EROS RAMAZZOTTI VASCO ROSSI GREEN DAY - Sound and Lite
EROS RAMAZZOTTI VASCO ROSSI GREEN DAY - Sound and Lite
EROS RAMAZZOTTI VASCO ROSSI GREEN DAY - Sound and Lite
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Live concert<br />
11: Jon Lemon, fonico FoH.<br />
12: Stevan Martinovic,<br />
fonico monitor per l’artista.<br />
11<br />
12<br />
48 gennaio/febbraio 2010 - n.81<br />
Maggiori dettagli sul video ce li<br />
fornisce Aless<strong>and</strong>ro Rosani, direttore<br />
generale per STS.<br />
“Per la regia grafica c’è un vero<br />
full backup attivo – ci spiega – una<br />
parte dei media server, infatti, lavora<br />
sempre in parallelo ma senza<br />
<strong>and</strong>are in onda. Tutti i segnali<br />
dai P<strong>and</strong>ora’s Box confluiscono in<br />
una matrice DVI da dove è possibile<br />
richiamare o indirizzare tutte<br />
le macchine. Inoltre era indispensabile<br />
che gli operatori avessero<br />
sott’occhio tutte le uscite dei media<br />
server su un unico monitor,<br />
così abbiamo usato un multiview<br />
abbastanza evoluto, in grado di<br />
gestire fino a venti input DVI e<br />
m<strong>and</strong>arli su un monitor full-HD.<br />
Tutti i collegamenti a tutte le<br />
utenze sono in fibra ottica, ed abbiamo<br />
scelto solo fibra ottica militare,<br />
molto resistente e flessibile.<br />
Le telecamere ovviamente arrivano<br />
in triassiale, ma tutti i segnali<br />
in DVI sono su fibra.<br />
“Anche per le camere – continua<br />
Aless<strong>and</strong>ro – abbiamo cercato le<br />
tecnologie più innovative: la camera<br />
sul binario è automatizzata<br />
con delle memorie che la portano<br />
in punti prestabiliti, e diventa facile<br />
da controllare per l’operatore<br />
che altrimenti non ce la farebbe<br />
con solo due mani e due piedi!<br />
Altro dettaglio è il binario creato<br />
appositamente per stare sul palco,<br />
alto solo due centimetri e ‘quasi’<br />
calpestabile. Ce n’è anche un<br />
altro, in gomma, un sistema sviluppato<br />
negli USA per evitare le<br />
costrizioni dei raggi di curvatura:<br />
si possono modellare le sagomature<br />
necessarie. Il carrello ha un<br />
sistema di ruote brevettato che<br />
gli permette di rimanere sul binario<br />
anche in curve molto strette.<br />
Anche il sistema di controllo delle<br />
telecamerine br<strong>and</strong>eggiate, collegate<br />
in rete, ha una bella chicca: i<br />
vari preset sono rappresentati da<br />
un frame con l’inquadratura specifica,<br />
cosa che rende l’utilizzo immediato<br />
e semplice anche ad un<br />
operatore che dovesse arrivare a<br />
sostituire il titolare all’ultimo minuto”.<br />
Insomma gr<strong>and</strong>issima tecnologia<br />
quella messa in campo da STS, e<br />
soprattutto una tecnologia funzionale<br />
al risultato artistico.<br />
L’audio<br />
Passiamo all’audio (perché sempre di un concerto si tratta e,<br />
secondo alcuni, senza musica un concerto potrebbe essere...<br />
un po’ carente) ma restiamo sul palco, anzi sotto.<br />
Qui troviamo un indaffaratissimo Stevan Martinovic, ormai<br />
specializzatosi nel monitoraggio di palco ai più alti livelli. La<br />
peculiarità di questo tour è che ci sono due fonici di palco,<br />
Umberto Polidori per la b<strong>and</strong> e Stevan, dedicato esclusivamente<br />
agli ascolti di Eros.<br />
Una Digico SD7 solo per Eros non è un tantino esagerata?<br />
In effetti no, perché il mio compito è quello di controllare i<br />
sidefill, i monitor e gli IEM. Eros infatti usa tutte queste tre<br />
fonti di monitoraggio. I side sono otto Kudo per lato, con<br />
due SB28 in basso, che probabilmente cambieremo con dei<br />
dV-Sub, perché alla fine non serve che scendano troppo in<br />
basso. Eros ha trovato la soluzione di usare un solo in-ear: ha<br />
provato ad usarne due, ma è più forte di lui, ha bisogno anche<br />
di un suono più spazializzato. Così per la sua postazione<br />
usiamo quattro Clair divise in due m<strong>and</strong>ate. Pensavamo di<br />
metterle incassate sotto il palco, ma la conformazione della<br />
