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marketing - Macplas

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sempre maggiore richiesta nel mondo. Se<br />

negli anni settanta la percentuale di materiali<br />

compositi utilizzati nei veicoli era<br />

dellʼ1%, già alla fine degli anni Novanta il loro<br />

impiego era arrivato allʼ11%. Oggi la percentuale<br />

è cresciuta arrivando al 40%.<br />

La stessa Alenia ha assistito e partecipato a<br />

questo percorso di mutamento. Tale percorso<br />

appare evidente mettendo a confronto<br />

uno tra i primi aerei a far uso di materiali innovativi,<br />

il B767, in cui la presenza di carbonio<br />

era limitata ad alcuni pannelli, con il moderno<br />

787 in cui i materiali compositi, soprattutto<br />

in fibra di carbonio, rappresentano<br />

più della metà del veicolo.<br />

Un così massiccio impiego di tali materiali si<br />

spiega con i numerosi vantaggi che si accompagnano<br />

al loro utilizzo. per esempio<br />

pesano fino al 45% in meno di strutture in<br />

metallo progettate con gli stessi requisiti,<br />

sono resistenti alla corrosione, le parti in<br />

composito possono essere fabbricate in<br />

maniera integrata riducendo il numero di<br />

giunzioni, hanno un basso coefficiente di dilatazione<br />

termica e una buona resistenza<br />

allʼimpatto.<br />

A fronte di tanti vantaggi vi è però anche<br />

una serie di problematiche: costi elevati,<br />

possibile emissione di fumi tossici, costo e<br />

complessità dei processi di fabbricazione,<br />

grandi quantità di sfridi (generati nelle operazioni<br />

di taglio e stratificazione) e infine<br />

elevati costi di smaltimento. Proprio a questi<br />

ultimi due punti è rivolto il progetto (con il<br />

quale Alenia si è aggiudicata il Premio Innovazione<br />

2009) presentato dal relatore.<br />

Lʼidea è quella di riciclare gli scarti derivanti<br />

dai cicli di lavorazione di materiali compositi<br />

preimpegnati. Si tratta di materiali che non<br />

finiscono effettivamente nel componente<br />

che si sta realizzando e che erano destinati<br />

alla discarica. La soluzione riguarda un processo<br />

per la trasformazione degli sfridi di<br />

materiale pre impregnato a fibra continua<br />

(unidirezionale e tessuto) in un materiale<br />

sempre preimpregnato a fibre spezzate di<br />

lunghezza tale da mantenere specifiche<br />

proprietà meccaniche con caratteristiche<br />

quasi isotropiche.<br />

Le peculiari caratteristiche del materiale derivato<br />

dal processo di trasformazione permettono<br />

la stratificazione, la formatura e la<br />

polimerizzazione con la convenzionale tecnologia<br />

dei preimpregnati classici.<br />

* * *<br />

Un interessante lavoro riguardante lʼevoluzione<br />

dei materiali ecosostenibili nellʼauto è<br />

stato presentato da Andrea Pipino (Centro<br />

Ricerche Fiat). Negli ultimi anni la ricerca si<br />

è indirizzata verso lo sviluppo di materiali<br />

compositi con contenuto vegetale e matrici<br />

polimeriche di origine biologica da fonti rinnovabili<br />

che potranno avere un forte impatto<br />

sui veicoli del futuro.<br />

In tal senso il Centro Ricerche Fiat è fortemente<br />

impegnato, anche attraverso una fitta<br />

rete di collaborazioni a livello europeo e<br />

con importanti enti di ricerca e aziende del<br />

settore, a indagare le possibili applicazioni<br />

degli eco-materiali e valutarne gli aspetti<br />

tecnici ed economici. Il compito è quello di<br />

monitorare il mercato dei biomateriali attraverso<br />

contatti con i maggiori produttori e<br />

centri di ricerca europei, per testarne le caratteristiche<br />

tecniche e la lavorabilità attra-<br />

verso specifiche realizzazioni<br />

di componenti vettura.<br />

La presentazione è poi proseguita<br />

con una panoramica storica<br />

sullʼutilizzo dei biomateriali nellʼauto. Lʼidea,<br />

infatti, non è nuova: negli anni Quaranta<br />

Henry Ford aveva realizzato un primo prototipo<br />

di vettura ecosostenibile (Soybean<br />

Car), le cui finiture interne e i pannelli della<br />

carrozzeria erano realizzati con materiali di<br />

