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Scheda n. 95 - Floricoltura e Vivaismo

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Visitabilità: visite su prenotazione, dal lunedi<br />

al venerdi dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00<br />

alle 19.00<br />

Dove: La villa di Vico Bello sorge su una<br />

collina panoramica nelle immediate vicinanze<br />

di Siena nella zona nord della città.<br />

Come arrivare:<br />

Da Firenze: prendere l'autoPalio (superstrada<br />

Firenze-Siena). Uscita Siena nord. Alla fine<br />

della rampa di decelerazione girare a sinistra<br />

in direzione Chianti. Dopo 700 metri al<br />

secondo incrocio sulla destra seguire le<br />

indicazioni per Ospedale e Siena centro. Dopo<br />

circa 1 km vi troverete davanti ad una<br />

rotatoria da cui si vede Siena sullo sfondo.<br />

Proseguire in direzione Siena centro, ma solo<br />

dopo 50 metri girare a sinistra per una strada<br />

sterrata che è quella che porta direttamente<br />

alla villa.<br />

Informazioni: Margherita Scarampi di<br />

Pruney Anselmi Zondadari<br />

Viale Ranuccio Bianchi Bandinelli, 14 - Siena<br />

tel. 0577 248574 fax 0577 332460<br />

email margherita@vicobello.it<br />

web www.vicobello.it<br />

Descrizione: Il giardino di Vico bello è uno<br />

dei parchi storici privati più belli di Siena,<br />

certamente il più esteso e caratteristico per le<br />

sue terrazze che scendono verso sud in<br />

direzione della città. Offre una splendida vista<br />

panoramica sulla vallata sottostante fino alla<br />

Torre del Mangia e la Cattedrale. Il progetto<br />

della villa e del giardino fu affidato a<br />

Baldassarre Peruzzi dai Chigi, nel XVI secolo<br />

che ne sono ancora i proprietari.<br />

La villa di Vico Bello è nata come residenza<br />

suburbana estiva della famiglia Chigi<br />

Zondadari fin dal XVI secolo e già Ettore<br />

Romagnoli la cita come un delizioso casino<br />

dei signori Marchesi Chigi Zondadari, dove il<br />

Cardinale Flavio usava ritirarvisi per la caccia<br />

accompagnato dai suoi ospiti.<br />

Il giardino è un tipico esempio di giardino<br />

all'italiana con i suoi molti terrazzamenti.<br />

Ogni terrazzamento di questo storico giardino<br />

ha un suo proprio nome caratterizzato dal tipo<br />

di piante che ci sono state messe o a cosa era<br />

adibito. Infatti dal "giardino dei limoni" una<br />

grande scalinata ci conduce al "pomario" dove<br />

un'aiuola centrale bordata con lunghe basse<br />

siepi ha al centro una grande palla di bosso.<br />

Tutto intorno altre aiuole delimitate da siepi<br />

di bosso circondano noccioli, cachi,<br />

albicocchi, mandorli, palme e altri alberi da<br />

frutto e danno il nome al terrazzamento di<br />

"pomario". Scendendo un'altra imponente<br />

scala entriamo nel giardino delle azalee dove<br />

fa da protagonista un enorme cedro deodara<br />

con ai lati camelie, oleandri e due romantiche<br />

piccole fonti. Attraverso un archetto segreto<br />

rivestito da rocce spugnose si entra nel<br />

"Giardino Botanico", rimodernato da<br />

Bonaventura Chigi Zondadari alla metà del<br />

XIX secolo che ricercò e fece ripiantare le<br />

piante rare provenienti da tutto il mondo. Qua<br />

si trovano piante esotiche, ricordi di paesi


lontani che negli anni di inizio Novecento<br />

erano molto amate e innovative. La passione<br />

botanica del proprietario è ancora viva in<br />

alcuni esemplari di piante pregiate che sono<br />

cresciute benissimo nel clima e nel terreno<br />

acido di questa zona. Un grande centenario<br />

Ginko Biloba sta esattamente al centro<br />

dell'ampio terrazzamento e con la sua grande<br />

mole copre l'intera superficie del giardino. A<br />

un lato un maestoso e pregevole cedro del<br />

