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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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166 CAPITOLO QUINTO<br />

dai suoi prodotti, e che compendia poi sotto il nome collettivo di ' <strong>natura</strong> '; con<br />

' <strong>natura</strong> ' <strong>non</strong> intendo affatto un ente universale, astratto e separato dalle<br />

cose reali, personificato e mistificato 202 .<br />

La nota suona di stampo nominalistico e in questo senso è addotta dallo<br />

Jodl 203 . In realtà l'universale qui respinto è quello che dovrebbe esi­<br />

stere « astratto e separato dalle cose reali ». Su quale base l'uomo dif­<br />

ferenzia da sé « enti, cose, oggetti »? Nel<strong>la</strong> prima redazione è detto<br />

esplicitamente: sul<strong>la</strong> base del sentimento di dipendenza. La <strong>natura</strong> è<br />

infatti definita: « ciò da cui l'uomo sente di dipendere » 204 .<br />

Al<strong>la</strong> spiegazione di tono nominalistico del<strong>la</strong> ' <strong>natura</strong> ' si contrap­<br />

pone nello stesso testo un'analisi del<strong>la</strong> materia, che sembrerebbe cadere<br />

nell'estremo opposto: si par<strong>la</strong> di<br />

materiali o forze universali, prive di individualità, che stanno al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong><br />

<strong>natura</strong><br />

e si definisce <strong>la</strong> genesi di un essere come « individualizzazione » 205 . Non<br />

siamo qui in quel<strong>la</strong> posizione ultrarealistica, che sembrerebbe aval<strong>la</strong>re<br />

il materialismo dogmatico, a parole rifiutato dall'autore? Il seguito del<br />

paragrafo chiarisce però che simili materiali <strong>non</strong> esistono mai « privi di<br />

individualità » e appaiono così all'intelletto in seguito all'astrazione. È<br />

questa dunque che li iso<strong>la</strong>, e sempre sul<strong>la</strong> stessa base sensibile.<br />

Ogni nome, ogni termine universale è inadeguato. Se <strong>la</strong> ' materia ',<br />

intesa come legame del tutto, trova <strong>la</strong> sua fondazione gnoseologia nel<br />

sentimento di dipendenza, essa significa tuttavia solo le condizioni del­<br />

l'essere, <strong>non</strong> l'unità, il senso di sé dell'individuale. Se <strong>la</strong> ' <strong>natura</strong> ' appa­<br />

re più comprensiva del<strong>la</strong> molteplicità degli esseri, meno individua i<br />

rapporti. Consapevole di questa inadeguatezza, è <strong>natura</strong>le che <strong>Feuerbach</strong><br />

abbia evitato di dare del suo pensiero definizioni precise. Come però i<br />

termini universali hanno una funzione insostituibile nel <strong>la</strong>voro umano di<br />

traduzione, dell'immediatezza intuitiva, così una definizione del suo pen­<br />

siero è necessaria in un <strong>la</strong>voro scientifico su di esso, che cerchi di avvi­<br />

cinarsi, per quanto possibile, al suo nucleo. Il termine ' <strong>natura</strong>lismo ',<br />

comunemente usato dagli interpreti di <strong>Feuerbach</strong>, proprio perché ricor­<br />

re a un concetto generico, ben poco dice delle artico<strong>la</strong>zioni interne. Più<br />

202 G. W., X, p. 4 [tr. it. cit., p. 39].<br />

203 op. cit., p. 39.<br />

204 21« 2r .<br />

205 G. W., X, p. 22 [tr. it. cit., p. 59].

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