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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE. l a REDAZIONE] 307<br />

[**] L'uomo deve <strong>la</strong> sua esistenza <strong>non</strong> al<strong>la</strong> causa prima, da cui discende<br />

' ogni cosa, bensì al<strong>la</strong> causa ultima e prossima, deve <strong>la</strong> sua esistenza <strong>non</strong> al<strong>la</strong> terra,<br />

come era un giorno, bensì al<strong>la</strong> terra, come è attualmente [4].<br />

t 1 ] Nel paganesimo ... <strong>natura</strong>: cfr. E. R., § 55.<br />

[ 2 ] Che i miracoli ... <strong>natura</strong>le: cfr. E. R., § 53.<br />

t 3 ] Cfr. Corpus Hermeticum (hg. v. W. Scott. Oxford 1924), Lib. IV, 9.<br />

t 4 ] L'uomo ... attualmente: cfr. E. R., § 6.<br />

bensì in ore determinate. Chi vuoi sempre pregare, diventa un fa- [*]<br />

natico, ossia estende <strong>la</strong> religione al di là del suo concetto, del<strong>la</strong> sua de­<br />

terminazione, del suo compito, proprio come chi vorrebbe sempre<br />

vedere miracoli. Il regno del casuale è il regno del<strong>la</strong> religione. Quando<br />

si congiungono insieme filosofia e religione, si compie <strong>la</strong> più grande<br />

assurdità. L'unico oggetto del<strong>la</strong> filosofia, l'universale, il necessario, <strong>non</strong><br />

è affatto oggetto del<strong>la</strong> religione; e viceversa, l'oggetto, l'unico oggetto<br />

del<strong>la</strong> religione, <strong>non</strong> esiste affatto per <strong>la</strong> filosofia, giacché questa si<br />

fonda appunto soltanto sull'astrazione dell'universale dall'individuale.<br />

In verità anche <strong>la</strong> religione <strong>non</strong> può fare a meno dell'universale; essa<br />

deve rinunciare a questo singolo caso già in seguito all'esperienza, ma<br />

<strong>non</strong> per questo abbandona il regno dei casi singoli, cosi come colui che<br />

crede negli oracoli, nel<strong>la</strong> divinazione <strong>non</strong> abbandona ancora <strong>la</strong> divinazio­<br />

ne per il fatto che questo o quel caso <strong>non</strong> si realizza, infatti egli da <strong>la</strong><br />

colpa dell'insuccesso a sé, alPinterpretazione o a qualche mancanza,<br />

<strong>non</strong> al<strong>la</strong> divinazione. La credenza nel fatto che <strong>la</strong> divinità indichi nei<br />

singoli casi il vero, resta incrol<strong>la</strong>bile. Così anche il credente del cristia­<br />

nesimo, quando anche questa singo<strong>la</strong> preghiera <strong>non</strong> trova compimento,<br />

<strong>non</strong> per questo abbandona <strong>la</strong> fede nel fatto che Dio esaudirà altre pre­<br />

ghiere, benché del<strong>la</strong> stessa specie. E se anche tutto in questa vita <strong>non</strong><br />

mi riuscisse: mi rimane 1' a 11 r a vita, in cui io, quest'uomo, riceverò<br />

<strong>la</strong> ricompensa per quanto qui ho perduto, avrò<br />

t*l 78 [i].<br />

[ ! ] In realtà pagina settantasettesima.<br />

al centuple quello che qui, nel<strong>la</strong> migliore ipotesi, posso avere una [*]<br />

volta so<strong>la</strong>. È del tutto assurdo voler fare del<strong>la</strong> rassegnazione l'essenza

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