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EROS RAMAZZOTTI VASCO ROSSI GREEN DAY - Sound and Lite

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Scheda Tecnica<br />

Personale e Aziende<br />

Produzione italiana Live Nation Italy<br />

Danilo Zuffi<br />

Alberto Müller<br />

Produzione Performance Environment<br />

Design<br />

Justin Collie /Artfag LLC<br />

Lighting/Video Designer Justin Collie<br />

Lighting/Show Director Kevin Cauley<br />

Lighting Crew Chief Kevin Tyler<br />

Lighting Techs Moss Everhard<br />

Ryan Middlemiss<br />

Bob Slayton<br />

Neil Johnson<br />

Production Electrician Jerry Smith<br />

Fonico FoH Kevin Lemoine<br />

Fonico Palco Beau Alex<strong>and</strong>er<br />

PA Jason Vrobel<br />

Direttore video Rob McShane<br />

Crew Chief Video Chad McClymonds<br />

Tecnico LED Rusty Wingfield<br />

Videoproiezioni Alex Castaneda<br />

Direttore di Produzione Greg Dean<br />

Service audio Clair Brothers/Audio Rent<br />

Service luci Epic Production Technologies<br />

Service video Chaos Visual Productions<br />

Scenografia Accurate Staging<br />

Stage Drapery Sew What? Inc.<br />

(Megan Duckett)<br />

Effetti pirotecnici Pyrotek Special Effects<br />

Materiale luci e video<br />

2 Gr<strong>and</strong>MA + 2 spare<br />

37 Martin MAC III<br />

30 Vari*<strong>Lite</strong> VL 3500 Wash<br />

7 Vari*<strong>Lite</strong> VL 1000<br />

12 iPix BB4<br />

39 “Fag Pod”, ciascuno composto di:<br />

1 Martin Atomic 3000<br />

1 Martin Atomic Colors<br />

2 i‑Pix BB4<br />

14 Color Kinetics Color Reach<br />

6 Lycian M2<br />

78 gennaio/febbraio 2010 - n.81<br />

5 Syncrolite MX 3000s<br />

279 Winvision 18,75 mm<br />

4 Barco FLM R20<br />

1 Sony DF‑50<br />

3 Sony Robo Cam<br />

Materiale Audio<br />

FoH<br />

28 Clair Global i‑5 with i‑5B (mains)<br />

24 Clair Global i‑3 (sides)<br />

16 Clair Global BT‑218 Subwoofers<br />

10 Clair Global P‑2 (front fill)<br />

Lab.gruppen PLM 10000<br />

Lab.gruppen PLM 14000<br />

1 Midas XL4<br />

2 Lexicon PCM 42<br />

1 TC Electronic 2290<br />

1 Lexicon 960L<br />

3 Smart Research C2<br />

1 Clair iO<br />

1 BSS 901 Series II<br />

5 Empirical Labs EL‑8 Distressor<br />

Palco<br />

1 Studer Vista 5<br />

6 Sennheiser G2 Wireless<br />

con Ultimate Ears UE11<br />

2 Clair I5<br />

2 Shure UHF<br />

con Capsule Telefunken M‑80<br />

Telefunken ELA M‑80<br />

Telefunken M216<br />

Neumann TLM103<br />

Neumann TLM170<br />

Neumann U47 FET<br />

Neumann KM184<br />

AKG D12<br />

AKG C 414B‑TL II<br />

Shure SM7<br />

Shure Beta 91<br />

Shure Beta 98<br />

Placid Audio Copperphone<br />

ho fatto diverse cose. Secondo me l’approccio<br />

tecnico può variare, ma l’approccio obbiettivo è<br />

sempre uguale: mixare l’artista così che il pubblico<br />

lo senta nel modo in cui è abituato a sentirlo.<br />

Il gr<strong>and</strong>e pubblico è qui perché ha sentito dei dischi<br />

che gli sono piaciuti... il gruppo deve suonare<br />

come lo conoscono o il suono non è “buono”.<br />

Lo show<br />

Il palasport è strapieno, il pubblico è gomito<br />

a gomito fino all’uscita, una cosa mai vista.<br />

L’audio è potentissimo ma non assordante,<br />

con un mix che riporta molto bene il<br />

“sound” della b<strong>and</strong>. Lemoine è molto bravo<br />

a rendere “limpido il distorto”, com’è<br />

necessario con questo tipo di musica, e<br />

devo anche dire che ancora non ho sentito<br />

suonare male un impianto Clair.<br />

Lo spettacolo visivo è ben fatto, con<br />

contenuti veramente coinvolgenti. Il<br />

panorama urbano viene costruito,<br />

trasformato in una città di giorno,<br />

poi in una città di notte, e durante<br />

vari brani viene bruciato, bombardato,<br />

terremotato, ecc., con<br />

