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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE. l a REDAZIONE] 201<br />

i miei desideri e piani; perciò per farmi strada, per raggiungere il mio<br />

scopo, per farmi valere senza limiti, lo uccide. L'uccisione però mi libera<br />

da lui solo in quanto oggetto dell'intuizione sensibile, <strong>non</strong> del<strong>la</strong> rappre­<br />

sentazione. Il morto si aggira sempre davanti ai miei occhi e attizza, in­<br />

cessantemente il fuoco infernale del<strong>la</strong> mia cattiva coscienza. Io <strong>non</strong> me<br />

lo levo di torno; egli mi perseguita come uno spettro, come un'immagine<br />

terrificante del<strong>la</strong> mia cattiva coscienza. Così è anche qui. Dio in quanto<br />

essere astratto è <strong>la</strong> negazione del<strong>la</strong> <strong>natura</strong> come oggetto dell'intuizione<br />

sensibile — il culmine dell'astrazione dal<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, dal<strong>la</strong> sensibilità. Lo<br />

spirito del<strong>la</strong> sensibilità soppressa però perseguita l'assassino fin sulle più<br />

alte vette del<strong>la</strong> sua astrazione sopran<strong>natura</strong>le. La rappresentazione di<br />

un essere diverso rispetto a quello che rappresenta, pensa o è rappresen­<br />

tato, pensato, rimane — questo spettro del<strong>la</strong> sensibilità è Pesi-<br />

s t e n z a di Dio. Come <strong>la</strong> coscienza è <strong>la</strong> confessione immediata del mi­<br />

sfatto, <strong>la</strong> confessione: io sono l'assassino, l'affermazione di ciò che con<br />

l'azione ho negato: così l'esistenza di Dio <strong>non</strong> è altro se <strong>non</strong> <strong>la</strong> confes­<br />

sione, il riconoscimento: io sono un essere sensibile ; ciò che <strong>non</strong><br />

è sensibile, <strong>non</strong> è vero, reale, poiché gli manca <strong>la</strong> cosa principa­<br />

le: l'esistenza.<br />

§<br />

II fondamento del<strong>la</strong> fede in Dio, <strong>la</strong> radice di questa fede nel- [*] 8r<br />

l'uomo o, se vogliamo riferirci all'oggetto, <strong>la</strong> radice di Dio è <strong>la</strong> <strong>natura</strong>.<br />

Che cosa nell'uomo si leva contro l'affermazione: Dio <strong>non</strong> è distinto<br />

dall'uomo, l'essere divino è l'essere umano? Il sentimento o <strong>la</strong> coscienza<br />

che ha l'uomo di <strong>non</strong> esistere per virtù propria, bensì di dipendere da<br />

un essere diverso da lui, sicché <strong>la</strong> sua esistenza è condizionata dall'esi­<br />

stenza di un altro essere; <strong>la</strong> consapevolezza di essere semplicemente de­<br />

terminato e limitato, di <strong>non</strong> poter in alcun modo aumentare <strong>la</strong> sua sta­<br />

tura C 1 ]. È <strong>la</strong> rappresentazione del<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, <strong>la</strong> rappresentazione di un<br />

essere distinto da Dio, inteso in senso proprio, <strong>la</strong> <strong>natura</strong>. È del tutto<br />

giusto perciò dire che <strong>la</strong> fede in Dio è innata nell'uomo, infatti <strong>la</strong> reli­<br />

gione <strong>non</strong> è originariamente se <strong>non</strong> il sentimento di dipendenza dell'uo­<br />

mo dal<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, è però falso se a questo Dio vengono collegate rappre­<br />

sentazioni teistiche [ 2].

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