grata ci creerebbe problemi sulle alte frequenze.<br />
Lavori su SD7 da un pezzo: puoi descrivercene la gestione?<br />
È una gran bella macchina, una delle cose che apprezzo di<br />
più sono i compressori multib<strong>and</strong>a. Quelli che ancora devo<br />
approfondire, prima di iniziare ad usarli in concerto, sono<br />
gli equalizzatori dinamici: è indispensabile conoscere bene<br />
queste macchine e fare diverse prove, oppure si rischia di far<br />
danni! SD7 è una gran bella macchina anche per il palco, ha<br />
forse più dinamica della D5 ma soprattutto è pensata molto<br />
meglio per il fonico di palco.<br />
Quanto è importante il tuo lavoro anche per il risultato<br />
in sala?<br />
Credo parecchio: se usi la console digitale con un approccio<br />
quasi analogico, e se ovviamente fai il lavoro corretto, i musicisti,<br />
se sono competenti, come di solito accade a questi<br />
livelli, si bilanciano tra loro. Se invece metti a posto continuamente<br />
i loro ascolti, crei parecchi problemi al fonico<br />
FoH, perché dovrà compensare e modificare di continuo le<br />
differenze dei livelli della b<strong>and</strong> dovute a come i musicisti si<br />
sentono sul palco.<br />
Dopo questa perla di professionalità, scambiamo qualche<br />
battuta con Umberto Polidori che si occupa invece, su una<br />
Digico D5, del monitoraggio dei musicisti. Questi sono tutti<br />
in IEM, oltre a due sub per il batterista e per il bassista.<br />
Quanti canali in ingresso avete per la b<strong>and</strong>?<br />
Abbiamo una settantina di canali per i nove musicisti, comprese<br />
le sequenze, quelle per sincronizzare il video, ecc...<br />
Com’è organizzato il percorso del segnale?<br />
Le ciabattine arrivano in splitter Klark-Teknik analogici che<br />
poi vanno a due stagebox DiGiCo per il palco e a due stagebox<br />
DiGiCo per la sala. Per quanto riguarda i livelli di guadagno<br />
siamo completamente separati. Jon ha voluto così.<br />
E il Jon in questione è il sound engineer Jon Lemon, professionista<br />
di gr<strong>and</strong>e livello internazionale, già al fianco di artisti<br />
come Pink Floyd, Depeche Mode, Seal, The Cure, Oasis...<br />
e come presentazione penso che già possa bastare!<br />
Con molta affabilità, si rende disponibile ad una simpatica<br />
chiacchierata proprio dietro la sua SD7.<br />
Hai un bel feeling con l’Italia... da quanto lavori con Eros?<br />
Già dal tour del 2004. In precedenza avevo lavorato con<br />
Zucchero e da lì è cominciata la mia “connessione italiana”.<br />
Cosa pensi dei<br />
crew e dei fornitori<br />
italiani?<br />
Eccellenti. C’è stato<br />
per anni una specie<br />
di pregiudizio contro<br />
le imprese ed<br />
il personale italiano,<br />
spesso da parte<br />
degli inglesi e dei<br />
tedeschi, ma tutto<br />
parte da gente che<br />
non ha mai lavorato<br />
con gli italiani.<br />
Posso testimoniare<br />
che Agorà è uno<br />
dei più gr<strong>and</strong>i, organizzati<br />
e professionali<br />
service di<br />
tutta Europa. Non<br />
13<br />
devono invidiare<br />
nessuno, almeno da<br />
questa parte dell’Atlantico. Inoltre il personale con cui ho<br />
avuto a che fare in questi anni è molto qualificato e professionale,<br />
per non dire infaticabile.<br />
Com’è <strong>and</strong>ata con Michele Canova, il produttore artistico?<br />
Michele è fantastico. Abbiamo passato moltissimo tempo<br />
insieme prepar<strong>and</strong>o questo tour e mi mancherà adesso che<br />
torna a casa. È una costante risata, perché è chiaramente<br />
pazzo, è un uomo pazzo. Comunque professionalmente è<br />
un talento, ha un orecchio incredibile e per di più con una<br />
conoscenza tecnica spaventosa!<br />
Come ti trovi con SD7?<br />
Avevo messo le mani sull’SD7 già un anno e mezzo fa,<br />
qu<strong>and</strong>o era ancora un prototipo. L’avevo testato io stesso,<br />
in tour con gli Smashing Pumpkins, ed avevo fornito i<br />
feedback alla DiGiCo; poi sono tornato alla D5 per il tour<br />
di Janet Jackson. Finalmente è veramente pronta e, adesso<br />
che è rodata, è una console eccezionale. La D5 l’ho trovata<br />
