EROS RAMAZZOTTI TRA TERRA E CIELO UN'AULA INfORMATICA ...
EROS RAMAZZOTTI TRA TERRA E CIELO UN'AULA INfORMATICA ...
EROS RAMAZZOTTI TRA TERRA E CIELO UN'AULA INfORMATICA ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
EDITORIALE<br />
gruppo a matrice popolare<br />
La natura e la cultura d’impresa cooperativa<br />
dinanzi alla globalizzazione<br />
Giovanni De Censi, Presidente del Credito Valtellinese<br />
Il Gruppo Credito Valtellinese è una realtà che viene da lontano e<br />
guarda lontano grazie a tre elementi distintivi:<br />
1. la modalità cooperativa e solidaristica del fare credito, che è sancita<br />
nell’art. 2 dello Statuto del Credito Valtellinese e si riflette, in virtù<br />
dell’appartenenza al Gruppo, nell’operatività di tutte le banche territoriali<br />
che lo compongono;<br />
2. il radicamento locale delle nostre sette banche, presenti con oltre<br />
500 filiali in dieci regioni e quarantatre province italiane;<br />
3. una cultura d’impresa sana e basata sui princìpi dell’innovazione,<br />
della flessibilità organizzativa e della sostenibilità (come da sempre<br />
evidenziato dal Rapporto Sociale, che quest’anno giunge alla quindicesima<br />
edizione).<br />
Matrice popolare, stretto collegamento con i territori di insediamento<br />
e cultura d’impresa basata sulla responsabilità sociale – che si esplicita<br />
anche con la coerenza dei comportamenti rispetto ai valori di riferimento<br />
– rappresentano la nostra bussola di orientamento e il migliore<br />
biglietto da visita nei confronti dei Soci, dei Clienti e della collettività<br />
in generale con i quali abbiamo instaurato relazioni di lungo periodo,<br />
fondate sulla conoscenza e sulla trasparenza.<br />
Dinanzi ad una crisi di inedita intensità – dopo la quale, come ammonisce<br />
il Governatore di Banca d’Italia Draghi, “le cose non torneranno<br />
come prima” – quei principi si sono dimostrati vincenti ed il nostro<br />
Gruppo intende tener loro fede, pur declinandoli ed attualizzandoli<br />
nella prospettiva della nuova dimensione globale dell’economia e della<br />
società.<br />
Lo spirito di solidarietà e cooperazione che ispira l’azione delle nostre<br />
banche deve oggi tradursi in comportamenti che tengano conto dell’appartenenza,<br />
derivante appunto dal processo di globalizzazione, ad<br />
un’unica e più ampia comunità.<br />
L’approccio con gli altri attori economici – non mi stancherò di ricordare<br />
che le banche sono “operatori tra gli operatori” – che a noi<br />
si rivolgono per avere il credito deve trovarci predisposti a valutare le<br />
richieste degli imprenditori non solo con la lente delle garanzie prestate<br />
(che pure non può essere completamente accantonata, proprio perché<br />
le banche sono anch’esse imprese), ma anche valutando l’impatto<br />
sociale del progetto sottostante. In tale ottica assumeranno valenza<br />
fondamentale il contenuto innovativo, la valorizzazione delle risorse<br />
umane e la potenzialità di crescita per il territorio che il progetto imprenditoriale<br />
da finanziare presenta.<br />
Fare credito favorendo lo sviluppo ed il progresso: è questo il non<br />
semplice compito che le banche sono oggi chiamate a svolgere e che<br />
richiede l’accorto bilanciamento dei criteri di economicità con quelli<br />
di responsabilità sociale.<br />
“L’intero sistema finanziario deve essere finalizzato al sostegno<br />
di un vero sviluppo. Soprattutto, bisogna che l’intento di<br />
fare del bene non venga contrapposto a quello dell’effettiva<br />
capacità di produrre dei beni.” (Caritas in Veritate, n. 65)<br />
Come i due volumi del Centenario bene hanno illustrato, la banca<br />
vive nella e della economia e, pertanto, non può restare estranea ai<br />
suoi meccanismi ma deve accompagnarne gli attori in modo proattivo,<br />
per averli al suo fianco in un rapporto fiduciario forte e duraturo.<br />
Un autorevole monito a questa etica del comportamento ci giunge<br />
dall’ultima Enciclica papale, ove si legge : «L’intero sistema finanziario<br />
deve essere finalizzato al sostegno di un vero sviluppo. Soprattutto,<br />
bisogna che l’intento di fare del bene non venga contrapposto a quello<br />
dell’effettiva capacità di produrre dei beni. Gli operatori della finanza<br />
devono riscoprire il fondamento propriamente etico della loro attività<br />
per non abusare di quegli strumenti sofisticati che possono servire<br />
per tradire i risparmiatori. Retta intenzione, trasparenza e ricerca dei<br />
buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti. Se<br />
l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo<br />
una previdente e giusta convenienza» (Caritas in Veritate, n. 65).<br />
L’ispirazione originaria delle banche popolari, fondata su una visione<br />
di lungo periodo e sulla ricerca del bene comune, ben si attaglia alle<br />
parole del Santo Pontefice, così illuminanti in questo momento di guado<br />
da una crisi profonda e di confronto con un mondo globalizzato.<br />
La coerenza ai valori fondanti rappresenta dunque la migliore garanzia<br />
per il domani, la bussola per non perdere l’orientamento, la spinta<br />
forte per affrontare con energia e determinazione un futuro che intende<br />
guardare lontano.<br />
Palazzo Sertoli a Sondrio, sede del Credito Valtellinese<br />
Pleiadi | EDITORIALE