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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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80 CAPITOLO TERZO<br />

Mosheim infatti, rispetto al<strong>la</strong> trattazione formale e astratta del suo<br />

• autore, si era dichiarato <strong>non</strong> del tutto soddisfatto 75 e si era proposto di<br />

integrar<strong>la</strong> attraverso l'approfondimento del rapporto fra mondo e Dio<br />

sia con le sue lunghe note, sia con le Osservazioni di loannes Cleri-<br />

cus 76 , Jean Le Clerc 77 , il primo che sul continente aveva fatto cono­<br />

scere il Sistema intellettuale pubblicandone vari estratti in francese 78<br />

Di queste Osservazioni <strong>Feuerbach</strong> per tre facciate 79 trascrive un<br />

ampio brano su Dio in quanto somma di tutte le perfezioni <strong>non</strong> solo<br />

degli spiriti, ma anche dei corpi, beninteso senza alcuna imperfezione.<br />

La prima proprietà dei corpi è l'estensione e questa, una volta sottratto<br />

ogni termine, ogni divisibilità, deve essere anche in Dio. In quale modo<br />

avvenga che perfezioni così diverse siano in Dio contenute senza contra­<br />

sto, <strong>non</strong> può essere spiegato dal nostro intelletto, che — aggiunge Le<br />

Clerc — <strong>non</strong> conosce neppure <strong>la</strong> <strong>natura</strong> interna dei corpi 80 .<br />

Il Mosheim nelle sue note procede lungo <strong>la</strong> stessa linea: da un<br />

<strong>la</strong>to approfondisce il senso dell'immensità e dell'onnipresenza divina ri­<br />

collegando il concetto dello spazio assoluto di Isaac Newton; come « sen­<br />

sorio » divino, alle definizioni di Dio come «luogo» di tutte le<br />

cose degli antichi padri del<strong>la</strong> chiesa, di Teofilo d'Antiochia, di Giovanni<br />

Damasceno 81 .<br />

I possibili sviluppi panteistici sono ovviamente colti con favore da<br />

<strong>Feuerbach</strong> 82 , con preoccupazione dal Mosheim, che chiude il discorso<br />

con una alternativa piuttosto sbrigativa: o lo spazio è infinito e allora<br />

si identifica con Dio o <strong>non</strong> si identifica con Dio e allora è finito 83 . In<br />

tal modo egli riprende l'altro <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> posizione di Le Clerc, l'insi-<br />

75 S. I., p. 774.<br />

76 Ivi, pp. 952 ss.<br />

77 J. Le Clerc, nato il 19 marzo 1657 a Ginevra e morto l'8 gennaio 1736<br />

ad Amsterdam, arminiano, fu teologo antidogmatico, <strong>la</strong> cui attività editoriale ebbe<br />

.grande importanza nel<strong>la</strong> formazione del pensiero illuministico; ha curato anche<br />

un'edizione del<strong>la</strong> Teologia dogmatica del Petau, cfr. Lexikon f. Theologie u.<br />

Kirche, cit., VI (1961), col. 1233 e P. Casini, Introduzione all'illuminismo. Da<br />

Newton a Rousseau, Roma-Bari 1980, p. 204 e passim.<br />

78 5. I., pp. n-rv del<strong>la</strong> Prefazione del Mosheim.<br />

79 935d40

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