EROS RAMAZZOTTI VASCO ROSSI GREEN DAY - Sound and Lite
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Live concert<br />
2<br />
2: Nicola Tallino, responsabile<br />
tecnico delle luci.<br />
3: Uno dei quattro banchi di<br />
Alpha 700 Beam posti sul palco, gli<br />
unici proiettori non sospesi.<br />
44 gennaio/febbraio 2010 - n.81<br />
3<br />
per farlo apparire come una struttura<br />
monolitica, infatti non si vedono<br />
i fonici di palco, le alette dei<br />
backliner, i sub...<br />
La presenza di un regista che<br />
sviluppa un concept è, per voi<br />
della produzione, un freno o un<br />
aiuto? La sua presenza aggiunge<br />
davvero qualcosa allo show?<br />
In questo caso è stato un lavoro<br />
sinergico: al loro primo progetto<br />
sono state fatte diverse modifiche,<br />
anche grazie ai nostri suggerimenti<br />
finalizzati alla realizzazione;<br />
diciamo che l’idea e la<br />
direzione artistica sono <strong>and</strong>ate di<br />
pari passo con la parte tecnica ed<br />
ingegneristica. Comunque è ovvio<br />
che la presenza di questi professionisti<br />
dà molto allo spettacolo,<br />
ad esempio la parte video è molto<br />
elaborata, con delle trovate davvero<br />
geniali. C’è tutto un lavoro<br />
di sincronizzazione delle proiezioni<br />
ad alta risoluzione sulle immagini<br />
che appaiono da dietro il<br />
termoformato e questo dà alle<br />
immagini una gr<strong>and</strong>e profondità.<br />
Anche lo schermo LED appare<br />
prima dietro un drappo, e solo<br />
dopo in tutta la sua definizione<br />
e luminosità.<br />
Insomma è venuto fuori un gran<br />
bello spettacolo, aspetto solo<br />
qualche data per potermelo <strong>and</strong>are<br />
a godere anch’io dalla sala!<br />
Il visual design<br />
Mentre Giorgio torna al delirio<br />
nel suo ufficio, scambiamo qualche<br />
battuta con il responsabile<br />
tecnico della squadra luci nonché<br />
stretto collaboratore del lighting<br />
designer Barry “Baz” Halpin: parliamo<br />
di Nicola Manuel Tallino<br />
che, l’ultima volta, avevamo<br />
lasciato a dirigere un parco luci formato... da soli seguipersona,<br />
visto che il resto era <strong>and</strong>ato KO per un violento<br />
acquazzone.<br />
Quali sono le caratteristiche del disegno luci?<br />
Baz ha fatto un plot abbastanza lineare e piuttosto semplice<br />
a livello d’ingegnerizzazione, con quattro pod e quattro<br />
rig quadrati e simmetrici con Spot e Beam 700 Clay Paky ed<br />
i sempre presenti Wash XB della Martin. Questi proiettori<br />
Clay Paky sono molto in voga ed in effetti hanno una gran<br />
bella resa: quelli davanti sono tutti spot, mentre sui quadrati<br />
ci sono sia Beam che Spot e Wash. È un disegno classico<br />
perché l’elemento dominante della scena è il video, quindi<br />
le luci dovevano innanzitutto integrarsi perfettamente con<br />
esso, cosa realizzata, a mio parere, benissimo.<br />
Che console è stata scelta?<br />
Stiamo us<strong>and</strong>o una Martin Maxxyz, scelta del LD con<br />
l’appoggio di Agorà. Devo dire che la sanno far funzionare<br />
molto bene. Avevo fatto conoscenza di questa console<br />
cinque anni fa e sinceramente, all’epoca, come tanti<br />
colleghi, non pensavo che funzionasse troppo bene. Qui<br />
invece, nella versione attuale, sembra che vada davvero<br />
benissimo.<br />
Comunque tu qui non fai l’operatore?<br />
No, l’operatrice è Kathy Beer, io ho solo il compito di assicurami<br />
che tutto funzioni e di consegnare l’impianto “chiavi<br />
in mano”. Ho momentaneamente preso la briga di chiamare<br />
i seguipersona – tre followspot in controluce e quattro<br />
frontali – ma tra poco anche quelli diventeranno autonomi.<br />
La mia presenza è stata richiesta da Giorgio Ioan, sia per il<br />
buon lavoro fatto insieme nel tour di Tiziano Ferro, sia perché<br />
aveva bisogno di questa interfaccia tecnica e linguistica<br />
con il loro team.<br />
Così non vediamo l’ora di scambiare due chiacchiere proprio<br />
con il LD Barry “Baz” Halpin e con il video designer<br />
Olivier Goulet.<br />
Baz ci racconta che sin dai primi incontri a Montreal con il<br />
direttore, Serge Denoncourt, e con il set designer era chiaro<br />
che lo spettacolo sarebbe stato costruito intorno al video,<br />
quindi il disegno luci sarebbe stato un complemento.<br />
“Ovviamente – continua Baz – il set doveva includere non<br />
container veri ma qualcosa costruito per assomigliargli, così<br />
abbiamo cominciato a parlare di plastiche termoformate”.<br />
“Una sfida non indifferente – aggiunge Olivier – quella di<br />
trovare un materiale con una superficie apparentemente<br />
