EROS RAMAZZOTTI TRA TERRA E CIELO UN'AULA INfORMATICA ...
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ECONOMIA flash<br />
di Umberto Colli<br />
Direttore Generale Bancaperta<br />
Gli indicatori qualitativi che sintetizzano le<br />
attese dei consumatori e delle imprese hanno<br />
iniziato a migliorare sul volgere dell’estate. I<br />
dati dell’economia reale (produzione industriale<br />
e prodotto interno lordo) dopo una fase<br />
di stabilizzazione hanno anch’essi abbozzato<br />
qualche segnale di ripresa nel corso di agosto<br />
e settembre, contribuendo a rafforzare gli<br />
scenari di uscita dalla crisi. La sintesi di questi<br />
due elementi permette di guardare al futuro<br />
con maggiore fiducia, ma senza dimenticare<br />
che ci troviamo ancora nella parte bassa del<br />
ciclo economico. Inoltre, il miglioramento<br />
del quadro di riferimento cui stiamo assistendo<br />
è il frutto congiunto delle politiche fiscali<br />
e delle politiche monetarie espansive messe<br />
in atto da Governi e Banche Centrali. L’economia<br />
si è risollevata a forza di massicce dosi<br />
di iniezioni di ‘vitamine energizzanti’. Come<br />
emerso dai recenti meeting tenutisi nella prima<br />
decade di novembre (BCE, BoE, FED e<br />
G-20), la ‘mano visibile’ degli Stati rimarrà,<br />
ancora per diversi mesi, come sostegno alla<br />
ripresa congiunturale mondiale, in modo da<br />
condurre l’economia e i mercati finanziari su<br />
un percorso di crescita e stabilità autonomo,<br />
nonché, ci si auspica, virtuoso.<br />
È doveroso sottolineare in questa sede che le<br />
diverse aree geografiche del mondo hanno<br />
però presentato riscontri diversi, poiché questa<br />
crisi ha inciso in maniera eterogenea sulle<br />
loro economie rispetto a quanto accaduto<br />
ANDAMENTO PIL ZONA UE E USA<br />
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Gli stimoli fiscali<br />
e monetari<br />
imprimono una svolta<br />
a favore della ripresa<br />
nelle precedenti occasioni. In particolare, i<br />
paesi di nuova industrializzazione sono stati<br />
colpiti in misura inferiore al previsto, segnalando<br />
che le loro economie sono in parte legate<br />
al commercio internazionale, ma anche<br />
la componente della domanda interna si è<br />
ormai sviluppata su livelli che hanno consentito<br />
di arginare la recessione. La Cina e<br />
l’India hanno continuato a permanere su<br />
tassi di crescita del Pil che – pur in sensibile<br />
contrazione nei momenti più acuti della crisi<br />
– sono rimasti comunque intorno al +6%,<br />
per poi incrementare nei trimestri più recenti<br />
sino all’8,9% (Cina, terzo trimestre 2009). Il<br />
ruolo di locomotiva del mondo, che dopo la<br />
fine della Seconda Guerra Mondiale è stato<br />
sempre svolto dagli Stati Uniti d’America,<br />
per la prima volta è stato impersonato dalla<br />
Cina, dall’India e dalle economie emergenti.<br />
L’effetto contagio – con accezione positiva<br />
questa volta – è risultato emblematico sull’area<br />
del Pacifico. Il Giappone e l’Australia<br />
hanno iniziato sin dai primi mesi del 2009 a<br />
riportare chiari segnali di ripresa e d’intensificazione<br />
degli scambi commerciali con Pechino.<br />
Tecnologia da Tokyo e materie prime da<br />
Canberra sono le principali importazioni che<br />
il ‘Celeste Impero’ necessita per alimentare la<br />
sua fame di crescita e di ammodernamento,<br />
che sta trasformando la società cinese e che<br />
vede le imprese impegnate a specializzarsi<br />
in produzioni a sempre maggior valore ag-<br />
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Fonte: Fondo Monetario Internazionale - Outlook Ottobre 2009<br />
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giunto. Dal fronte delle Autorità preposte alla<br />
regolamentazione e alla supervisione dei mercati<br />
i segnali che giungono sono univoci e indiscutibili:<br />
sarà contrastato il rigenerarsi delle<br />
circostanze che hanno condotto sul baratro<br />
l’economia e la finanza mondiale, con particolare<br />
attenzione alla struttura del settore<br />
creditizio, laddove i manager non dovranno<br />
più basare le loro scelte sulla convinzione che<br />
‘le banche troppo grosse non possono fallire’.<br />
Un ruolo di primo piano è svolto dal Financial<br />
Stability Board (FSB), presieduto dal Governatore<br />
della Banca d’Italia, prof. Mario<br />
Draghi, che sta ripensando e riscrivendo un<br />
nuovo assetto regolamentare da sottoporre al<br />
vaglio e all’approvazione dei prossimi appuntamenti<br />
del G-20. I punti cardine per arrivare<br />
a un sistema finanziario più prudente, più stabile<br />
e più idoneo a sostenere l’economia sono<br />
individuabili nella necessità di avere organismi<br />
con più capitale, meno debito, controlli<br />
estesi a tutti i tipi di intermediari che possono<br />
generare rischio sistemico, meccanismi in<br />
grado di limitare la ciclicità della finanza e<br />
sistemi di ‘governance’ volti a contenere gli<br />
incentivi all’assunzione di rischi eccessivi.<br />
Interventi che nel loro complesso mirano a<br />
ridurre la probabilità e la portata dell’eventuale<br />
fallimento di istituzioni finanziarie con<br />
importanza globale, rendendo il sistema più<br />
solido e capace di assorbire questo tipo di<br />
shock. In più occasioni lo stesso Governatore<br />
della Banca d’Italia ha sottolineato la necessità<br />
di imporre miglioramenti alla qualità del<br />
capitale delle banche e contemporaneamente<br />
limitare l’eccessivo uso della leva finanziaria,<br />
che in questa crisi ha agito pro-ciclicamente<br />
facendo diventare più complessa la gestione e<br />
il reperimento della liquidità per le imprese.<br />
Inoltre, la Banca d’Italia, nelle sue ultime rilevazioni,<br />
ha messo in risalto che tra il secondo<br />
e il terzo trimestre del 2009 i finanziamenti<br />
alle imprese si sono contratti del 3%, prin-<br />
Pleiadi | ECONOMIA<br />
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