macchine e attrezzature - Macplas
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● materiali e applicazioni ●<br />
Imballaggi biodegradabili<br />
Il primo congresso italiano dedicato agli<br />
imballaggi biodegradabili per prodotti<br />
alimentari, organizzato da Dipartimento<br />
di Chimica dell’Università di Parma e<br />
Stazione Sperimentale per l’Industria<br />
delle Conserve Alimentari (SSICA), si è<br />
tenuto all’Università di Parma il 15 e 16<br />
aprile davanti a una platea di<br />
rappresentanti di enti di ricerca,<br />
Ministero della Salute, associazioni di<br />
riciclatori e compostatori ma,<br />
soprattutto, piccole e medie aziende,<br />
grandi industrie del settore alimentare e<br />
degli imballaggi e produttori di<br />
materiali.<br />
I contributi presentati spaziavano<br />
dall’uso dei polimeri derivati da fonti<br />
naturali (dall’amido alle proteine di<br />
origine vegetale e animale) al<br />
miglioramento delle proprietà termomeccaniche<br />
e di resistenza all’umidità,<br />
fino alla permeabilità ai gas di<br />
imballaggi realizzati con polimeri<br />
biodegradabili.<br />
Tra i polimeri derivati da fonti naturali<br />
particolare attenzione è stata data<br />
all’utilizzo di materiali di scarto o<br />
sottoprodotti, come nel lavoro proposto<br />
da SSICA in collaborazione con<br />
Conserve Italia riguardo alla<br />
realizzazione, mediante tecnologia<br />
cast, di un film alimentare derivato dalle<br />
proteine estratte da scarti vegetali<br />
dell’industria conserviera, in particolare<br />
scarti di legumi molto diffusi quali<br />
fagioli, piselli e lenticchie.<br />
È stato inoltre illustrato come, per<br />
conferire al manufatto finale le<br />
proprietà richieste da produttori,<br />
distributori e soprattutto consumatori,<br />
siano oggi necessarie diverse<br />
competenze e tecnologie che<br />
vanno dall’uso di biotecnologie<br />
all’impiego di nano-compositi.<br />
Enzimi trans-glutaminase sono<br />
stati proposti quali agenti<br />
reticolanti per i componenti<br />
proteici di film alimentari e<br />
rivestimenti a base di collagene a<br />
lattoferrina per conferire<br />
all’imballaggio proprietà<br />
antibatteriche.<br />
I contributi dedicati ai polimeri<br />
biodegradabili hanno affrontato le<br />
problematiche relative alla lavorazione<br />
e all’utilizzo di questi materiali e in<br />
particolare la scarsa resistenza alle alte<br />
temperature e la permeabilità ai gas.<br />
Tra i filoni di ricerca proposti possono<br />
essere citati formulazioni a base di<br />
policaprolattone e rispettivamente<br />
acido polilattico o acido polilattico/poliidrossi-butirrato<br />
addizionati con silicati<br />
a strati organo-modificati, film a base di<br />
acido polilattico e nano-particelle di<br />
rame per conferire proprietà<br />
antimicrobiche, compatibilizzazione<br />
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reattiva di acido polilattico e<br />
poli(butilene adirato-co-tereftalato),<br />
preparazione di compositi a base di<br />
acido polilattico e silice piogenica.<br />
* * *<br />
Il progetto Wheylayer “Film plastici con<br />
rivestimento a base di siero, in<br />
sostituzione di polimeri costosi, e con<br />
maggiore riciclabilità” (finanziato dalla<br />
Comunità Europea nell’FP7/2007-2013<br />
grant agreement n. 218340-2) è stato<br />
presentato dal Dipartimento di<br />
Ingegneria Chimica, Chimica<br />
Industriale e Scienza dei Materiali<br />
dell’Università di Pisa, uno dei 3<br />
membri italiani di tale progetto, insieme<br />
ad Assorimap e Cesap. La ricerca<br />
