DORNBRACHT - Butterfly Trading

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03.03.2013 Views

DORNBRACHT the SPIRITof WATER Ritual Architecture Meditation space spazio, da cui non si può prescindere: alla pulizia del corpo si affianca la purificazione dello spirito. Gesti che vanno oltre il benessere inteso nel senso comune del termine, quindi si spingono oltre la cura del corpo: ben più di un processo di guarigione e di riequilibrio per riprendere forza e attingere nuova energia. Solo se svolge queste funzioni ideali, il bagno diventa un luogo culturale. K.R.: Come deve essere l’allestimento di un bagno che consente la rigenerazione del corpo e dello spirito? M.M.: Il bagno è l’unico luogo della casa che offre la possibilità di ritirarsi in se stessi, di trovare pace e concentrazione. Tanto da suggerirmi l’idea della smaterializzazione, cioè di un vuoto spirituale che si sostituisce a un luogo stipato di oggetti. Lo spazio in quanto tale si definisce come bene prezioso, intoccabile per quanto possibile, ma carico di atmosfera. Ho concepito una zona di ampio respiro, in cui gli oggetti passano in secon- 022 do piano dal punto di vista ottico. Non conviene dunque procedere all’interpretazione dogmatica della strutturazione del progetto o degli elementi di arredo rappresentati. Essi svolgono, al contrario, la funzione di simboli di un’idea. Ogni forma di design deve annientarsi per dare libero sfogo alla tranquillità. Posso trovare me stesso, ovvero estrinsecare il mio intimo solo in uno spazio neutrale al massimo, senza espressioni estetiche formali che mi distraggano o mi reprimano. K.R.: Il bagno allora diventa una sorta di cella conventuale? M.M.: L’idea di fondo è molto simile, ma senza l’aspetto dell’autopunizione e del completo isolamento dal mondo esterno. Il mio progetto non esclude la complessità del mondo, ma al contrario integra le sue qualità poetiche nella concezione di spazio, per creare dal bagno una visuale su una sorta di giardino paradisiaco che simboleggia la molteplicità del mondo. Ne scaturisce una forma di minimalismo che però contempla al tempo stesso una sorta di poesia del quotidiano; una stanza, sì vuota, ma tuttavia sensuale. Il bagno diventa una specie di cella, in cui potersi fermare e sostare – e trascorrere ben più di dieci minuti. K.R.: A parte il giardino dell’Eden, cui si è già fatto cenno, quali sono gli elementi essenziali della concezione spaziale? M.M.: La linea architettonica dovrebbe essere il più naturale possibile, il che spiega la scelta di un progetto rettangolare longitudinale. Senza distrazioni a destra o a sinistra, si può attraversare lo spazio organizzato in funzione di una sequenza stabilita di rituali per la toilette quotidiana. Se questi rituali si praticano in modo consapevole, diventano una sorta di meditazione e rappresentano quindi la chiave del benessere. Lungo la parete scorre un lavabo lineare con ampi piani di appoggio. Qui trovano posto i rituali dell’igiene e della bellezza. Una vasca è annegata nel pavimento sul lato frontale della stanza. Il bagno diventa un rito: invece di scavalcare la vasca, ci si lascia scivolare nel pavimento, come si usava nelle case signorili dell’antichità. L’acqua calda sgorga dalla parete come da una sorgente e riempie la vasca. Dall’alto di una doccia, praticamente irriconoscibile, scroscia una pioggia leggera. Questa doccia, ridotta a una piastra rettangolare integrata nel soffitto, non rappresenta che un’interfaccia architettonica. Dalla vasca lo sguardo vaga nell’atrio del giardino dell’Eden citato prima. Dopo il bagno si prende posto sulla passerella in legno situata accanto alla vasca. Il cuscino e il bastoncino d’incenso invitano al rituale dell’indugio: si accende uno dei bastoncini e si rivolge la propria attenzione ai rari dettagli architettonici, prendendo tempo per osservare, riflettere, rilassarsi. E ancora una volta non si tratta concretamente del cuscino o del bastoncino d’incenso, ma della domanda: è possibile concepire uno spazio che consente funzioni ideali, quali ad esempio l’osservazione e la meditazione, è possibile concepire uno spazio che invita a una presa di coscienza? K.R.: In questo contesto che ruolo spetta alla luce, dispensata da fori circolari disposti nel soffitto in modo apparentemente casuale? M.M.: I “fori di luce” circolari del soffitto sono orientati nella stessa direzione: stendendosi sul “daybed” – che sembra anch’esso galleggiare per tradurre la leggerezza che si sente dopo il bagno, il distacco dalla quotidianità, una sorta di sospensione – si è invitati alla riflessione e alla meditazione. Chi si è sdraiato sul blocco di marmo caldo al centro di un hammam orientale con lo sguardo rivolto al