Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

AL CUORE DEL CRISTIANESIMO: LA TRINITÀ 57
cipio, e la parola estena, proferita 75 . È chiaro che tutto ciò rappresenta
per lui un tipico esempio di argomentazione « idealistica », che identifica
essere e idea per fare di questa il principio di ogni realtà e, secondo lo
schema tratteggiato nei Principi della filosofia dell'avvenire (composti
nel 1843), ha avuto la sua culla più favorevole nel neoplatonismo an­
tico, in quella particolare commistione di filosofia e religione 76 .
L'incarnazione però rompe l'impostazione « idealistica » e
neoplatonica. Nei padri è vivamente avvertita l'esigenza di collegare il
A.ÓYOS alla carne, la parola interna alla parola esterna. Dal trattato sul­
l'incarnazione Feuerbach riprende un testo di Agostino:
Ita enim verbum nostrum vox quodammodo corporis fit, assumendo eam, in
qua manifestetur sensibus nostris, sicut Verbum Dei caro factum est, assumendo
eam, in qua et ipsum manifestaretur sensibus hominum. Et sicut verbum nostrum
fit vox, nec mutatur in vocem, ita Verbum Dei caro quidem factum est, sed absit
ut mutaretur in cameni 77 .
Il parallelo fra la carne e la voce sembra sì relegare la materia nella
sfera dell'esteriore, dell'accessorio, ma senza la carne la redenzione non
è avvenuta, né senza la voce la rivelazione di Dio. Qui sta per Feuerbach
il realismo del cristianesimo.
Fin dal 1828, nella lettera ad Hegel, egli aveva visto come compito
della nuova filosofia la IvcraQxwon; o incarnazione del puro
Xóyog 78 . Nell'Essenza del cristianesimo aveva poi sostenuto come l'in­
carnazione non fosse « un fatto meramente empirico », ma il disvela­
mento della natura di Dio e dell'essenza del cristianesimo 79 . L'Essenza
della fede secondo Luterò, redatto presumibilmente poco prima dei no­
stri fogli, è tutto dedicato al dinamismo e al realismo del­
l'incarnazione 80 .
La novità assoluta di questo studio sulla trinità è rappresentata da­
gli ampi estratti sullo spirito santo. Nell'Essenza del cristiane­
simo Feuerbach se ne era sbarazzato con il facile giudizio che si trattava
di una personificazione vaga, mal riuscita dell'amore, e l'aveva sostituito
75 Ivi, 15r-v, 4, 32r [cfr. T. D., II, 1. VI, e. I, §§ II-III-V-VII-IX, pp. 540-
541, 542, 543-46; 1. VII, e. XIII, §§ IV-VIII, pp. 729, 731; Addenda pp. 872-73].
76 G. W., IX, pp. 310-12 [tr. it. C. Cesa, S. F., pp. 244-48].
77 40*32^ [cfr. T. D., IV, 1. II, e. IV, § III].
78 Briefe von una an Hegel, cit., Ili, p. 245 [tr. it. C. Cesa, S. F., p. 7].
79 G.W., V, pp. 101-06.
80 Cfr. in particolare G. W., IX, pp. 377-79.