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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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[ESSENZA DELLA RELIGIONE. l a REDAZIONE] 177<br />

'C 1 ] U.B.-Munchen 4" cod. ms. 935d 21«.<br />

[ 2 ] Qual... sentimento di dipendenza: cfr. E. R., § 2.<br />

[ 3 ] osservazione ... uomo: cfr. E. R., § 3.<br />

[ 4 ] ma il sentimento ... padrone: cfr. E. R., § 29.<br />

[ 5 ] Prima pagina.<br />

[ 6 ] Fondamento ... egoismo: cfr. E. R., § 29.<br />

L'uomo vive, ma <strong>la</strong> sua vita <strong>non</strong> dipende da lui: io ora esisto, ma che iv<br />

esista anche fra un istante [*] <strong>non</strong> dipende dal<strong>la</strong> mia volontà e dal mio<br />

sapere C 1 ]. «Non colpirmi a morte», prega il Tartaro [**]<br />

Kacin [ 2] ogni mattina al sorgere del sole. E il filosofo Cartesio deduce<br />

da questa indipendenza dell'istante successivo del<strong>la</strong> propria esistenza da<br />

quello precedente <strong>la</strong> dipendenza dell'uomo da Dio [***].<br />

Aver religione significa in questo senso: pensare al<strong>la</strong> propria [****]<br />

fine, sentire e sapere di essere un ente finito. Chi pensa al<strong>la</strong> propria<br />

fine, <strong>non</strong> si innalza con superbia e arroganza al di sopra degli altri; è<br />

umile nel vero senso del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, ha fisso il suo pensiero all'idea che<br />

ogni cosa ha il suo limite e il suo scopo, che tutto è finito e passa,<br />

quindi che tu sei un uomo, ossia un mortale, che ciò che tu sei e hai<br />

<strong>non</strong> è merito tuo, bensì è solo fortuna; chi pensa al<strong>la</strong> propria fine, cessa<br />

di avere dinanzi agli occhi le misere questioni, per le quali gli uomini<br />

si combattono, si invidiano; il pensiero del<strong>la</strong> morte umilia e nello stesso<br />

tempo innalza l'uomo, lo rende saggio e buono. « Perché ci tormentiamo<br />

a vicenda? La vita si dilegua. E ci raccoglie in un attimo proprio ap­<br />

punto come il giorno <strong>la</strong> polvere ».<br />

[*] «È ignoto se gli dei aggiungano il domani ai tuoi giorni», Grazio,<br />

Od. IV, 1, 17-18 [3],<br />

[**] II sentimento di dipendenza è il perdersi dell'uomo di fronte al<strong>la</strong><br />

<strong>natura</strong>; egli è inghiottito da lei nel<strong>la</strong> sua potenza e maestà.<br />

.[***] Nostro compito è spiegare come giunga l'uomo a prendere per un<br />

altro essere il suo essere e a fare dell'altro <strong>la</strong> sua propria essenza.<br />

[****] II sentimento di dipendenza si manifesta anche presso i primitivi nel<br />

sentimento di incertezza e insicurezza del<strong>la</strong> vita, in quanto le cose al di fuori e al<br />

di sopra di me possono ogni istante togliermi <strong>la</strong> vita; <strong>la</strong> roccia sopra <strong>la</strong> mia testa<br />

può precipitare giù, l'acqua può rigonfiarsi sopra di me. L'ente superiore al-<br />

F. TOMASONI. Luthvig l'euerbach e <strong>la</strong> <strong>natura</strong> <strong>non</strong> <strong>umana</strong>.

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