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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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AL CUORE DEL CRISTIANESIMO: LA TRINITÀ 55<br />

imaginis similitudinem homo factus est; et propterea Salvator noster, qui est<br />

imago Dei, misericordia motus prò homine, qui ad ejus similitudinem factus fue-<br />

ràt... imagine hominis assumpta venit ad ipsum M .<br />

Confrontando i due momenti del<strong>la</strong> creazione e dell'incarnazione è<br />

possibile scoprire uno scambio fra modello e copia. Infatti se nell'atto<br />

creativo il Xóyoc; è archetipo in quanto sapienza, nel momento dell'in­<br />

carnazione l'uomo lo è in quanto carne, corpo. Quello che ai<br />

padri permette di spiegare <strong>la</strong> redenzione come restaurazione dell'imma­<br />

gine divina nell'uomo, fornisce anche a <strong>Feuerbach</strong> nuovo sostegno per<br />

il rovesciamento del rapporto fra Dio e uomo 55 . O il corpo è per il ver­<br />

bo un accessorio esteriore, una maschera, come pensavano i d o e e t i ^<br />

o rientra in qualche modo nel<strong>la</strong> definizione stessa del verbo. In questa<br />

problematica si impone con forza il tema del<strong>la</strong> resurrezione del­<br />

<strong>la</strong> carne e <strong>non</strong> è un caso che un passo di Tertulliano citato provenga<br />

proprio da un'opera su questo argomento:<br />

[...] ad imaginem Dei fecit illum scilicet Christi... Ita limus ille jam tunc<br />

imaginem intuens Christi futuri in carne <strong>non</strong> tantum Dei opus erat, sed etiam<br />

pignus 57 .<br />

A <strong>la</strong>to <strong>Feuerbach</strong> annota: « Come Tertulliano, anche altri vedono<br />

nel corpo l'immagine di Dio nell'uomo » 58 . Se dunque l'incarnazione,<br />

il corpo rientrano nel<strong>la</strong> nozione del verbo, questo <strong>non</strong> può che apparire<br />

come il « Dio umano » 59 . Mediante il concetto di mediatore, di imma­<br />

gine, il verbo è inscindibilmente legato all'uomo, che diventa così il pun­<br />

to di riferimento finale.<br />

Tutta <strong>la</strong> Trinità è definita rispetto all'uomo. Lo spunto è a Feuer­<br />

bach offerto dalPinterpretazione psicologica dei trattati trinitari, che<br />

nel padre vedevano l'essere, nel figlio il sapere, nello spirito santo l'a-<br />

54 40'' 27r [cfr. T. D., II, e. V, § XI, pp. 569-70].<br />

55 Ibid., a <strong>la</strong>to commenta: « Cristo Dio umano, immagine di Dio ».<br />

56 Cfr. <strong>la</strong> polemica di <strong>Feuerbach</strong> contro il corpo « docetico », puro fenomeno<br />

ottico, nello scritto Sul miracolo, in: G. W'., Vili, pp. 335-38.<br />

57 40C 27 V . Il passo è preso dal tomo III e qui accostato da <strong>Feuerbach</strong> [cfr.<br />

T. D., Ili, 1. II, e. II, § III, p. 297].<br />

58 Ibid. Il Petau aveva citato anche Prudenzio e Ireneo (« carnem p<strong>la</strong>smatam<br />

esse dicit secundum imaginem Dei »), ma poi aveva aggiunto <strong>la</strong> correzione di<br />

S. Agostino, che aveva visto nel corpo eretto solo un segno dell'immagine, in se-<br />

forma intcriore.<br />

99 Ivi, 27 r .

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