analisi approfondite del loro lavoro, e su volumi di carattere sperimentale<br />

dedicati a temi specifici.<br />

Dal 1997, la Fondazione estende il suo impegno alla promozione di progetti che interessano l’ambiente urbano e la cultura<br />

della città. Iniziative come l’installazione permanente di Dan Flavin a Santa Maria Annunziata in Chiesa Rossa a Milano e<br />

il progetto di Laurie Anderson “Dal Vivo” (1998), che coinvolge il carcere milanese di San Vittore, riscuotono un notevole<br />

successo. Inoltre, presentando artisti emergenti come Sam Taylor-Wood (1998) e Mariko Mori (1999), che utilizzano linguaggi<br />

quali il film, il video e la fotografia, la Fondazione seguita a dedicarsi alle tendenze più rilevanti dell’arte contemporanea.<br />

Le mostre di Marc Quinn e Carsten Höller, entrambe allestite nel 2000, espongono complesse installazioni recenti, mentre nel<br />

20<strong>01</strong> una mostra di respiro storico documenta la produzione di Enrico Castellani dal 1958 al 1970.<br />

Nella primavera del 2002 la Fondazione Prada organizza una personale di Barry McGee, e in autunno presenta la più vasta<br />

esposizione mai dedicata a Tom Friedman; entrambi gli artisti espongono per la prima volta in Italia. Con la successiva<br />

mostra dedicata ad Andreas Slominski (2003), lo spazio espositivo viene disseminato di piccole trappole e oggetti nonsense,<br />

mentre la retrospettiva dedicata a Giulio Paolini (2003) ripercorre la produzione dell’artista dal 1960 al 1972 esponendo una<br />

cinquantina di opere.<br />

Tenendo fede alla sua vocazione multidisciplinare, dal 20<strong>01</strong> la Fondazione rivolge la sua attenzione all’architettura, alla<br />

filosofia, alla scienza, al design e al cinema. Gli innovativi progetti ideati da Rem Koolhaas e dall’Office of Metropolitan<br />

Architecture (OMA) per gli Epicentri di Prada a New York, San Francisco e Los Angeles, come quelli di Herzog & de Meuron<br />

per l’Epicentro di Tokyo, sono esposti alla Fondazione, accompagnati da una pubblicazione. Nel convegno intitolato “La<br />

sfida” (2002), il confronto tra diverse esperienze personali e professionali contribuisce all’approfondimento del concetto<br />

di sfida, mentre il simposio “Arte e icona” (2006) sonda la natura dell’immagine attraverso il dialogo con vari artisti che<br />

utilizzano la fotografia, il video e il cinema per esprimere la loro analisi critica del mondo contemporaneo.<br />

Nel 2003 la Fondazione sigla un accordo di collaborazione a lungo termine con l’Università Vita-Salute San Raffaele di<br />

Milano, per progetti scientifici e culturali. Il primo atto dell’accordo è il sostegno della Fondazione al Dipartimento di<br />

Filosofia, presieduto dal professor Massimo Cacciari. Tra il 2003 e il 2006, le due istituzioni organizzano anche una serie di<br />

convegni interdisciplinari: “Filosofia e storia: riconsiderare l’11 settembre”, “Arte e terrore”, “Il dialogo filosofico tra Europa e<br />

Giappone sul pensiero del XX secolo”.<br />

Nell’ottobre 2004, in collaborazione con il Tribeca Film Festival – fondato da Robert De Niro, Jane Rosenthal e Craig Hatkoff<br />

– la Fondazione presenta una selezione delle pellicole più interessanti del Festival. Nello stesso anno, la Fondazione Prada<br />

collabora con la Biennale di Venezia per la riscoperta e il restauro di film dimenticati o ingiustamente trascurati. “La storia<br />

segreta del cinema italiano” è presentata al Festival del Cinema di Venezia, negli spazi della Fondazione Prada e, dopo aver<br />

partecipato a diversi festival internazionali, nel 2006 “La storia segreta del cinema italiano” è ancora protagonista di un


evento speciale alla Tate Modern di Londra. Nel frattempo sono emerse altre due “storie segrete”: nel 2005 “La storia segreta<br />

del cinema asiatico”, dedicata ai film giapponesi e cinesi, e l’anno seguente “La storia segreta del cinema russo”, entrambe<br />

presentate al Festival del Cinema di Venezia e negli spazi milanesi della Fondazione.<br />

