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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE. 1" REDAZIONE] 195<br />

dell'oggettività <strong>non</strong> è altro alle origini e fondamentalmente anche in<br />

seguito se <strong>non</strong> <strong>la</strong> rappresentazione del mondo sensibile, del<strong>la</strong> na­<br />

tura — perfino quando io mi contrappongo anche, sotto <strong>la</strong> categoria del­<br />

l'oggettività, l'altro uomo, questo mi è appunto dato solo come un es­<br />

sere sensibile, anzi come un altro essere <strong>natura</strong>le. La rappresen­<br />

tazione dell'oggettività è essenzialmente identica al<strong>la</strong> coscienza dell'uo­<br />

mo; ciò che egli pensa, è pensato come oggetto, e poiché al concetto<br />

dell'oggettività è immediatamente legato quello del<strong>la</strong> verità e del<strong>la</strong> real­<br />

tà, così in tal modo pensieri, astrazioni, nomina appel<strong>la</strong>tiva diventano<br />

essi stessi realtà, esseri, cose. Parimenti ciò che si immagina, sogna,<br />

ciò che<br />

La <strong>natura</strong>... lui: cfr. E.R., § 10.<br />

avviene solo in lui, gli si presenta al di fuori di lui come oggetto, [*] 6r-<br />

come visione, apparizione. Perfino <strong>la</strong> fede nel Dio sopran<strong>natura</strong>le e<br />

idealistico in quanto essere reale, distinto dall'uomo, esistente al<br />

di fuori di lui, <strong>non</strong> è perciò altro se <strong>non</strong> l'ineluttabile dipendenza del­<br />

l'uomo dal<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, che eternamente lo perseguita, anche nel<strong>la</strong> sua [**]<br />

più sublime astrazione, <strong>la</strong> dipendenza da colei che è l'oggetto originario<br />

del<strong>la</strong> coscienza, l'oggetto, al quale è essenzialmente connessa l'autoco­<br />

scienza dell'uomo, l'essere esistente al di fuori di lui, distinto da lui;<br />

tale dipendenza si impone teoreticamente nel<strong>la</strong> necessità di pensare Dio<br />

come un essere diverso, oggettivo [']. In altri termini: originaria­<br />

mente per l'uomo è vero ciò che è reale, sensibile, in antitesi a ciò [***]<br />

che è solo sognato, rappresentato. Se però ora l'uomo fa di un essere<br />

rappresentato come sopran<strong>natura</strong>le, <strong>non</strong> sensibile, astratto appunto l'es­<br />

sere vero, a questo si connette subito l'originaria, arcaica rappresenta­<br />

zione dell'oggettività come suggello di verità, sicché esso gli appare e<br />

deve apparirgli come oggettivo, reale, poiché appunto verità, oggetti-<br />

vità, sensibilità, realtà, effettività sono fra loro inscindibili. Nel<strong>la</strong> fede<br />

in Dio in quanto essere distinto dall'uomo si fa valere involontaria­<br />

mente l'ineluttabile verità del<strong>la</strong> <strong>natura</strong>, che è il fondamento del<strong>la</strong> re­<br />

ligione.

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