Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

40 CAPITOLO PRIMO
tutte le lettere all'amico fino al maggio del 1844 257 . Non si era dunque-
trattato di un fatto passeggero, ma di un mutamento di attenzione, di
prospettive. In questo nuovo contesto, impostasi quasi dall'esterno nel­
l'autunno del 1843, potrebbe essere avvenuta la stesura di Contro il
dualismo, che, come dice la presentazione, avrebbe avuto luogo in un
periodo di crisi, in cui nuovi oggetti, « più vicini all'uomo » comincia­
vano ad attrarre il suo sguardo; questi non erano certo la filosofia della
rivelazione di Schelling, bensì motivi da essa avanzati in forma « misti­
ca », che riportavano Feuerbach agli spunti panteistici e naturalistici
per es. di Jakob Bòhme 258 .
Per tutti questi riscontri, che mi pare trovino nel Nacblafi non
confutazioni, ma semmai riconferme 259, l'ordine proposto dal Griin e
anzi già adottato dallo Schaller nel suo commento del 1847. risulta ben
più fondato di quello seguito da tanti commentatori del novecento. In
tal caso l'argomento addotto contro la coerenza, contro la consistenza di
una evoluzione naturalistica viene a cadere e anzi suggerisce un criterio
per una netta demarcazione fra il periodo sensistico-antropologico e quel­
lo naturalistico: il nuovo rapporto fra l'uomo e la natura. Certamente il
motivo della natura è un filo che unisce tutta la produzione di Feuerbach
e prima determina una particolare recezione dell'hegelismo mediante l'i­
dentificazione di spirito e natura, poi la critica del panlogismo astratto
in favore di una totalità concreta. Tuttavia fino all'Essenza della religio­
ne lo schema concettuale del rapporto uomo-natura rimane sostanzial­
mente immutato: è antropocentrico. La definizione della totalità muta,
ma il suo centro — sia essa spirito e sensibilità — rimane l'uomo. Anche
il capovolgimento radicale delle Tesi, che consiste nel rimettere i piedi
sulla terra, non intacca la posizione suprema dell'uomo, che in quanto-
coscienza è la definitiva realizzazione dell'essere.
L'essere è la realtà della coscienza, ma, per converso, la coscienza è la realtà
dell'essere — la coscienza soltanto è l'essere reale 2*°.
257 Cfr. S. W., XIII, pp. 131, 133, 134, 135.
258 Cfr. lettera a Ch. Kapp del 5 febbraio 1844, ivi, pp. 131-2.
259 Ci sono fogli, che per evidenti affinità hanno probabilmente fatto parte dì
stesure preliminari; questi non si riferiscono mai all'Essenza della religione, ma a
temi precedenti, cfr. U. B. - Miìnchen 4" eoa. ms. 935d 19r e soprattutto 27 e , dove
l'unità di pensiero e cervello è ricavata dall'unità di speculazione ed empiria, se­
condo l'impostazione della filosofia genetico-critica, teorizzata negli anni 1838-39..
a» G. W., IX, p. 252 [tr. it. cit., pp. 186-87].