Nel 2004 il programma dedicato alle arti visive include “Trilogia della Morte” di Francesco Vezzoli, progetto composto da<br />

un’installazione e da un reality show televisivo – entrambi ispirati al cinema di Pier Paolo Pasolini – che vede la partecipazione<br />

di stelle del cinema come Catherine Deneuve, Marianne Faithfull, Antonella Lualdi e Jeanne Moreau.<br />

Nel 2005 la Fondazione Prada presenta la prima personale italiana di Steve McQueen, artista noto per il suo raffinato uso del<br />

film, in cui alterna momenti di grande intensità ad altri di alienante disperazione. L’anno seguente, in primavera, gli spazi della<br />

Fondazione ospitano una mostra di Tom Sachs, che propone una provocatoria parodia del consumismo e del mercato dei<br />

prodotti di lusso.<br />

Nella primavera del 2007 la Fondazione Prada presenta la personale di Tobias Rehberger “On Otto”, con un progetto<br />

appositamente concepito. Commissionato dalla Fondazione, “On Otto” prevede la produzione di un film – con la<br />

partecipazione di Kim Basinger, Willem Dafoe, Emmy Rossum, Justin Henry e Danny DeVito, con musiche di Ennio Morricone<br />

– e un’installazione architettonica. Nel giugno dello stesso anno la Fondazione espone un progetto di Thomas Demand alla<br />

Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La mostra comprende due grandi installazioni: Yellowcake, composta da una serie di<br />

fotografie recenti, le quali esplorano un luogo di Roma che ebbe un ruolo determinante nell’intervento militare degli Stati<br />

Uniti in Iraq, e Processo grottesco, che indaga alcuni aspetti del metodo di lavoro con cui Demand ha realizzato una delle sue<br />

opere più importanti, Grotto (2006).<br />

Nella primavera del 2008, l’artista Nathalie Djurberg propone “Turn into Me”, un progetto composto da una serie di<br />

costruzioni che evocano frammenti del corpo umano, inseriti in proiezioni video. Nell’estate del 2009 “Turn into Me” è<br />

riallestita, con elementi nuovi, al Prada Transformer di Seoul. Dopo oltre 15 anni di attività, la Fondazione Prada sente<br />

il bisogno di espandere il suo spazio espositivo e di ampliare la sua prospettiva culturale. Miuccia Prada e Patrizio<br />

Bertelli commissionano all’Office of Metropolitan Architecture (OMA), guidato da Rem Koolhaas, la riprogettazione e<br />

la trasformazione di un sito industriale dei primi del Novecento nella zona sud di Milano per creare nuovi spazi per la<br />

Fondazione.<br />

Dal novembre 2008 al giugno 2009, la Fondazione Prada gestisce The Double Club a Londra, un progetto temporaneo<br />

concepito dall’artista tedesco Carsten Höller come occasione di dialogo tra la musica, lo stile di vita, le arti e il design<br />

occidentali e congolesi. Nel giugno del 2009, negli spazi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Fondazione Prada<br />

organizza un’antologica dell’artista americano John Wesley, curata da Germano Celant. È la mostra più completa mai<br />

dedicata all’arte di Wesley.<br />

Nell’ottobre del 2<strong>01</strong>0 la Fondazione presenta “Variations”, un allestimento concepito dall’artista americano John Baldessari,<br />

che comprende nove sculture vestite.<br />

Nell’aprile del <strong>2<strong>01</strong>1</strong> gli spazi della Fondazione Prada accolgono “Ex Limbo”, un progetto del collettivo Rotor che si concentra<br />

sugli elementi architettonici e scenografici realizzati per le sfilate di moda ideate da Prada e OMA nell’arco di un decennio.<br />

Nello stesso periodo, la Fondazione annuncia l’apertura di un nuovo spazio espositivo a Ca’ Corner della Regina, prestigioso<br />

palazzo settecentesco affacciato sul Canal Grande a Venezia. Questo importante edificio storico, che la Fondazione Musei<br />

Civici di Venezia ha reso disponibile per un periodo di 6-12 anni, s’inaugura con una mostra complessa e articolata che<br />

rispecchia l’attività multiforme della Fondazione Prada.

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