elementi proiettati nella zona<br />

centrale. Lo schermo a forma di<br />

città si dimostra molto versatile per effetti<br />

di “inquadramento” delle proiezioni centrali. Un’unica<br />

critica potrebbe riguardare il fatto che le proiezioni risultavano<br />

forse meno contrastate di quanto sarebbe servito,<br />

probabilmente per via della superficie nera del ciclorama.<br />

Invenzione interessante il “Fag Pod”, utilizzabile come un<br />

molefay da otto con cambiacolori (lo strobo in centro fornisce<br />

la botta), ma poi con i singoli elementi dei BB4 indirizzabili<br />

individualmente, sfruttati per di più in maniera<br />

molto creativa.<br />

L’operatore Kevin Cauley, insieme a Rob McShane e Chad<br />

McClymonds, rimangono molto all’erta, perché entro il sesto<br />

o settimo brano la b<strong>and</strong> ha già deviato totalmente dalla<br />

scaletta, lanci<strong>and</strong>osi in varie cover improvvisate di AC/DC e<br />

Black Sabbath, anticip<strong>and</strong>o brani dalla fine della lista e tir<strong>and</strong>o<br />

fuori brani che non si trovavano neanche sulla lista!<br />

Varie volte, dalla regia guardavamo sullo schermo dell’Encore<br />

i contenuti video per il brano che avrebbero dovuto<br />

suonare, mentre Cauley semplicemente entrava in controllo<br />

live, abbass<strong>and</strong>o (à la KISS) un’insegna Green Day che lampeggia<br />

in vari colori e Rob e Chad <strong>and</strong>avano all’I-Mag ed<br />

applicavano effetti al volo.<br />

È la seconda volta quest’anno che, dopo un concerto, sono<br />

costretto a cambiare un’idea che mi porto dietro da un paio<br />

di decenni. Non dico che non mi piacessero i Green Day in<br />

precedenza, ma solo che avevo prestato al gruppo pochissima<br />

attenzione e forse l’avevo liquidato come un prodotto<br />

artificioso... il vecchio discorso del “punk sells out”. È<br />

così? Dopo questo concerto posso solo dire “ma chi se ne<br />

frega?”, perché Green Day è stato il concerto più divertente<br />

che abbia mai visto svolgersi su un palco di gr<strong>and</strong>i dimensioni.<br />

Sono stati i primi che abbia mai visto in grado di<br />

trasformare con successo un concerto in palasport in una<br />

serata da club underground.<br />

La loro ispirazione e i loro testi possono essere un’aperta<br />

denuncia dello stato di degrado della cultura occidentale e<br />

della disperata apatia della gioventù delusa di questo nuo-<br />

vo secolo, ma questi concetti, se<br />

espressi con intere batterie di mitragliatrici<br />

ad acqua e fucili spara-carta<br />

igienica, sono rock&roll,<br />

e tendono a deprimere poco.<br />

Dopo le prime note, Billie Joe<br />

Armstrong ha già il pubblico in<br />

pugno ed alla fine del primo brano<br />

ce l’ha in tasca. Suonano per<br />

2 h 45’ filate con il livello energetico<br />

al massimo e si fermano solo<br />

il tempo di far salire sul palco a<br />

suonare e cantare ragazzi eccitatissimi<br />

scelti a caso tra il pubblico<br />

(formano una b<strong>and</strong> intera e gli<br />

fanno eseguire un brano: quella<br />

sera a Bologna gli è <strong>and</strong>ata bene,<br />

i ragazzi che hanno tirato su sapevano<br />

veramente suonare... mi<br />

hanno detto che ci sono serate<br />

meno fortunate che comunque<br />

sono ancora più divertenti).<br />

Insomma, per chi ama l’atmosfera<br />

da festa che si trova nelle performance<br />

in cui la musica è energica<br />

ed i musicisti sono intrattenitori<br />

spontanei, i Green Day sono proprio<br />

da non perdere e, visto che<br />

all’inizio dell’estate 2010 tornano<br />

negli stadi da questa parte<br />

dell’Atlantico, magari a vederli ci<br />

torno anch’io.<br />

www.soundlite.it<br />

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