soffitto, perforato da innumerevoli aperture luminose, talvolta in vetri colorati, conosce questa incredibile sensazione tranquillizzante, quasi ipnotica. In linea generale l’illuminazione è un elemento d’importanza fondamentale in una stanza, in cui ci si vuole sentire a proprio agio anche nudi e che si utilizza al mattino appena svegli e alla sera prima di coricarsi. Diversi scenari luminosi rispondono ai differenti stati d’animo del mattino e della sera: la luce diventa elemento sia stimolante che distensivo. UNA INVITACIÓN A QUEDARSE El mundo de MEM se presenta en un entorno ideal que ya no tiene nada que ver con la cabina húmeda de 6,5 m 2 embaldosados en blanco que se ha establecido en nuestro entorno como baño estándar. Hasta ahora, en la mayoría de los casos los arquitectos asignaban al baño un espacio sobrante a lo largo de una única pared de instalación, pues la distribución de la habitación debía realizarse a bajo precio y debía ser sobre todo funcional: no iba a venir a verla ninguna visita. ¿Por qué otorgar importancia a la prodigalidad, a los materiales de calidad o a la luz en el baño, que en contraste con el salón o la cocina no cumplía ninguna finalidad representativa? Porque el cuarto de baño es la única estancia en la que uno puede estar a solas consigo mismo, en paz y sin molestias; en la que el propio bienestar del cuerpo y del espíritu es lo primordial. Mike Meiré ha situado al hombre y sus rituales de higiene en el centro de sus reflexiones acerca del MEM creado por Sieger Design, y ha concebido, como preludio del desarrollo de cada producto concreto, una arquitectura de baño completamente nueva. El diseñador y director artístico, con su agencia Meiré und Meiré, es responsable entre otras tareas de la comunicación de Dornbracht. Kristina Raderschad en una entrevista con Mike Meiré. K.R.: ¿Cuál es para usted el punto de partida de las reflexiones sobre la serie de griferías MEM diseñada por Sieger Design? M.M.: En el marco del “Energetic Recovery System” he desarrollado desde hace algunos años un plan artístico que debía esbozar una idea sobre los baños del futuro. Al hacerlo, me he dado cuenta de que hay otro nivel de higiene que el baño debe hacer posible: junto a la higiene corporal debe producirse también una higiene espiritual. Un nivel que va más allá del bienestar en el sentido, convencional, es decir, más allá de los tratamientos corporales, de lo exterior: Se trata en mayor medida de un proceso sanador, de un reequilibrio, de recargarse de fuerzas y energías renovadas. Sólo cuando el baño cumple también con estas funciones ideales, se convierte en un espacio de cultura. K.R.: ¿Cómo conseguir un baño así, que permita regenerar el cuerpo y el espíritu? M.M.: El baño es el único lugar dentro de la casa que ofrece la posibilidad de aislarse, de encontrar tranquilidad, de encontrarse con uno mismo. Por eso, para mí era importante el aspecto de la desmaterialización, un vacío espiritual en vez de un espacio abarrotado. El espacio en sí se define como un dominio de lo más preciado, que permanece lo más intacto posible, pero que está cargado de atmósfera propia. He concebido un espacio de dimensiones generosas en el que el producto queda en un segundo plano visual. No deben entenderse de forma dogmática ni la presentación en planta ni los elementos del mobiliario presentados. Antes al contrario, éstos materializan una idea. Toda forma de diseño debe retirarse para producir tranquilidad. Sólo puedo encontrarme a mí mismo, sacar por así decirlo mi interior hacia afuera, en un espacio lo más neutro posible, que no tenga ningún mensaje estético-formal que me distraiga o me agobie. K.R.: ¿Entonces, el baño se convierte también en una especie de celda de clausura? M.M.: La idea fundamental es muy parecida, aun- DORNBRACHT the SPIRITof WATER Ritual Architecture THE BATH AS A TEMPLE FLOOR PLAN The ritual bath creates visual and inner peace through a clear division in the architecture. Functional elements such as the toilet are accommodated in a separate room concealed behind a revolving door. The view into the green Garden of Eden is also preserved here. Grazie alla netta separazione dell’architettura, il bagno rituale è improntato alla tranquillità visiva e interiore. Gli elementi funzionali, quali il wc, sono collocati in uno spazio separato, nascosto dietro a una porta girevole. Anche da qui lo sguardo spazia sul verdeggiante giardino dell’Eden. Mediante una clara división en la arquitectura, el baño ritual crea una tranquilidad visual e interior. Los elementos funcionales como el WC están en un espacio separado que se oculta tras una puerta giratoria. La mirada al verde Jardín del Edén sigue siendo apreciable desde aquí. 023