sviluppata sotto il coordinamento delle<br />
spagnole Pimec Micro e Iris ha<br />
suscitato notevole interesse per la<br />
possibilità di produrre film multistrato<br />
sostituendo materiali derivati dal<br />
petrolio non biodegradabili, quali<br />
l’EVOH, con uno strato di proteine<br />
derivate dal siero del latte.<br />
Questi film multistrato mantengono<br />
buone proprietà barriera a gas e<br />
umidità e possono essere separati<br />
negli strati componenti mediante<br />
apposito lavaggio con detergenti<br />
enzimatici in grado di rimuovere lo<br />
strato proteico, consentendo così il<br />
facile riciclaggio dei polimeri costituenti.<br />
Nel caso di film multistrato a base di<br />
matrici polimeriche compostabili quali,<br />
per esempio, acido polilattico, il<br />
materiale post-consumo può essere<br />
avviato al compostaggio.<br />
Particolare attenzione è stata anche<br />
MANULI STRETCH<br />
dedicata allo studio della<br />
biodegradazione dei materiali<br />
costituenti gli imballaggi. Al fine di<br />
avere un materiale realmente<br />
compostabile, la biodegradazione deve<br />
avvenire in determinati tempi fissati da<br />
specifiche normative e modifiche<br />
strutturali o miscelazioni con altri<br />
materiali possono alterare i tempi di<br />
degradazione del manufatto che,<br />
anche se realizzato con componenti<br />
biodegradabili, potrebbe risultare non<br />
più “compostabile”. In particolare è<br />
stato riportato uno studio sulla<br />
relazione tra cristallinità e velocità di<br />
biodegradazione dell’acido polilattico in<br />
compostaggio e di compositi a base<br />
rispettivamente di acido polilattico e<br />
policaprolattone con nano-argille.<br />
Quindi sono stati presi in esame aspetti<br />
specifici del riciclo di imballaggi, quali la<br />
contaminazione del PET con acido<br />
polilattico, e proposte nuove<br />
tecnologie, come la “imaging spettrale”,<br />
per la separazione dei diversi materiali<br />
polimerici mescolati durante la raccolta<br />
rifiuti.<br />
* * *<br />
Nella tavola rotonda che ha chiuso il<br />
congresso sono stati approfonditi altri<br />
aspetti importanti relativi ai biopolimeri<br />
nell’imballaggio affrontati nelle<br />
presentazioni: stato delle normative<br />
vigenti, problemi connessi con la<br />
realizzazione del compostaggio,<br />
prestazioni dei materiali attualmente in<br />
commercio in condizioni temperature e<br />
umidità estreme. Gli interventi<br />
sull’analisi di ciclo di vita e di impatto<br />
ambientale hanno sottolineato<br />
l’importanza di valutare i nuovi prodotti<br />
e processi in tutti gli aspetti della<br />
produzione: materia prima,<br />
lavorazione, utilizzo, riuso o<br />
smaltimento finale. Questo è<br />
necessario al fine di poter impostare<br />
una corretta valutazione dell’impatto su<br />
ambiente e popolazione che<br />
l’introduzione sul mercato di un nuovo<br />
prodotto può avere.<br />
Generale il consenso sulla necessità<br />
che questi studi siano effettuati<br />
seguendo regole dettate dalla<br />
normativa europea e che i prodotti<br />
introdotti nel mercato italiano rispettino<br />
le normative europee in materia di<br />
contatto con alimenti. Ripetuto anche<br />
l’invito a non far giungere messaggi<br />
ingannevoli riguardo proprietà di<br />
biodegradabilità e compostabilità dei<br />
prodotti commercializzati ai<br />
consumatori e alle fasce di mercato<br />
meno consapevoli, così come a<br />
rispettare la vigente normativa europea<br />
(94/62/EC) nel caso di materiali<br />
destinati allo smaltimento in<br />
compostaggio.