Merano Magazine 01 2013

status di città degli sport acquatici tout court. Soltanto di recente le acque del Passirio sono
state rese liberamente accessibili alla popolazione in pieno centro cittadino. Bisogna considerare
che fino all’anno 2000 ciò si rendeva altamente sconsigliabile per via dell’allora carente
opera di depurazione.
Oggi l’acqua del Passirio ha riacquistato un’elevata qualità. Ne sono indicatori biologici per
esempio i macroinvertebrati acquatici (insetti, larve, ecc.). Numero e tipologia di queste forme
di vita forniscono informazioni sulla quantità di ossigeno e svelano la qualità dell’acqua. La permanenza
in prossimità di corsi d’acqua e bacini idrici naturali riveste un alto valore ricreativo. E
non è un caso se una buona parte delle Passeggiate si sviluppa lungo il fiume cittadino. Al di là
di queste vicende storiche, anche a Merano bisogna fare i conti con il normale approvvigionamento
di acqua per i servizi e l’uso quotidiano. Ciò che diamo per scontato è invece un bene
molto prezioso che richiede uno sforzo distributivo non indifferente.
Dal cielo alla gente
In Alto Adige le precipitazioni arrivano a sfiorare i 5.000 milioni m³ annui. Rispetto ad essi il fabbisogno
idrico di 150 milioni m³ in agricoltura, 75 milioni m³ nell’industria, 45 milioni m³ in acqua
da bere e 3,5 milioni m³ per la produzione della neve artificiale, sembrano cosa da poco. L’acqua,
dunque, non viene utilizzata solo in funzione di acqua potabile, ma anche per i più disparati usi
quotidiani, oppure per abbeverare gli animali, per l’allevamento ittico. L’area meranese si distingue
per una serie di particolarità. Mentre di media il 60 % delle acque altoatesine proviene da
fonti sorgive, a Merano questa percentuale tocca il 99 %. Con un basso tenore calcareo, l’acqua
meranese può essere definita un'acqua morbida. Delle 17.500 fonti complessive censite in Alto
Adige, alcune fra le più rinomate sono situate nel Meranese e sono state sfruttate sin da subito
in ambito turistico. Molte fonti sorgive storiche sono riconoscibili fin dal loro nome, come per
esempio Bad Egart (Parcines), Lotterbad (Ultimo), i ben noti Mitterbad e Bad Lad (entrambi a
San Pancrazio), oppure Bärenbad ai 1.548 metri di altitudine di Monte San Vigilio (Lana). La gran
parte della popolazione non sa dove si trovino esattamente, ma possono essere facilmente localizzate
grazie ad una precisa descrizione dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
Sorgenti della Val Venosta e della Val Passiria
L’Azienda servizi municipalizzati di Merano si occupa sin dal 1998 dell’approvvigionamento delle
acque di Merano, ed è quindi competente per la conservazione e manutenzione della rete
distributiva. L’acqua proviene da 25 fonti che però si trovano, anche sorprendentemente, per
buona parte in Val Passiria e Val Venosta – e non a Merano – compresa l’adiacente Val di Nova.
Da lì, l’acqua viene fatta confluire in sei bacini di raccolta, quelli di Marlengo, Quarazze, Monte
San Zeno, Waidmann, Grumser e Val di Nova. Sei pozzi artesiani rimangono a disposizione
in funzione di riserva idrica. Le fonti sono tutte protette in considerazione dell’importanza che
riveste per la popolazione l’approvigionamento idrico. Le cinque aree di raccolta tutelate dalla
legge prevedono tre micro e macro zone. Fino a non molto tempo fa il bacino idrico veniva controllato
dal personale della municipalizzata; da poco è stato istituito un sistema video di controllo
a distanza. Con questo sistema vengono controllate la temperatura e la quantità di acqua
in afflusso e deflusso. Le sorgenti vengono analizzate una volta al mese. Nella sola Merano la
rete distributiva raggiunge i 120 chilometri di lunghezza. I meranesi consumano tra i 150 e 200
litri di acqua giornalieri, corrispondenti in sostanza ai valori medi mitteleuropei. Irrigazione e
turismo fanno sì che in estate vengano toccate punte che superano i 500 litri quotidiani.
Acqua termale e minerale di Merano
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Delle fonti sorgive altoatesine, 30 sono state classificate come minerali dalla giunta provinciale.
Fra queste si annoverano le citate sorgenti di Bad Lad, Bad Egart, Bärenbad, le fonti termali di
Monte San Vigilio, così come le acque del Tauferer Badl a Cermes e quelle del Völlaner Badl oppure
di Bad Kochenmoos nel territorio comunale di Naturno, presso Stava. L’acqua minerale è
un prodotto che proviene dall’acqua piovana e dal fondo sassoso del sottosuolo e si differenzia
dall’acqua potabile per la sua purezza naturale, per il suo contenuto in elementi minerali e per
gli effetti benefici dei suoi componenti. Negli anni Trenta del secolo scorso erano state scoperte
in località Bagni dell’orso a Monte San Vigilio fuoriuscite d’acqua. Esse furono incanalate ed
analizzate. Dopo i positivi risultati si iniziò nel 1960 l’attività di imbottigliamento di quell’acqua
minerale che oggi è in commercio con il nome di acqua minerale Merano. Considerata per i suoi
effetti sedativi, ipotensivi e analgesici, l’acqua ricca di radon di Monte San Vigilio è utilizzata
dal 1972 per le cure termali. Vanta inoltre un effetto benefico sulle vie respiratorie e dà il suo
contributo nel trattamento delle allergie. Le inalazioni e i bagni termali furono introdotti dal
Trinkwasserqualität
Requisiti di potabilità
Die wichtigsten Parameter
zur Beschreibung der Trinkwasserqualität
sind:
➤ Säuergrad (pH)
➤ spezifische elektrische
Leitfähigkeit
➤ die Gesamthärte
Richtwert Meraner
Wasser
pH-Wert >6,5