molto valida per anni e SD7 mi sembra il suo sviluppo logico.<br />
A livello di suono è impeccabile e come livello di potenza<br />
di elaborazione è difficile immaginare una situazione<br />
che non potrebbe gestire.<br />
Sei in rete con i DiGiCo del palco o siete indipendenti?<br />
Siamo completamente indipendenti. È molto più conveniente<br />
per tutti usare gli splitter analogici sul palco e che<br />
FoH e palco abbiano ciascuno le proprie conversioni. Così<br />
siamo indipendenti per quanto riguarda i guadagni. Non ha<br />
un gran senso lavorare indipendentemente su due diversi<br />
mixer ed avere tutto a disposizione senza compromessi separatamente,<br />
per poi essere condizionati a priori dovendo<br />
trovare un compromesso sul guadagno in ingresso.<br />
Coppia d’assi per il PA engineering<br />
Al mixer troviamo, stranamente in coppia (dico “stranamente”<br />
perché il sound designer normalmente ama <strong>and</strong>are<br />
in tour da solo e non si accoppia con i colleghi... ovviamente<br />
in senso professionale) due dei nostri migliori sound<br />
designer, Davide Grilli, che seguirà l’installazione in tour,<br />
e Daniele Tramontani, chiamato a dargli manforte (e non<br />
Monforte) per questo concerto che segna il debutto italiano<br />
del nuovo PA L-Acoustics K1. Curiosi come scimmiette, chiediamo<br />
subito qualche delucidazione.<br />
“Il nuovo K1 è l’evoluzione a 10<br />
anni di distanza del V-Dosc – ci<br />
spiega Daniele –: presenta una<br />
meccanica molto più evoluta e<br />
precisa, una parte mediobassa<br />
con più escursione, una rinnovata<br />
tipologia per la tromba, mentre<br />
la guida d’onda è quasi la stessa.<br />
I componenti sono praticamente<br />
uguali: due 15”, quattro 6,5” e<br />
tre trombe al posto di due. Il vero<br />
cambiamento è l’accresciuta efficienza,<br />
cioè maggior SPL a parità<br />
di watt; questo significa che si possono<br />
impiegare meno sistemi per<br />
lo stesso risultato, quindi il cluster<br />
tende a diventare più piccolo, ad<br />
esempio 12 al posto di 16. Ma<br />
questo farebbe perdere direttività<br />
sulle medio basse, da cui l’idea<br />
di aggiungere le K1SB: non si tratta<br />
di sub, ma di una cassa che contiene<br />
solo i 15” e che serve proprio<br />
per estendere la dimensione<br />
del grappolo e quindi controllare<br />
meglio la direttività sulla parte<br />
medio-bassa. Ovviamente questa<br />
soluzione ha l’unico difetto che<br />
gestire un cluster più lungo in<br />
venue con l’altezza limitata impedisce<br />
una maggiore inclinazione,<br />
bisogna quindi capire la miglior<br />
configurazione per la singola location.<br />
È comunque un passo in<br />
avanti davvero notevole da parte<br />
di L-Acoustics, anche se la scelta è<br />
quella di un family sound, cioè un<br />
impianto che suoni timbricamente<br />
come l’altro, ma più moderno<br />
ed efficiente: utilizzati con preset<br />
st<strong>and</strong>ard e finali LA8 i due PA<br />
sono praticamente indistinguibili,<br />
anche se questo ha una maggiore<br />
presenza sulla parte media”.<br />
Il service è ovviamente Agorà,<br />
partner del gruppo in Italia, che<br />
ha seguito il marchio abb<strong>and</strong>on<strong>and</strong>o<br />
progressivamente anche<br />
gli altri amplificatori a favore degli<br />
LA8.<br />
“Dovevamo configurare questa<br />
nuova macchina cerc<strong>and</strong>o di capire<br />
come usarla al meglio – ci spiega<br />
Davide – e dopo vari test, abbiamo<br />
capito che la parte sopra,<br />
quella appunto formata dai K1SB,<br />
dà un gr<strong>and</strong>e apporto, ma è poco<br />
adatta a palazzetti riverberanti<br />
come i nostri, perché la focale<br />
della medio bassa sposta il punch;<br />
invece all’aperto o in venue più<br />
13: L’array L‑Acoustics K1.<br />
14: Davide Grilli, systems<br />
engineer.<br />
15: Daniele Tramontani,<br />
sound designer.<br />
16: Antonio Paoluzi è<br />
subentrato come systems<br />
engineer dopo le prime<br />
date.<br />
14<br />
15<br />
16<br />
www.soundlite.it<br />
49