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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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L'ESSENZA DELLA RELIGIONE: UNA INVOLUZIONE? 27<br />

tura « <strong>non</strong> <strong>umana</strong> », e <strong>la</strong> giudicò un brusco salto, uno strappo, una<br />

rottura, radicata nel<strong>la</strong> definizione stessa dell'uomo e del<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, desi­<br />

gnati come il negativo l'uno dell'altra m . Era questa impostazione, che<br />

secondo lui portava necessariamente al vicolo cieco, al paradosso di un<br />

discorso sul<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, impossibile secondo « criteri umani », e a una<br />

re<strong>la</strong>zione con un ente, sordo « ai <strong>la</strong>menti e ai desideri dell'uomo » 17°.<br />

Dinanzi a questo esito Haym ribatteva:<br />

Ma no! E ancora no! La <strong>natura</strong> in verità risponde. La <strong>natura</strong> <strong>non</strong> è muta,<br />

anzi nessuno par<strong>la</strong> se <strong>non</strong> <strong>la</strong> <strong>natura</strong> e nul<strong>la</strong> potrebbe essere detto se <strong>non</strong> fosse<br />

<strong>la</strong> <strong>natura</strong> a par<strong>la</strong>re 171 .<br />

In antitesi egli proponeva, come intuizione più profonda del<strong>la</strong> ro­<br />

mantica Naturphilosophie, l'idea che <strong>la</strong> <strong>natura</strong> sia « spirito addormen­<br />

tato » in vivente continuità con l'uomo 172 , impulso al<strong>la</strong> libertà 173 , fon­<br />

te <strong>non</strong> solo del<strong>la</strong> vita, ma anche dei desideri e dell'agire umano 174 . A<br />

questa idea anche <strong>Feuerbach</strong> secondo l'Haym era stato vicino, ma poi,<br />

preoccupato per le stravaganti conseguenze dell'Unico, anziché rivendi­<br />

care le radici obiettive, <strong>natura</strong>listiche del suo umanesimo, aveva finito<br />

per giustapporre a un io diventato « astratto » una <strong>natura</strong> altrettanto<br />

« astratta ». In altri termini aveva abbandonato <strong>la</strong> sfera più propria<br />

del suo discorso, quel<strong>la</strong> etica, ed era risalito al più superficiale livello<br />

teoretico 175 . L'interpretazione è spiegata dall'Haym con un acuto pa­<br />

rallelismo fra <strong>Feuerbach</strong> e Fichte: ambedue avevano criticato <strong>la</strong> teolo­<br />

gia e propugnato una posizione, che era stata designata come atea, am­<br />

bedue avevano rifiutato « le costruzioni sistematiche all'interno di un<br />

mondo ideale presupposto » e preferito « partire da un dato per giun­<br />

gere a una fonte originaria », il metodo genetico-critico, ambedue ave­<br />

vano dato grande rilievo al dinamismo dell'io, ambedue però, trasci­<br />

nati dal<strong>la</strong> polemica e dal<strong>la</strong> necessità di spiegarsi, finirono per fare il<br />

gioco degli avversari e per ritornare a quel piano teoretico o specu<strong>la</strong>­<br />

tivo, da loro precedentemente contestato, cadendo nel dualismo di io<br />

169 R. Haym, <strong>Feuerbach</strong> una die Philosophie ..., pp. 3-4.<br />

170 Ivi, pp. 7-21, dove si collegano i §§ 48 e 35 dell'Essenza del<strong>la</strong> religione,<br />

171 Ivi, p. 21.<br />

172 Ivi, p, 4.<br />

173 Ivi, p. 12.<br />

174 Ivi, pp. 43-7, 64-6, 82-4.<br />

175 Ivi, pp. 27-8, 43-7.

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