Libano campeggia silenzioso e nell'altro vi è<br />

un abete a lui simmetrico abbastanza recente<br />

che ha preso il posto nell'ultimo<br />

cinquantennio di un terzo cedro, quello<br />

dell'Atlante distrutto dalle cannonate<br />

dell'ultima guerra mondiale. In questo<br />

giardino vi è una piccola costruzione nota<br />

come "gabinetto o museo per curiosità" dove<br />

un tempo alcune vetrine contenevano<br />

collezioni di piante e fossili. Un grande<br />

stemma Chigi, sei monti in travertino con in<br />

cima una stella a sei punte, si inserisce nella<br />

panoramica vista su Siena. Era questo un<br />

posto di ritrovo per passeggiare e fermate per<br />

prendere il tè; infatti vi è un tavolino<br />

ottagonale in pietra. Una bella fontana a<br />

forma di mezza luna è uno dei punti focali<br />

dell'asse prospettico della villa, arricchita da<br />

ninfee rosa e gialle, papiri e altre piante<br />

acquatiche e pesci rossi. Salendo due rampe<br />

di doppie scale imponenti con sotto alcune<br />

piccole stanze si entra in un altro<br />

terrazzamento, detto "i pratini", caratterizzato<br />

da prati e aiuole delimitate da siepi di bosso.<br />

Il glicine, caratterizzato da un robusto tronco,<br />

ricopre tutto l'alto muro perimetrale dando un<br />

bellissimo colore azzurro nel periodo<br />

primaverile. Lo stemma Chigi tagliato<br />

secondo l'ars topiaria in un grande cespuglio<br />

di bosso è al centro del terrazzamento. Una<br />

lunga siepe delimita le aiuole di rose,<br />

bellissime varietà antiche e colorate, piantate<br />

con grande amore e cura da Isabella Chigi<br />

Zondadari Colonna nella prima metà del XX<br />

secolo. Da questo terrazzamento un'ultima<br />

scalinata imponente fa terminare il giro del<br />

giardino e ci riporta di fronte alla villa. Due<br />

grandi aiuole ovali con prato e rose sorgono<br />

dalla ghiaia mentre in quella centrale rotonda<br />

i sei monti Chigi intagliati nel bosso<br />

dimostrano l'appartenenza alla famiglia. Il<br />

gioco dei colori con i fiori caratterizzava il<br />

lavoro dei giardinieri e la passione della<br />

proprietaria, ne è testimone il premio che la<br />

Marchesa Isabella vinse nel 1938 con un<br />

crisantemo coltivato a Vico Bello di una<br />

resistente qualità e un bellissimo color<br />

madreperla, pubblicato anche nella rivista "Il<br />

giardino fiorito" del 1938. Infine vi è l'ultima<br />

terrazza, quella "delle rose e degli iris". E'<br />

caratterizzata da una completa bordura di rose<br />

inglesi, tipiche per la grazia e la morbidezza<br />

del loro portamento e del fogliame e dalla<br />

fragranza dei loro fiori. Il bosco inglese si<br />

trova a nord della villa. Vialetti sottolineati da<br />

siepi e tigli conducono al "tramonto", luogo<br />

particolare da dove la vista è meravigliosa e<br />

sembra di abbracciare la fine del giorno.<br />

Infine la "Ragnaia", fitto bosco di lecci che<br />

perse nel corso dei secoli la sua funzione di<br />

bosco per la caccia, divenuto anche questo<br />

meta di passeggiate o di partite di tennis nel<br />

campo costruito nello spiazzo nei primi anni<br />

del Novecento quando questo sport<br />

cominciava ad essere in voga.La caratteristica<br />

più evidente del giardino di Vico Bello è il<br />

fatto che il suo disegno è rimasto inalterato<br />

dal XVI secolo, anno della sua costruzione<br />

mentre con il passare del tempo e dei gusti,<br />

nonché delle mode, tutte le trasformazioni<br />

sono state solo di carattere botanico o floreale.<br />

E' la straordinaria architettura che detta le<br />

regole in questo giardino dove le<br />

monumentali piante d'alto fusto sono<br />

sistemate come elementi architettonici forgiati<br />

dalla natura stessa.

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