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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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74 CAPITOLO TERZO<br />

abbia precedentemente fatto, né cerca, come per successiva riflessione, di mutare<br />

ed emendare il suo precedente corso, ma procede in maniera costante, ineluttabile 37.,<br />

Nel confronto con l'uomo però essa rive<strong>la</strong> anche il suo limite: <strong>la</strong><br />

mancanza di coscienza. Si impone allora l'idea di Dio, razionalità uni­<br />

versale, ma trascendente, sommamente operativa, ma cosciente, che in<br />

sé supera i limiti di entrambi 38 .<br />

Il rapporto fra Dio e <strong>la</strong> <strong>natura</strong> p<strong>la</strong>stica è molto stretto, per definir­<br />

lo Cudworth ricorre al<strong>la</strong> terminologia che i padri greci usavano per il<br />

rapporto fra padre e figlio nel<strong>la</strong> trinità: archetipo e immagine, Àóyo?<br />

evòiafretoi; e Aóyo? jrpocpOQixóg 39 . Così <strong>la</strong> <strong>natura</strong> p<strong>la</strong>stica è <strong>non</strong> solo<br />

universale, ma anche incorporea 40 . Essa è presentata come<br />

l'antidoto al materialismo meccanicistico di Hobbes, <strong>la</strong> leva che permette<br />

di concludere il movimento insito nell'ateismo stesso dall'atomismo de­<br />

mocriteo alle concezioni « ilopatiche » e « ilozoiche » verso il piena<br />

riconoscimento di Dio 41 .<br />

Proprio su questa sua presunta funzione apologetica si appuntarono<br />

le critiche di P. Bayle nel<strong>la</strong> Continuation des pensées diverses. Il movi­<br />

mento poteva essere anche rovesciato e <strong>la</strong> <strong>natura</strong> p<strong>la</strong>stica diventare il'<br />

primo decisivo passo verso l'affermazione dell'autonomia, dell'autosuf­<br />

ficienza del<strong>la</strong> materia.<br />

Infatti se Dio ha potuto conferire una simile virtù p<strong>la</strong>stica ciò significa che<br />

<strong>non</strong> ripugna affatto al<strong>la</strong> <strong>natura</strong> delle cose che ci siano tali agenti; essi — si potrà<br />

concludere — possono dunque esistere da loro stessi. Potete capire tale conclusione<br />

per mezzo di un paragone. Se <strong>la</strong> materia può ricevere da Dio <strong>la</strong> forza motrice, c'è<br />

una compatibilita <strong>natura</strong>le fra <strong>la</strong> materia e <strong>la</strong> forza motrice. Si può dunque slmil­<br />

mente supporre sia che <strong>la</strong> materia esista da lei stessa, sia che <strong>la</strong> virtù motrice le<br />

sia propria essenzialmente. Quelli che suppongono, come <strong>la</strong> maggior parte dei car­<br />

tesiani, che <strong>la</strong> materia sia incapace di essere investita del<strong>la</strong> forza di muoversi e che<br />

Dio solo possa produrre il movimento, sono molto più in grado di confutare gli<br />

atei 42 .<br />

37 Ibidem.<br />

38 Ivi, pp. 156-63.<br />

^ Ivi, p. 155 (in realtà 155 bis).<br />

* Ivi, pp. 163-72.<br />

41 Ivi, pp. 172-73.<br />

42 P. Bayle, Continuation des pensées diverses [...] in Oeuvres diverses de<br />

Mr Pierre Bayle [...] Nouvelle Edition considerablement augmentée, Tome III, A<br />

<strong>la</strong> Haye. Par <strong>la</strong> compagnie des Libraires, MDCCXXXVII, p. 217.

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