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Invenzione delle razze - cap.1.pdf - web matic

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libro-l'invenzione 19-09-2006 14:36 Pagina 16<br />

sono due specie diverse perché dal loro incrocio nasce progenie<br />

sterile, il mulo e il bardotto. Per quanto riguarda l’uomo,<br />

l’esperimento decisivo, vedere se dal matrimonio nascano<br />

figli fertili, non c’era neanche bisogno di farlo. La prima<br />

nave carica di schiavi africani è arrivata in America del nord<br />

nel 1619, e la produzione di figli di sangue misto fra schiave<br />

e padroni (un po’ meno fra schiavi e padrone) non dev’essere<br />

cominciata molto tempo dopo, se all’epoca della rivoluzione<br />

americana, nel 1776, già si discuteva su quali diritti accordare<br />

alle parecchie persone che non potevano essere<br />

messe con sicurezza né fra i bianchi né fra i neri.<br />

Alla fine, si decise di risolvere il problema con leggi che<br />

collocavano nella razza inferiore i figli <strong>delle</strong> unioni miste e<br />

definivano come nero chiunque avesse anche solo una goccia<br />

di sangue nero (“one drop laws”): “L’incrocio tra un<br />

bianco e un indiano è un indiano; l’incrocio tra un bianco e<br />

un negro è un negro; l’incrocio tra un bianco e un indù è un<br />

indù; e l’incrocio tra una <strong>delle</strong> tre <strong>razze</strong> europee e un ebreo<br />

è un ebreo”. Ma questa è un’altra storia. Qui ci interessa che<br />

per due secoli, il XVIII e il XIX, l’imperativo categorico per<br />

molti scienziati che si occupavano di diversità umana, prima<br />

ancora di comprenderne l’estensione e la natura, era di non<br />

dare appigli a chi intendesse spostare in alto ciò che deve<br />

stare in basso. Dalla commistione <strong>delle</strong> <strong>razze</strong> si paventavano<br />

conseguenze che andavano da un banale imbruttimento alla<br />

radicale degenerazione della specie. Anche un sostenitore<br />

del monogenismo come Arthur de Gobineau, proponendosi<br />

di definire le leggi naturali che reggono il mondo sociale,<br />

notava che i popoli dell’Asia e dell’Africa sono un “compendio<br />

assai triste, bisogna convenirne, di non poche bruttezze”,<br />

mentre gli europei erano i modelli della Venere, dell’Apollo<br />

e dell’Ercole Farnese. La nostra bellezza classica<br />

non doveva essere messa a repentaglio da teorie scientifiche<br />

e bubbole del genere.<br />

L’esperimento è poi proseguito: non in laboratorio, ma<br />

nelle metropoli di tutto il mondo, dove gente di origini diverse<br />

si è incontrata, ha formato famiglie miste e non ha<br />

avuto difficoltà a riprodursi. Anzi: in uno studio molto<br />

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