Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

[ESSENZA DELLA RELIGIONE. 1" REDAZIONE] 269"
allora sono anche buoni cittadini — allo stesso oggetto, cui l'uomo fa
risalire la sua esistenza fisica, ricollega anche la sua esistenza morale,
politica. La causa dell'esistenza in generale è anche la causa dell'esisten­
za della comunità, delle leggi. La natura in effetti diventa la base, la
forza dell'essere morale, politico. Giove ha nelle sue mani appunto
il tuono per avvalorare l'impressione delle sue leggi. Chi ti dice: non
devi infrangere il giuramento, è lo stesso
[*] la coscienza, v. 27, vedi lo stesso capitolo.
[**] La forza della religione non è mai la sua propria — essa è la forza della
verità naturale, che sta alla base della rappresentazione religiosa, ma in quanto
tale non è una rappresentazione religiosa.
[ ! ] Dio diventa... politico: cfr. E. R., § 37.
che ha per simbolo della sua irresistibile, ineluttabile potenza il fui- 28v
mine sterminatore [']. Lo stesso essere, che ti impone la terribile legge
della morte, ti impone la legge politica o morale. Il sovrano della vita
e della morte è il legislatore morale. Come di fronte alla natura tu non
sei nulla, così non sei nulla neppure di fronte alla legge. Puoi tu mutare
il corso naturale, accrescere anche solo di un pollice la tua statura, spo­
stare il termine della tua vita? Perché dunque scalpiti contro la legge
nel tentativo di eluderla? Che cosa sei tu, che cosa puoi fare? Come
puoi tu dunque pretendere di rivoltarti contro la legge? Tanto inaltera­
bile quanto i limiti della tua vita, della tua statura, tanto inalterabile è
la legge morale; essa è la legge dello stesso essere che ha rinchiuso [*]
entro termini invalicabili l'animale, la pianta, l'acqua, il sole — è la stessa
potenza, che con tuoni e lampi ti getta al suolo per la paura e lo spa­
vento. Questa potenza della legge in quanto potenza naturale si impone
peraltro con particolare evidenza solo nel monoteismo, dove tutta la na­
tura è assunta ad attributo di quell'unico essere, mentre nel politeismo
la stessa potenza naturale, essendo ripartita in esseri diversi, indipen­
denti, limitantesi a vicenda, viene indebolita e attenuata. Il politeista la-
può eludere, rivolgendosi da un Dio a un altro, addirittura