Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

46 CAPITOLO SECONDO
erano ancor più difficili da superare e la distinzione introdotta fra essen­
ziale e marginale, nucleo dottrinale e formulazione esteriore era gravida
di implicazioni anche pericolose 15 . Da qui la forte carica di rielaborazio­
ne e di ripensamento totale, implicita nell'opera. Essa si proponeva sì di
dimostrare « l'identità della chiesa del suo tempo con quella primitiva »,
il consenso dei padri « senza riguardo a contesti cronologici o storici » 16,
ma questo significava ridare attualità alla dogmatica antica nel momento
della sua formazione.
Il trattato sulla trinità è certo il più denso di fermenti innovativi n ,
che ora, dopo tre secoli di discussioni e riflessioni teologiche, non hanno
perso nulla della loro vitalità, anzi stimolano il dibattito postconciliare.
L'uso che Feuerbach ne fa, dimostra chiaramente come alla sua sensibi­
lità non siano sfuggiti questi aspetti. Per questo l'analisi feuerbachiana
può forse mantenere anche per la teologia contemporanea un valore pro­
vocatorio e problematico non sottovalutabile.
ESSENZA E INDIVIDUO: LA PERSONA COME SINGOLARITÀ.
Il concetto, che nel trattato sulla trinità svolge il ruolo centrale, è
quello di persona. In primo luogo esso si presenta connesso a quello di
essenza, di sostanza, in una identità, che è insieme distinzione. Il rap­
porto fra essenza e persona è, come è noto, uno dei problemi che stimolò
la critica e il formarsi autonomo del pensiero di Feuerbach prima contro
il cristianesimo, poi contro la filosofia del suo stesso maestro Hegel. Fin
nella lettera ad Hegel (1828) 18 è annunciata quella critica, che i Pen­
sieri sulla morte e l'immortalità (1830) attuano con decisione contro l'i­
dentificazione arbitraria del singolo, della persona con la totalità, lo spi­
rito (il ' Geist ' hegeliano) mediante la pretesa dell'immortalità persona­
le 19 . Tale accusa è però poi anche rivolta in Per la critica della filosofìa
15 Come è noto, nel sei-settecento si era diffusa in Inghilterra la tendenza
teologica, chiamata latitudinarismo, che cercava di ridurre ai pili essenziali e fon­
damentali gli articoli di fede e trovava sostegno nei platonici di Cambridge, fra
cui R. Cudworth, del quale si parlerà nel capitolo successivo, cfr. Evangelisches
Kirchenlexikon (hg. v. H. Brunette u. O. Weber), II (Gòttingen 1958), col. 1039.
16 L. Karrer, op. eh., p. 128.
17 Lexikon f. Theologie u. Kirche, cit., col. 314.
18 Briefe von und an Hegel, cit., Ili, pp. 244-48 [tr. it. C. Cesa, 5. F., pp.
7-10].
19 Cfr. nella parte seconda (G. W., I, pp. 241-317) l'analisi della costituzione