rigida, con la giusta opacità per la proiezione ma anche abbastanza<br />
traslucido per essere posto davanti ai LED interni.<br />
Abbiamo dovuto studiare molto per arrivare a questo<br />
materiale”.<br />
Olivier, proiettare su superfici che si spostano in continuazione<br />
non deve essere stato facile!<br />
Infatti: c’è tutta una programmazione e modellazione in<br />
tre dimensioni di ogni movimento dello spettacolo. Con il<br />
P<strong>and</strong>ora’s Box posso costruire il tutto in layer, basati sull’immagine<br />
sul LEDwall in fondo, anche se si passa su tre diversi<br />
livelli ed apparecchi. Tutto è “pixelmapped” come una singola<br />
enorme immagine.<br />
Ci sono delle esplosioni che partono in profondità sul<br />
LEDwall, si esp<strong>and</strong>ono in avanti e verso l’esterno, pass<strong>and</strong>o<br />
sugli Image-Mesh, poi nella proiezione ma anche sopra il<br />
palco e lungo tutta la sua profondità sui MiStrip. Qu<strong>and</strong>o i<br />
container vengono ruotati in lunghezza verso il pubblico, ci<br />
sono circa quattro metri dal LEDwall, poi i MiStrip continuano<br />
per altri otto metri verso il pubblico… c’è molta profondità.<br />
Sui videoproiettori abbiamo obbiettivi che riescono a<br />
mantenere immagini a fuoco quasi quattro metri dietro e<br />
quattro metri davanti rispetto al punto focale nominale…<br />
cosa abbastanza incredibile al livello di ottiche.<br />
Baz, come ti sei interfacciato con Olivier per la coordinazione<br />
tra video e luci?<br />
Olivier ed io abbiamo un rapporto professionale abbastanza<br />
consolidato, conosciamo reciprocamente i nostri stili.<br />
Comunque, prima abbiamo avuto da Serge indicazioni sulla<br />
posizione dei container sui vari brani: questo è il tipo di<br />
spettacolo dove il lighting è solo un piccolo ingranaggio<br />
nel meccanismo, ed in ogni brano deve funzionare perfettamente<br />
in armonia con il video e la scenografia fisica. La<br />
simbiosi di video e luci e scenografia, è il “visual design”.<br />
Interviene Olivier: “ Il prossimo passo – aggiunge – sarà<br />
quello di usare la stessa console, perché io sto lavor<strong>and</strong>o su<br />
una Gr<strong>and</strong>MA mentre lui su Maxxyz”.<br />
Abbiamo avuto molti dettagli dell’impianto video. Baz,<br />
com’è composto il parco luci?<br />
È principalmente Clay Paky ed è un po’ sbilanciato verso<br />
l’alto, nel senso che tutto è appeso sopra. Così mi servivano<br />
dei mover che offrissero una dinamica enorme e che potessero<br />
mantenere un fascio di luce stretto anche dall’altezza<br />
di dodici o quindici metri. Gli Alpha Beam 700 mi danno<br />
delle colonne solide di luce, hanno anche i gobo rotanti e<br />
sono super veloci. Gli Alpha 700 Spot li uso invece come key<br />
light e controluce, mentre per i fill e per l’illuminazione dei<br />
container uso i MAC XB Wash. Per il resto c’è solo qualche<br />
strobo e qualche molefay. È un design molto semplice.<br />
Come sei riuscito ad illuminare le scene all’interno dei<br />
container che si aprono?<br />
Con molta difficoltà. Qu<strong>and</strong>o il container è girato di 180°<br />
ed aperto su quel lato, dietro la scenografia stiamo effettivamente<br />
guard<strong>and</strong>o il retro dell’Image-Mesh all’interno.<br />
Sfruttiamo la luminosità dell’Image-Mesh ed utilizziamo poi<br />
la parte interna della termoplastica come ciclorama, siste-<br />
4<br />
ma che fornisce una sorprendente<br />
quantità di luce e colore. A questo<br />
punto io dovevo solo dare una key<br />
alla ragazza dentro il container:<br />
questo è un altro esempio della<br />
simbiosi di luce e video in questa<br />
produzione.<br />
In un altro punto abbiamo un<br />
container che si gira a 90° rispetto<br />
al pubblico: su quel lato c’è una finestra<br />
a veneziana che si apre per<br />
permettere di puntare un Minibig<br />
sulla scena. È indispensabile avere<br />
un direttore di produzione furbo<br />
e pieno di risorse. Giorgio è riuscito<br />
a trovarci una finestra a persiane<br />
in alluminio controllabile tramite<br />
DMX!<br />
Olivier, quanti di cambiamenti sono<br />
stati fatti durante le prove?<br />
Un sacco… stiamo ancora facendo<br />
il rendering.<br />
4: Barry “Baz” Halpin,<br />
lighting designer (sx),<br />
e Olivier Goulet, video<br />
designer.<br />
5<br />
5: La plastica termoformata<br />
che forma l’esterno dei<br />
“container” e che viene<br />
usata come superficie<br />
per le proiezioni. In<br />
trasparenza si notano i pixel<br />
dell’Image‑Mesh, all’interno<br />
dei container.<br />
www.soundlite.it<br />
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