<strong>DORNBRACHT</strong> the SPIRITof WATER Ritual Architecture<br />

Meditation space<br />

spazio, da cui non si può prescindere: alla pulizia<br />

del corpo si affianca la purificazione dello spirito.<br />

Gesti che vanno oltre il benessere inteso nel senso<br />

comune del termine, quindi si spingono oltre la<br />

cura del corpo: ben più di un processo di guarigione<br />

e di riequilibrio per riprendere forza e attingere<br />

nuova energia. Solo se svolge queste funzioni<br />

ideali, il bagno diventa un luogo culturale.<br />

K.R.: Come deve essere l’allestimento di un<br />

bagno che consente la rigenerazione del corpo e<br />

dello spirito?<br />

M.M.: Il bagno è l’unico luogo della casa che<br />

offre la possibilità di ritirarsi in se stessi, di trovare<br />

pace e concentrazione. Tanto da suggerirmi<br />

l’idea della smaterializzazione, cioè di un vuoto<br />

spirituale che si sostituisce a un luogo stipato di<br />

oggetti. Lo spazio in quanto tale si definisce come<br />

bene prezioso, intoccabile per quanto possibile,<br />

ma carico di atmosfera. Ho concepito una zona di<br />

ampio respiro, in cui gli oggetti passano in secon-<br />

022<br />

do piano dal punto di vista ottico. Non conviene<br />

dunque procedere all’interpretazione dogmatica<br />

della strutturazione del progetto o degli elementi<br />

di arredo rappresentati. Essi svolgono, al contrario,<br />

la funzione di simboli di un’idea. Ogni forma<br />

di design deve annientarsi per dare libero sfogo<br />

alla tranquillità. Posso trovare me stesso, ovvero<br />

estrinsecare il mio intimo solo in uno spazio<br />

neutrale al massimo, senza espressioni estetiche<br />

formali che mi distraggano o mi reprimano.<br />

K.R.: Il bagno allora diventa una sorta di cella<br />

conventuale?<br />

M.M.: L’idea di fondo è molto simile, ma senza<br />

l’aspetto dell’autopunizione e del completo isolamento<br />

dal mondo esterno. Il mio progetto non<br />

esclude la complessità del mondo, ma al contrario<br />

integra le sue qualità poetiche nella concezione di<br />

spazio, per creare dal bagno una visuale su una<br />

sorta di giardino paradisiaco che simboleggia la<br />

molteplicità del mondo. Ne scaturisce una forma<br />

di minimalismo che però contempla al tempo<br />

stesso una sorta di poesia del quotidiano; una<br />

stanza, sì vuota, ma tuttavia sensuale. Il bagno<br />

diventa una specie di cella, in cui potersi fermare<br />

e sostare – e trascorrere ben più di dieci minuti.<br />

K.R.: A parte il giardino dell’Eden, cui si è già<br />

fatto cenno, quali sono gli elementi essenziali<br />

della concezione spaziale?<br />

M.M.: La linea architettonica dovrebbe essere il<br />

più naturale possibile, il che spiega la scelta di un<br />

progetto rettangolare longitudinale. Senza distrazioni<br />

a destra o a sinistra, si può attraversare lo<br />

spazio organizzato in funzione di una sequenza<br />

stabilita di rituali per la toilette quotidiana. Se<br />

questi rituali si praticano in modo consapevole,<br />

diventano una sorta di meditazione e rappresentano<br />

quindi la chiave del benessere. Lungo la parete<br />

scorre un lavabo lineare con ampi piani di appoggio.<br />

Qui trovano posto i rituali dell’igiene e della<br />

bellezza. Una vasca è annegata nel pavimento sul<br />

lato frontale della stanza. Il bagno diventa un rito:<br />

invece di scavalcare la vasca, ci si lascia scivolare<br />

nel pavimento, come si usava nelle case signorili<br />

dell’antichità. L’acqua calda sgorga dalla parete<br />

