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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE, r REDAZIONE] 185<br />

tanto potenti sono i suoi effetti, quanto grande, quanto potente è quindi l'essere,<br />

che ha fatto questa cosa grande e potente! Riconosci dal<strong>la</strong> grandezza dell'opera<br />

<strong>la</strong> grandezza del creatore! Ma che cosa ammiri tu? Questa grandezza sensibile,<br />

questa potenza sensibile; che cosa può essere allora ciò da cui essa deriva? Una<br />

potenza altrettanto [ 4 ]<br />

t 1 ] Tutte ... uomo: cfr. E. R., § 11.<br />

[ 2] Quinta pagina.<br />

[ 3 ] Mt. 5, 45, cfr. E.R., § 11.<br />

[4 ] Continua.<br />

Come però possa <strong>la</strong> <strong>natura</strong> trasformarsi in un essere, al quale l'uomo [*] 3v<br />

rivolga <strong>la</strong> sua preghiera, è una questione che facilmente si risolve osser­<br />

vando come <strong>la</strong> <strong>natura</strong> presenti <strong>non</strong> l'aspetto di un essere immobile, sem­<br />

pre uguale a sé stesso, bensì un avvicendarsi di fenomeni, che inducono<br />

di volta in volta al<strong>la</strong> paura e al<strong>la</strong> speranza, al<strong>la</strong> gioia e allo scoramento<br />

l'uomo e come questi riconduca immediatamente all'oggetto le impres­<br />

sioni da esso provocate sul suo animo. Il buio è un essere cattivo, <strong>la</strong><br />

luce buono, ciò che lo rende triste, un essere triste, tetro, cattivo, ciò<br />

che gli ispira altri sentimenti — un essere in sé diverso. La <strong>natura</strong> appare<br />

perciò all'uomo, che <strong>non</strong> si è ancora innalzato al punto di vista del<strong>la</strong><br />

riflessione, come un essere dotato di libero arbitrio — e ciò<br />

che essa produce necessariamente, come un dono spontaneo [M-<br />

La gioia, <strong>natura</strong>lmente, riempie l'uomo di gratitudine — <strong>la</strong> gioia, pro­<br />

dotta nell'uomo dopo alcuni giorni tetri, freddi, dall'impressione del<strong>la</strong><br />

luce, si trasforma in riconoscenza verso <strong>la</strong> causa di questa gioia; <strong>la</strong> gioia,<br />

l'affetto involontariamente personifica, vivifica l'oggetto; lo stringe al<br />

caldo seno, lo trasfigura, lo divinizza; <strong>la</strong> sensazione straripa, si comu­<br />

nica, diventa inno all'oggetto. L'uomo<br />

[*] sensibile. Tu commisuri appunto <strong>la</strong> sua grandezza al<strong>la</strong> grandezza dell'og­<br />

getto, <strong>la</strong> sua potenza a questa potenza sensibile, a questa impressione sensibile, che<br />

questo oggetto fa su di te! Tu <strong>non</strong> hai nel<strong>la</strong> causa se <strong>non</strong> ciò che hai nell'ef­<br />

fetto [ 2J.<br />

L'intuizione di Dio sul<strong>la</strong> base dell'intuizione del<strong>la</strong> <strong>natura</strong> incommensurabile —<br />

ossia l'intuizione del<strong>la</strong> <strong>natura</strong> incommensurabile come essere divino è frutto di una<br />

riflessione in cui l'uomo perde di vista sé stesso.<br />

« Che <strong>la</strong> religione sia insita in noi per <strong>natura</strong>, è affermato dallo stesso Ari-<br />

stotele ed è evidente per il fatto che ogni qual volta in improvvisi pericoli e

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