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SRIF e Trofoblasto<br />
La presenza di SRIF nella placenta umana è stata per la prima volta identificata da Nishihira<br />
et al nel 1978, mediante tecniche immunoistochimiche. Essi dimostrarono la presenza del peptide<br />
nello strato di cellule citotrofoblastiche, piuttosto che in quello di sinciziotrofoblasto [110]. Dopo<br />
qualche anno fu indagata e dimostrata, su membrane placentari, la presenza di recettori per SRIF<br />
utilizzando tecniche di binding recettoriale [111]. Inoltre è stata determinata la presenza di mRNA<br />
per i sottotipi recettoriali sst1 e sst4 nel tessuto placentare umano e in citotrofoblasti purificati a<br />
termine di gravidanza [112].<br />
Modulazione della risposta cellulare<br />
Il coinvolgimento di SRIF nel modulare la proliferazione, la migrazione e l’invasività<br />
cellulare è nota sia in cellule normali sia in cellule tumorali [113] [114]. Nella maggioranza dei casi<br />
il peptide inibisce tali funzioni, anche se sono state riportate azioni stimolatorie. Studi condotti su<br />
cellule di carcinoma epidermoide umano, mostrano che SRIF stimola la proliferazione [115], e che<br />
in cellule progenitrici ematopoietiche induce la migrazione [116]. Inoltre è stato dimostrato che<br />
SRIF aumenta la velocità di migrazione delle cellule granulari cerebellari di topo vicino al loro sito<br />
di origine, ma ne diminuisce la motilità vicino alla loro finale destinazione [117]. Gli effetti del<br />
peptide su proliferazione e migrazione cellulare sono stati ascritti in alcuni casi al sistema adenilil<br />
ciclasi-cAMP [114] [116] [118], mentre in altri a diverse vie di trasduzione del segnale [115] [117].<br />
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