come da una sorgente e riempie la vasca. Dall’alto<br />

di una doccia, praticamente irriconoscibile,<br />

scroscia una pioggia leggera. Questa doccia, ridotta<br />

a una piastra rettangolare integrata nel soffitto,<br />

non rappresenta che un’interfaccia architettonica.<br />

Dalla vasca lo sguardo vaga nell’atrio del giardino<br />

dell’Eden citato prima. Dopo il bagno si prende<br />

posto sulla passerella in legno situata accanto alla<br />

vasca. Il cuscino e il bastoncino d’incenso invitano<br />

al rituale dell’indugio: si accende uno dei<br />

bastoncini e si rivolge la propria attenzione ai rari<br />

dettagli architettonici, prendendo tempo per osservare,<br />

riflettere, rilassarsi. E ancora una volta non si<br />

tratta concretamente del cuscino o del bastoncino<br />

d’incenso, ma della domanda: è possibile concepire<br />

uno spazio che consente funzioni ideali, quali ad<br />

esempio l’osservazione e la meditazione, è possibile<br />

concepire uno spazio che invita a una presa di<br />

coscienza?<br />

K.R.: In questo contesto che ruolo spetta alla luce,<br />

dispensata da fori circolari disposti nel soffitto in<br />

modo apparentemente casuale?<br />

M.M.: I “fori di luce” circolari del soffitto sono<br />

orientati nella stessa direzione: stendendosi sul<br />

“daybed” – che sembra anch’esso galleggiare per<br />

tradurre la leggerezza che si sente dopo il bagno,<br />

il distacco dalla quotidianità, una sorta di sospensione<br />

– si è invitati alla riflessione e alla meditazione.<br />

Chi si è sdraiato sul blocco di marmo caldo<br />

al centro di un hammam orientale con lo sguardo<br />

rivolto al soffitto, perforato da innumerevoli aperture<br />

luminose, talvolta in vetri colorati, conosce<br />

questa incredibile sensazione tranquillizzante,<br />

quasi ipnotica. In linea generale l’illuminazione è<br />

un elemento d’importanza fondamentale in una<br />

stanza, in cui ci si vuole sentire a proprio agio<br />

anche nudi e che si utilizza al mattino appena<br />

svegli e alla sera prima di coricarsi. Diversi scenari<br />

luminosi rispondono ai differenti stati d’animo<br />

del mattino e della sera: la luce diventa elemento<br />

sia stimolante che distensivo.<br />

UNA INVITACIÓN A QUEDARSE<br />

El mundo de MEM se presenta en un entorno<br />

ideal que ya no tiene nada que ver con la cabina<br />

húmeda de 6,5 m 2 embaldosados en blanco que<br />

se ha establecido en nuestro entorno como baño<br />

estándar. Hasta ahora, en la mayoría de los casos<br />

los arquitectos asignaban al baño un espacio<br />

sobrante a lo largo de una única pared de instalación,<br />

pues la distribución de la habitación debía<br />

realizarse a bajo precio y debía ser sobre todo<br />

funcional: no iba a venir a verla ninguna visita.<br />

¿Por qué otorgar importancia a la prodigalidad, a<br />

los materiales de calidad o a la luz en el baño, que<br />

en contraste con el salón o la cocina no cumplía<br />

ninguna finalidad representativa? Porque el cuarto<br />

de baño es la única estancia en la que uno puede<br />

estar a solas consigo mismo, en paz y sin molestias;<br />

en la que el propio bienestar del cuerpo y del<br />

espíritu es lo primordial. Mike Meiré ha situado al<br />

hombre y sus rituales de higiene en el centro de<br />

sus reflexiones acerca del MEM creado por Sieger<br />

Design, y ha concebido, como preludio del desarrollo<br />

de cada producto concreto, una arquitectura<br />

de baño completamente nueva. El diseñador y<br />

director artístico, con su agencia Meiré und Meiré,<br />

