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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE. 1" REDAZIONE] 285<br />

del volere e del sapere, giacché però essa è in quanto tale<br />

priva di intelligenza e volontà, questo volere e sapere è un essere di­<br />

stinto dal<strong>la</strong> <strong>natura</strong>. La <strong>natura</strong> <strong>non</strong> pensa, ma produce sapere,<br />

proprio come se pensasse, quindi Dio ha in generale pensato al po­<br />

sto suo, per essa: essa è un agente, un esecutore privo di volontà<br />

propria C 1 ]. In origine l'uomo ha per oggetto solo l'effetto del<strong>la</strong><br />

<strong>natura</strong>, ma <strong>non</strong> <strong>la</strong> causa efficiente — <strong>non</strong> <strong>la</strong> <strong>natura</strong>, se <strong>non</strong> in quanto gli<br />

appare come un oggetto privo per sé di coscienza e solo destinato ad es­<br />

sere adoperato, goduto da lui — egli dunque fissa come scopo, in­<br />

dipendente per sé questo effetto, per es. il calore e lo splendore del sole,<br />

il quale è per gli altri esseri e per l'uomo, anzi in ultima analisi sempre<br />

per questo, un effetto benefico, necessario all'esistenza, separandolo in­<br />

teramente nel<strong>la</strong> sua rappresentazione dall'effetto <strong>natura</strong>le sugli altri es­<br />

seri, così egli separa anche dal<strong>la</strong> causa <strong>natura</strong>le <strong>la</strong> causa finale; pensa<br />

[*] L'albero è il luogo di riunione delle famiglie, del<strong>la</strong> comunità; al riparo<br />

dei suoi rami e delle sue foglie si consultano e prendono decisioni comuni, esso<br />

è testimone delle loro intese. Esso le ricopre con <strong>la</strong> sua ombra, è il punto al quale<br />

si ricollega <strong>la</strong> loro esistenza comunitaria. Il suolo del<strong>la</strong> terra è anche <strong>la</strong> base del<strong>la</strong><br />

mia esistenza <strong>umana</strong>; all'agricoltura si ricollega <strong>la</strong> coscienza del beneficio del<strong>la</strong><br />

cultura <strong>umana</strong>. Ma appunto come al<strong>la</strong> <strong>natura</strong> si ricollega [2 ]<br />

t 1 ] Ciò che <strong>la</strong> <strong>natura</strong>... propria: cfr. E. R., § 44.<br />

[ 2] Continua.<br />

un essere come l'essere dei fini e un altro come l'essere degli ef- [*] 33r<br />

fetti L 1 ]. L'uomo pensa tutto sotto <strong>la</strong> forma del suo proprio<br />

essere; egli è l'essere assoluto, da cui deduce e spiega tutto. Le cose<br />

per lui sono in sé così come se le rappresenta, egli <strong>non</strong> dubita del<strong>la</strong> ve­<br />

rità di lui stesso; ciò che egli fa, presuppone un' intenzione — quin­<br />

di anche ciò che fa <strong>la</strong> <strong>natura</strong>. Il suo intelletto è per lui 1' e s s e r e su­<br />

premo; come egli si assoggetta tìsicamente <strong>la</strong> <strong>natura</strong>, così <strong>la</strong> assog­<br />

getta anche spiritualmente, teoreticamente al suo intelletto, che rende il<br />

signore e legis<strong>la</strong>tore del<strong>la</strong> <strong>natura</strong>. Egli rende , trasforma le sue [**]<br />

rappresentazioni in cose, <strong>la</strong> casa rappresentata in una casa reale — poter<br />

fare questo è per lui <strong>la</strong> suprema potenza — quindi riduce <strong>la</strong> <strong>natura</strong> a un

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