EROS RAMAZZOTTI TRA TERRA E CIELO UN'AULA INfORMATICA ...
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ECONOMIA | Pleiadi<br />
ECONOMIA flash<br />
cipalmente a seguito del pronunciato rallentamento<br />
della dinamica degli impieghi dei<br />
gruppi bancari di maggiori dimensioni che<br />
attingono dai mercati internazionali la liquidità<br />
per poi trasferirla al mondo produttivo.<br />
Il vaporizzarsi di questo mercato nel 2008 e<br />
il suo languire nel 2009 hanno quindi stretto<br />
in un circolo vizioso questo meccanismo di<br />
trasmissione. L’intervento del Governo e le<br />
operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema<br />
hanno attenuato le difficoltà delle banche<br />
e la situazione si sta normalizzando. Nello<br />
stesso rapporto la Banca d’Italia fa notare che<br />
in settembre il costo medio dei prestiti a breve<br />
termine alle imprese era del 4%, inferiore<br />
di quasi 3 punti percentuali rispetto all’anno<br />
precedente. Il costo dei mutui a tasso variabile<br />
per le famiglie si è dimezzato al 2,3%. Di<br />
fronte a una dinamica dei tassi così delineata<br />
ci si sarebbe dovuto attendere un’impennata<br />
delle domande di finanziamento per l’acquisto<br />
di beni durevoli; cosa che però non è avvenuta.<br />
La stessa domanda di nuovi macchinari<br />
langue. Questa constatazione si scontra con<br />
il sensibile miglioramento degli indicatori di<br />
fiducia delle imprese, che però non metabolizzano<br />
ancora la loro stessa speranza trasformandola<br />
in un atteggiamento pro-attivo di<br />
rinnovamento e miglioramento aziendale.<br />
Cambi: il dollaro resta al centro della speculazione<br />
Nonostante le difficoltà e i tentennamenti<br />
che l’Europa palesa nel risollevarsi dalla crisi,<br />
l’euro ha continuato ad apprezzarsi dalla<br />
fine dell’estate nei confronti sia del dollaro sia<br />
della sterlina. A gravare sul biglietto verde c’è<br />
la pressione affinché venga creata una nuova<br />
moneta di conto internazionale (con effetti di<br />
lungo periodo), unita al ruolo che in questi<br />
mesi sta rivestendo il ‘carry trade’, pratica<br />
basata sul prendere a prestito fondi in dollari<br />
finanziati a tassi prossimi allo zero, per poi<br />
reinvestire i capitali in altre valute o mercati<br />
con maggiori prospettive. Si genera quindi<br />
una forte pressione che agisce a sfavore del<br />
dollaro. Quando gli indici di borsa salgono,<br />
cresce anche l’euro, con i massimi di borsa<br />
che corrispondono quasi perfettamente ai<br />
massimi del rapporto di cambio.<br />
Come abbiamo verificato nei momenti di<br />
ritracciamento dei mercati, le operazioni di<br />
ANDAMENTO ANNUALE BORSE MONDIALI<br />
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‘carry trade’ si invertono e il dollaro ritrova<br />
slancio.<br />
È doveroso sottolineare che il mercato valutario<br />
assolve da cuscinetto tra le ragioni di<br />
scambio dei diversi paesi, ma attira anche<br />
un’intensa attività speculativa che, rispetto ai<br />
mercati monetario, obbligazionario e azionario,<br />
trova gli Stati e le Banche Centrali con<br />
possibilità d’intervento meno incisive.<br />
Borse: anno con volatilità alle stelle, ma indici<br />
con performance a due cifre<br />
La stabilizzazione prima e la successiva ripresa<br />
delle economie mondiali, unite all’abbondanza<br />
di liquidità e al ritorno della speculazione<br />
tramite ‘carry trade’, stanno facendo da<br />
volano al recupero degli indici di borsa. Al 23<br />
novembre l’indice Dow Jones segnava un progresso<br />
del 19% da fine 2008, lo S&P500 del<br />
22%, il Dax di Francoforte del 20%, il FTSE-<br />
MIB del 18%, il Nikkei225 dell’8%. Progressi<br />
significativi e lusinghieri, se ricordiamo che a<br />
inizio anno l’unico scenario considerato era<br />
quello di un ‘crash’ dei mercati finanziari. Il<br />
timore che sia l’eccesso di liquidità a sostenere<br />
gli indici viene stemperato dalle parole delle<br />
stesse Banche Centrali, che all’unisono e ripetutamente<br />
hanno ribadito che gli stimoli saranno<br />
ridotti gradualmente, in modo da non<br />
turbare gli equilibri dei mercati. Per come<br />
hanno sorvegliato e aiutato i mercati nel corso<br />
della crisi, questi moniti delle Banche Centrali<br />
dovrebbero essere presi maggiormente in<br />
considerazione.<br />
Materie prime: la ripresa sostiene le commodity<br />
I segnali di ripresa economica si sono fatti<br />
sentire anche sul mercato della materie prime,<br />
con il petrolio che è tornato in area 80<br />
dollari al barile, registrando un progresso da<br />
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fine 2008 pari al 72% e l’oro che ha raggiunto<br />
nuovi record storici in area 1160 dollari l’oncia,<br />
realizzando un +33%. Il rame ha invece<br />
conosciuto una fase di tumultuoso ritracciamento<br />
nei momenti più acuti della crisi, per<br />
poi riprendersi rapidamente (+138% al 23<br />
novembre da fine 2008), grazie all’accelerazione<br />
della locomotiva cinese. Non è un caso<br />
se il dollaro australiano (Paese ove sono ubicati<br />
i maggiori giacimenti mondiali di rame)<br />
si è apprezzato notevolmente da inizio anno,<br />
anche in virtù della ripresa delle esportazioni<br />
di questo metallo verso Pechino.<br />
Obbligazioni: rendimenti statali stabili ma con<br />
prospettive di rialzo<br />
Dagli Stati Uniti al Giappone, passando per<br />
la Germania, gli stimoli statali per rianimare<br />
il sistema creditizio e industriale saranno<br />
finanziati dall’emissione di nuovi titoli governativi.<br />
Il rientro dalla fase più acuta della<br />
crisi, durante la quale si era assistito alla<br />
compressione dei rendimenti riconducibile<br />
all’avversione al rischio degli investitori, ha<br />
aperto dunque nuovi scenari per questi titoli.<br />
Per le scadenze entro i 12 mesi, i rendimenti<br />
rimangono ai minimi storici, coerentemente<br />
con una politica monetaria che dovrebbe<br />
mantenersi espansiva ancora per diversi mesi<br />
e per l’assenza di spinte inflazionistiche. Le<br />
obbligazioni decennali continuano a offrire<br />
rendimenti storicamente contenuti, ma le<br />
prospettive di un’offerta che deve giocoforza<br />
crescere presenta nel lungo periodo prospettive<br />
di rialzo e, simmetricamente, di ribasso<br />
delle quotazioni.<br />
Il documento è stato elaborato sulle base<br />
delle informazioni disponibili al 23 novembre 2009