origine vegetale. Gli eventi bellici e il successivo<br />

prevalere dellʼindustria siderurgica<br />

non avevano permesso lʼindustrializzazione<br />

di quella vettura.<br />

Solo a partire dagli anni Settanta si riparla di<br />

materiali di origine vegetale sullʼauto con<br />

lʼintroduzione dei pannelli in Wood-Stock<br />

(pannelli per interni con forme relativamente<br />

semplici), ma più per una questione legata<br />

alla riduzione costi che a una sensibilità ambientale.<br />

Alla fine degli anni Ottanta si iniziano<br />

a indagare molti tipi di fibra vegetale per<br />

usi tecnici, metodi e tecnologie per la realizzazione<br />

di compositi con matrice plastica<br />

rinforzata con fibra vegetale e le applicazioni<br />

su vettura compaiono nella seconda metà<br />

degli anni Novanta.<br />

Nel 2003 Toyota è la prima a utilizzare una<br />

bioplastica su vettura. Il coperchio del vano<br />

ruota e i tappeti della Raum sono realizzati<br />

in PLA e kenaf. Oggi i biopolimeri sono una<br />

classe di materiali molto promettenti che, in<br />

futuro, potranno sostituire componenti auto<br />

realizzati con plastiche tradizionali.<br />

In generale, dal punto di visto tecnico, sono<br />

materiali molto versatili e alcune limitazioni<br />

(per esempio le temperature di utilizzo)<br />

stanno per essere superate grazie alla ricerca.<br />

Dal punto di vista economico, sono materiali<br />

che devono ancora trovare una loro<br />

dimensione di mercato per poter competere<br />

con i materiali derivati dal petrolio.<br />

* * *<br />

● materiali e applicazioni ●<br />

Concludiamo con lʼintervento di Fernando<br />

Bianchetti (Alenia Aeronautica),<br />

che ha parlato dellʼevoluzione dei<br />

materiali ecosostenibili in aeronautica.<br />

La crescente attenzione da parte della comunità<br />

mondiale per gli aspetti ecologici dei<br />

prodotti presenti sul mercato sta riscuotendo<br />

sempre maggiore interesse anche per le<br />

applicazioni del mondo aeronautico. La necessità<br />

di rendere i processi più “verdi” impone<br />

delle nuove sfide tecnologiche, sopratutto<br />

legate al fatto che si stanno utilizzando<br />

nuovi materiali come la fibra di carbonio.<br />

Questo sta facendo sì che le aziende produttrici<br />

debbano confrontarsi con questo tema<br />

e trovare soluzioni appropriate anche<br />

per rimanere competitive sul mercato.<br />

Gli argomenti di maggiore interesse dal<br />

punto di vista ecologico per il settore aeronautico<br />

sono i seguenti: miglioramento delle<br />

sostanze maneggiate e utilizzate ai fini di tutelare<br />

la salvaguardia della salute dei lavoratori;<br />

riciclo degli scarti di lavorazione e riutilizzo<br />

dei materiali; ottimizzazione dei processi<br />

al fine di ridurre il consumo energetico;<br />

trattamento dei materiali e delle sostanze<br />

dellʼaeroplano alla fine del ciclo di vita.<br />

In particolare, relativamente a questʼultimo<br />

punto, può essere sottolineato come nei<br />

prossimi 20 anni allʼincirca 6000 aeroplani<br />

dovranno essere dismessi ad un rateo di<br />

circa 300 aeroplani allʼanno. In funzione di<br />

ciò risulta chiaro come occorra una procedura<br />

“eco-sostenibile”, nel senso che fin<br />

dalle fasi di progettazione deve essere tenuto<br />

in conto che il disassemblaggio del velivolo<br />

a fine vita deve essere facile da effettuare<br />

e i materiali devono essere riutilizzabili.<br />

Si deve puntare a ridurre il consumo di<br />

energia durante tutte le fasi di processo dalla<br />

fabbricazione al disassemblaggio. Il velivolo<br />

deve avere una bassa impronta ambientale<br />

dallʼinizio dellʼesercizio fino al termine<br />

del ciclo di vita. Una delle maggiori difficoltà<br />

sta nel riciclo dei materiali compositi.<br />

Alcune tecnologie di riciclo sono disponibili,<br />

ma non ancora industrializzate.<br />

Attualmente sono in corso varie ricerche mirate<br />

al recupero di materiali compositi e la<br />

tecnologia più diffusa per il recupero delle fibre<br />

di carbonio polimerizzata è la pirolisi. Si<br />

<strong>Macplas</strong> 315 ● 49

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