es responsable entre otras tareas de la comunicación<br />

de Dornbracht. Kristina Raderschad en una<br />

entrevista con Mike Meiré.<br />

K.R.: ¿Cuál es para usted el punto de partida de<br />

las reflexiones sobre la serie de griferías MEM<br />

diseñada por Sieger Design?<br />

M.M.: En el marco del “Energetic Recovery<br />

System” he desarrollado desde hace algunos años<br />

un plan artístico que debía esbozar una idea sobre<br />

los baños del futuro. Al hacerlo, me he dado cuenta<br />

de que hay otro nivel de higiene que el baño<br />

debe hacer posible: junto a la higiene corporal<br />

debe producirse también una higiene espiritual.<br />

Un nivel que va más allá del bienestar en el sentido,<br />

convencional, es decir, más allá de los tratamientos<br />

corporales, de lo exterior: Se trata en mayor medida<br />

de un proceso sanador, de un reequilibrio, de<br />

recargarse de fuerzas y energías renovadas. Sólo<br />

cuando el baño cumple también con estas funciones<br />

ideales, se convierte en un espacio de cultura.<br />

K.R.: ¿Cómo conseguir un baño así, que permita<br />

regenerar el cuerpo y el espíritu?<br />

M.M.: El baño es el único lugar dentro de la casa<br />

que ofrece la posibilidad de aislarse, de encontrar<br />

tranquilidad, de encontrarse con uno mismo. Por<br />

eso, para mí era importante el aspecto de la desmaterialización,<br />

un vacío espiritual en vez de un<br />

espacio abarrotado. El espacio en sí se define<br />

como un dominio de lo más preciado, que permanece<br />

lo más intacto posible, pero que está cargado<br />

de atmósfera propia. He concebido un espacio de<br />

dimensiones generosas en el que el producto<br />

queda en un segundo plano visual. No deben<br />

entenderse de forma dogmática ni la presentación<br />

en planta ni los elementos del mobiliario presentados.<br />

Antes al contrario, éstos materializan una<br />

idea. Toda forma de diseño debe retirarse para<br />

producir tranquilidad. Sólo puedo encontrarme a<br />

mí mismo, sacar por así decirlo mi interior hacia<br />

afuera, en un espacio lo más neutro posible, que<br />

no tenga ningún mensaje estético-formal que me<br />

distraiga o me agobie.<br />

K.R.: ¿Entonces, el baño se convierte también en<br />

una especie de celda de clausura?<br />

M.M.: La idea fundamental es muy parecida, aun-<br />

<strong>DORNBRACHT</strong> the SPIRITof WATER Ritual Architecture<br />

THE<br />

BATH<br />

AS A<br />

TEMPLE<br />

FLOOR PLAN<br />

The ritual bath creates<br />

visual and inner peace<br />

through a clear division in<br />

the architecture. Functional<br />

elements such as the toilet<br />

are accommodated in a<br />

separate room concealed<br />

behind a revolving door. The<br />

view into the green Garden<br />

of Eden is also preserved<br />

here.<br />

Grazie alla netta separazione<br />

dell’architettura, il bagno<br />

rituale è improntato alla<br />

tranquillità visiva e interiore.<br />

Gli elementi funzionali, quali<br />

il wc, sono collocati in uno<br />

spazio separato, nascosto<br />

dietro a una porta girevole.<br />

Anche da qui lo sguardo<br />

spazia sul verdeggiante giardino<br />

dell’Eden.<br />

Mediante una clara división<br />

en la arquitectura, el baño<br />

ritual crea una tranquilidad<br />

visual e interior. Los elementos<br />

funcionales como el WC<br />

están en un espacio separado<br />

que se oculta tras una puerta<br />

giratoria. La mirada al verde<br />

Jardín del Edén sigue siendo<br />

apreciable desde aquí.<br />

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